◉ BENI CULTURALI
Da baluardo contro i pirati a museo e simbolo di Trapani, nuovo restauro in vista per la Torre di Ligny
L’amministrazione comunale ha approvato il progetto esecutivo che prevede un intervento di oltre 140 mila euro per risanare le facciate del monumento, danneggiate dalla salsedine e dall’aria salmastra. I precedenti lavori risalgono al 2015
di Giulio Giallombardo
19 Novembre 2024
È sospesa tra due mari. Un tempo sentinella della città, oggi museo e terrazza sulle Egadi, la seicentesca Torre di Ligny, monumento iconico di Trapani, si prepara a un nuovo restauro dopo quello del 2015. L’amministrazione comunale ha approvato il progetto esecutivo che prevede un intervento di oltre 140 mila euro per risanare le facciate della torre, danneggiate dalla salsedine e dall’aria salmastra. Gli interventi, inoltre, interesseranno anche la pulitura e successiva impermeabilizzazione della copertura e la sostituzione degli infissi.
Con l’intervento del 2015 si è voluto ripristinare l’aspetto originario della torre sulla facciata est che dà sulla strada. È stata rimossa la pietra irregolare, sostituita dall’intonaco che – secondo fonti storiche – ricopriva la sola facciata orientale, a differenza delle altre tre sul mare che sono in pietra. Ma – come si legge nella relazione dell’architetto Pino Damiano Pitari, che ha redatto il progetto esecutivo di restauro – “i materiali impiegati nell’intervento, non hanno aderito perfettamente alla superficie muraria che costituisce la muratura esterna causando il distacco dello strato di intonaco posto in essere. Inoltre – prosegue il progettista – si nota chiaramente, che, in alcune parti, anche la rete porta intonaco sembra non avere aderito perfettamente al supporto murario ed appare distaccata in più punti. Il supporto murario è costituito da blocchi di pietra tufacea regolari che, come visibile nei punti di distacco, appare in cattivo stato di conservazione”. Degrado che accomuna anche le altre facciate che prospettano sul mare.
I danni alla torre sono, dunque, causati da fattori naturali, come l’esposizione continua alla salsedine trasportata dal vento e dal mare, ma anche, nella facciata est, anche da “problemi tecnici”, sottolinea l’architetto Pitari, “dovuti anche ad interruzioni delle lavorazioni di cantiere durante l’intervento del 2015”. Anche gli infissi in metallo e legno sono rovinati, non garantendo la necessaria impermeabilità all’acqua e agli agenti atmosferici. Come la copertura che appare danneggiata in più punti, con distacco della guaina esistente.
Il nuovo restauro
L’intervento previsto sulla facciata est prevede la rimozione dell’intonaco e il lavaggio della muratura per eliminare i sali presenti, come polvere, grassi e altro materiale che potrebbe compromettere l’aderenza dei materiali da utilizzare per il risanamento. Poi verrà applicato un prodotto anti-sale e riapplicato l’intonaco “eliminando vuoti e discontinuità mediante la tecnica della ‘rincocciatura’ – si legge nella relazione tecnica – impiegando prodotti a base calce ed Eco-Pozzolana in modo da ottenere caratteristiche fisico-meccaniche del tutto simili a quelle delle malte da muratura ed intonaco impiegate in passato, insieme ad elementi costruttivi (pietre o mattoni) aventi caratteristiche corrispondenti, quanto più possibile, a quelle dei materiali originari”. Successivamente, dopo aver completato l’intonaco, si procederà alla finitura e alla pulizia di residui dalle superfici di pietra naturale di cui sono composte le cornici della grande apertura ed il fregio sovrastante.
Nelle altre facciate sul mare sono previsti interventi più conservativi, nel tentativo di arrestare o, almeno, rallentare il lento degrado della superficie. Si dovrà impermeabilizzare e proteggere la muratura effettuando un trattamento consolidante e idrorepellente. Mentre sulla copertura sarà rimossa la guaina, ripulita la superficie e ripassato uno strato di materiale impermeabilizzante. Infine, gli infissi saranno sostituiti con altri in acciaio zincato verniciato con trattamento anticorrosivo.
“Per fortuna, – sottolinea l’architetto Pitari – la struttura portante dell’edificio appare abbastanza solida e resistente e il degrado si manifesta esclusivamente sull’apparato murario esterno che funge, in qualche modo, da rivestimento; questo aspetto limita la preoccupazione ma, comunque, non deve essere assolutamente sottovalutata l’importanza di una costante e continua manutenzione delle parti su cui si sta intervenendo”.
La Torre di Ligny, da baluardo a museo
La torre fu costruita nel 1671 su iniziativa del viceré spagnolo Claudio La Moraldo, principe di Ligny, da cui prende il nome. L’edificio aveva una funzione eminentemente difensiva: doveva proteggere Trapani dagli attacchi dei pirati saraceni, che all’epoca infestavano il Mediterraneo. La sua posizione strategica sulla punta estrema del promontorio permetteva di sorvegliare l’accesso alla città sia dal lato nord che da quello sud. La struttura è un tipico esempio di architettura militare dell’epoca, con una pianta quadrata e robuste mura in pietra. Al piano superiore vi era una piattaforma per i cannoni, mentre al piano inferiore si trovavano i magazzini e gli alloggi per i soldati.
Oggi la Torre Ligny è stata trasformata in un luogo di interesse culturale. Dal 1983 ospita il Museo civico, che espone una ricca collezione di reperti provenienti dai fondali marini della zona. Tra gli oggetti più affascinanti si trovano anfore romane, antichi strumenti di navigazione e resti di imbarcazioni che raccontano il legame millenario di Trapani con il mare. Dalla terrazza della torre, si può godere di una vista panoramica sul mare, sulle isole Egadi e sulla città. Durante il tramonto, la Torre Ligny offre uno spettacolo unico, con i suoi toni dorati che si riflettono sull’acqua.
(Foto Giulio Giallombardo)