◉ URBANISTICA
Catania città universitaria, un intero quartiere cambierà volto
Presentato il piano di rigenerazione urbana delle aree dismesse del vecchio ospedale Vittorio Emanuele nella collina di Montevergine. Previsti tremila posti aula, sia per l’Ateneo che per l'Accademia di belle Arti, e trecento posti letto. I primi cantieri potrebbero partire già il prossimo maggio. Destinati fondi per cento milioni di euro
di Redazione
22 Novembre 2023
Cento milioni di euro, fondi che in futuro possono anche raddoppiare, destinati a rendere ancora più forte il legame tra l’Università e la città di Catania. A Palazzo degli Elefanti è stato presentato il piano di riqualificazione e rigenerazione urbana delle aree dismesse del vecchio ospedale Vittorio Emanuele, già in parte avviato con il Museo dell’Etna (ne abbiamo parlato qui) che sta sorgendo nel plesso principale e più in generale della collina di Montevergine, in cui sorsero i primi nuclei originari della città di Catania.
La collaborazione fra il Comune e l’Università di Catania, la Regione Siciliana, l’Accademia di Belle Arti e l’Ersu è stata evidenziata ieri nel corso di un incontro in municipio alla presenza, tra gli altri, del sindaco Enrico Trantino; del rettore dell’Università di Catania Francesco Priolo; del vicesindaco e assessore all’urbanistica Paolo La Greca e del presidente del Consiglio comunale Sebastiano Anastasi.

La presentazione a Palazzo degli Elefanti
“La forte sinergia fra città e Università, voluta dalle rispettive amministrazioni e il contributo fattivo delle altre istituzioni, a cominciare dal Consiglio comunale con cui condivideremo il percorso, segna una grande svolta per la città di Catania – ha detto il sindaco Trantino -. Un piano lanciato tre anni addietro dall’allora presidente della Regione Nello Musumeci e che ha già portato alla demolizione del vecchio Santa Marta, all’avvio dei lavori per il Museo dell’Etna e ora prosegue nel nucleo di Montevergine e dell’Antico Corso e non solo, con nuove importanti iniziative per contribuire a fare di Catania una ‘città universitaria’, a misura dei suoi abitanti e promuovere una trasformazione basata sulla cultura, dell’accoglienza, per fare della nostra città un ecosistema urbano sostenibile”.
Il dettaglio delle realizzazioni è stato annunciato dal rettore Francesco Priolo: “Nell’area dell’ex ospedale Vittorio Emanuele, grazie alla concessione in comodato gratuito da parte della Regione Siciliana, costruiremo circa 3mila nuovi posti aula, in una zona che è a pochissima distanza dai dipartimenti di Scienze umanistiche, Scienze della formazione e Giurisprudenza. Inoltre saremo in grado di allestire circa 300 posti letto; altri 300 verranno ricavati nell’area dell’ex ospedale Ascoli-Tomaselli e 90 nell’area di via Androne, vicino al dipartimento di Scienze biologiche. In tal modo, il numero di posti letto complessivi a disposizione degli studenti fuorisede, gestiti dall’Ersu, passerà dagli attuali 600 a quasi 1300, per cercare di coprire tutte le richieste degli aventi diritto e dare una risposta concreta a un’esigenza cronica, nella nostra città. La maggior parte dei fondi che utilizzeremo per tutti questi progetti, provengono da bandi competitivi che siamo riusciti a vincere grazie a progetti credibili che infatti sono stati accolti e finanziati. In totale, per quanto riguarda l’edilizia universitaria, questa amministrazione è stata in grado di ‘drenare’ oltre 100 milioni di euro per cambiare letteralmente volto all’Ateneo, rendendolo più capiente, accogliente, funzionale ed efficiente”.
Secondo i tecnici, i primi cantieri di questi progetti, in cui sono previste anche ampie zone a verde, potrebbero aprire già a maggio e nell’arco di un triennio potrebbero essere quasi tutti completati.
Soddisfatto il vicesindaco e assessore all’urbanistica Paolo La Greca che è stato il “tessitore” della sinergia interistituzionale tra il Comune, l’Università e gli altri enti preposti: “La rigenerazione urbana delle aree dismesse, a seguito del potenziamento e della ricollocazione degli ospedali cittadini: Vittorio Emanuele, Santa Marta e Santo Bambino, ma anche dell’Ascoli Tomaselli, – ha spiegato La Greca – è una questione centrale per trasformare Catania e per promuovere una vita migliore dei suoi abitanti. Per questa finalità reputiamo centrale il contributo del Consiglio comunale, quale parte integrante di questa fase particolarmente fertile e ricca di grandi aspettative a cui oggi si aggiungono ulteriori e più grandi novità per consentire la ripresa di una fra le porzioni urbane ai margini del nostro centro storico”.

La destinazione degli edifici prevista dal piano di rigenerazione
Tra i finanziamenti ottenuti – spiegano dal Comune – anche il progetto di recupero dello storico edificio della Clinica Medica che sarà trasformato in un moderno studentato per oltre 200 posti letto. Con lo stesso canale è stato finanziato il progetto presentato per l’edificio retrostante posto lungo la via Teatro Greco che chiude la cortina del complesso del Monastero dei Benedettini. Altri due edifici del complesso dell’Ove, fra i quali la ex clinica chirurgica, sono stati finanziati e saranno adibiti a poli didattici che rafforzeranno la presenza sempre più centrale dell’università sulla collina di Montevergine.
Nell’ala orientale dello stesso padiglione San Marco è collocata, in fase di previsione, la nuova sede dell’Accademia di Belle Arti che avrà finalmente una destinazione all’altezza della sua tradizione. Il progetto definitivo è in corso di finanziamento. “Per l’Accademia di Belle Arti di Catania – ha detto Gianni Latino, direttore dell’Abact – questo è un progetto in divenire per il quale è stata presentata una richiesta di finanziamento al Mur e che ha una valore straordinario: dopo oltre 50 anni, avremo finalmente una sede ufficiale. Oltre 5mila metri quadrati dedicati alla didattica e all’arte progettati dallo Studio Guicciardini e Magni – come gli altri padiglioni del Museo e dell’Università – e che l’Accademia avrà in comodato d’uso per 30 anni grazie alla sinergia dell’allora presidente Musumeci con la nostra presidente Lina Scalisi”. Si tratta di opere che ammontano a 48 milioni di Euro.

Ex ospedale Tomaselli, render del progetto di riqualificazione
Se sommati ai 24 milioni dello stanziamento complessivo per il Museo dell’Etna si raggiunge la rilevante cifra di 72 milioni di euro ai quali si aggiungeranno i finanziamenti per gli interventi sugli spazi pubblici aperti che renderanno possibile la rigenerazione dell’intera area urbana. L’intervento sarà completato con l’inserimento di ulteriori attrezzature culturali e sociali da destinare ad associazioni e al terzo settore presenti in città, oltre ad una consistente dotazione di aree a verde sostituiva degli edifici da demolire a cura della Regione Siciliana.
In particolare, nello spazio posto tra il plesso San Marco e il Monastero dei Benedettini è previsto il ripristino integrale della “Silva” benedettina, collegata al monastero dal Ponte Battaglia. L’Ersu, inoltre, ha avuto finanziati per un importo di 10,6 milioni di euro i lavori per un’altra residenza studentesca che occuperà parte dell’ex Ospedale Santo Bambino lungo la via Plebiscito. È il caso di ricordare che tutte queste strutture sono servite dalla linea della Metropolitana i cui lavori sono in fase avanzata.
Complessivamente fra le opere finanziate, considerati i costi per le demolizioni che saranno eseguite dal Genio Civile di Catania e gli investimenti comunali per gli spazi pubblici in quest’area urbana sono stati mobilitati finanziamenti per oltre 100 milioni di euro.
Un ulteriore finanziamento di 25 milioni è previsto per le altre residenze universitarie che saranno collocate nel padiglione dell’Ospedale Tomaselli, in un complesso strategico posto a cerniera fra la Cittadella Universitaria e il Policlinico destinati agli studenti delle facoltà scientifiche. A questo si affianca l’importante progetto dell’Htcc che sorgerà in sostituzione dell’edificio del Maurizio Ascoli lungo la via Passo Gravina.