◉ PALERMO
Castello Utveggio, prove di rinascita: diventerà un centro congressi d’eccellenza
Dopo i lavori di efficientamento energetico completati non senza ritardo, gli uffici della Presidenza stanno lavorando al bando di gara per la ristrutturazione e per gli arredi interni. La giunta ha approvato una delibera che prevede il finanziamento delle opere per un importo di 5 milioni e 900mila euro
di Ruggero Altavilla
30 Gennaio 2024
Domina Palermo dall’alto di Monte Pellegrino e aspetta da anni di rinascere. Procede a piccoli passi il restauro del Castello Utveggio, l’imponente palazzo neogotico che in quasi un secolo di vita ha alternato fasti e lunghi abbandoni. È partita la seconda fase del progetto di rilancio dell’edificio acquisito negli anni Ottanta del secolo scorso dalla Regione Siciliana, che è stata inserita tra i siti presidenziali,
Completati i lavori di efficientamento energetico dopo una serie di ritardi criticati dal governatore Renato Schifani, che la scorsa primavera aveva bacchettato burocrazia e ditta appaltatrice (manca solo l’esito del collaudo), adesso – fanno sapere dall’Ansa – gli uffici della Presidenza, su input del governatore, stanno lavorando agli adempimenti necessari per la pubblicazione del bando di gara per la ristrutturazione e per gli arredi interni.
Qualche giorno fa, la giunta ha approvato una delibera, proposta del presidente, che prevede il finanziamento delle opere per un importo di 5.900.000 euro, di cui 4.686.857,66 euro a base d’asta. L’obiettivo – secondo quanto riporta l’Ansa – è di creare un centro congressi di eccellenza. I fondi sono stati recuperati attraverso la razionalizzazione di altre spese: 1.881.548,62 di euro disponibili per effetto del minore utilizzo delle risorse finanziate nel 2019 e assegnate all’Autorità regionale per l’innovazione tecnologica; 1.900.000 euro mediante la riprogrammazione delle risorse destinate tre anni fa all’intervento “Giardini verticali palazzo adiacente Palazzo d’Orleans”, il quale è risultato non realizzabile; 3.300.000 di euro dal recupero dei fondi previsti, nel 2021, per l’acquisizione al patrimonio regionale al fine della tutela e della valorizzazione di Palazzo Branciforte di Scordia, nel Catanese, intervento che ha accumulato dei ritardi e che sarà riprogrammato anche a valere su risorse di altra natura.
Sul progetto di rilancio del Castello Utveggio, è intervenuto anche il sindaco di Palermo, Roberto Lagalla, che auspica un dialogo tra le istituzioni. “Fa piacere rilevare l’impegno della Presidenza della Regione Siciliana per il definitivo rilancio del Castello Utveggio, uno dei simboli della nostra città che da anni necessita di una massiccia opera di riqualificazione e riconversione – ha commentato il primo cittadino – . Sulle prospettive di questa struttura e, in generale, sullo sviluppo di Palermo è fondamentale un dialogo tra le istituzioni e, per questa ragione, ho già inviato al presidente Schifani una nota con la quale sollecito un confronto strategico tra Regione Siciliana e Comune, finalizzato alla selezione degli investimenti per la rigenerazione urbana e agli interventi di potenziamento della infrastrutturazione cittadina”.
Terminato di costruire nel 1933, su progetto dell’architetto Giovan Battista Santangelo, il castello fu voluto dal cavaliere Michele Utveggio, che aveva acquistato qualche anno prima i terreni dal Comune di Palermo, finanziando l’intera opera, compresa la strada di collegamento e il sistema di approvvigionamento idrico. Successivamente diventò il Grand Hotel Utveggio, un albergo di lusso con l’invidiabile posizione panoramica con vista sul golfo di Palermo. L’impresa costruttrice, di proprietà dello stesso cavaliere Utveggio, all’epoca era una delle più moderne ed attrezzate della regione tanto che riuscì nella difficile opera in soli 5 anni.
Ma dopo poche stagioni, già all’inizio della seconda guerra mondiale, l’attività entrò in crisi e si tentò di trasformarlo in casino. La guerra e l’utilizzo della zona da parte delle truppe italiane inizialmente, e di quelle alleate in un secondo tempo, decretarono la chiusura definitiva dell’impianto che restò per molti anni abbandonato e vandalizzato. Acquistato e restaurato dalla Regione, dagli anni Ottanta fino al 2016 ospitò il Cerisdi, centro ricerche e studi direzionali, centro di alta formazione manageriale, controllato dall’assessorato regionale alle Attività Produttive e fu chiuso definitivamente dall’Irca. Nel 2019 è stato annunciato il progetto di recupero adesso entrato nel vivo.