◉ ARCHEOLOGIA

Dai fondali delle Egadi riemerge un elmo intatto dopo 2300 anni

Il mare restituisce un reperto di straordinario valore storico: un copricapo di tipo Montefortino, completo di paraguance, perfettamente conservato, che apparteneva molto probabilmente a un fante della flotta romana impegnato nello scontro epocale che cambiò per sempre le sorti del Mediterraneo antico

di Redazione

5 Settembre 2025

È ancora intatto, completo delle sue paraguance. Un elmo Montefortino, perfettamente conservato, è riemerso dalle acque delle Isole Egadi. Il prezioso manufatto, proveniente dal teatro della celebre battaglia navale del 241 avanti Cristo che decretò la vittoria di Roma su Cartagine nella prima guerra punica, è stato recuperato lo scorso agosto durante una campagna di ricerche condotta dai subacquei altofondalisti della Società per la documentazione dei siti sommersi (Sdss).

L’operazione, guidata da Mario Arena e svolta sotto la supervisione della Soprintendenza del Mare, ha visto la collaborazione dell’Area marina protetta, del Comune di Favignana e della Capitaneria di porto. Oltre all’elmo, dal cosiddetto “relitto del banco dei pesci”, un sito del V secolo dopo Cristo, è stata portata in superficie una grande maniglia in bronzo, la cui funzione rimane per ora un mistero.

I reperti – fanno sapere dalla Regione Siciliana – sono stati immediatamente sottoposti a un primo intervento conservativo dalle restauratrici della Sdss, un’operazione resa possibile grazie al contributo del mecenate statunitense Michel Garcia. Parallelamente, le indagini continuano in laboratorio: nello studio radiologico di Giuseppe Perricone a Trapani, circa trenta reperti metallici fortemente incrostati sono stati analizzati tramite tac. Le radiografie hanno rivelato la presenza di armi come spade, lance e giavellotti, strumenti della storica battaglia rimasti per secoli nascosti in fondo al mare.

L’attività di ricerca, che si avvale da anni del supporto della Rpm Nautical Foundation con la sua nave oceanografica, ha permesso inoltre di pulire e studiare un altro reperto già in precedenza recuperato: il rostro numero 25. Si tratta di un rostro romano che reca un’iscrizione di grande rilevanza storica: “Ser.Solpicio C.F. Quaestor Probavi(t)”, interpretabile come “Servio Sulpicio, questore, figlio di Gaio, approvò”. Il Gaio menzionato potrebbe essere, ipoteticamente, Gaio Sulpicio, console nel 243 avanti Cristo, una figura di primo piano nel conflitto.

“L’elmo Montefortino è uno dei più belli e completi mai recuperati – ha commentato l’assessore ai Beni culturali, Francesco Paolo Scarpinato – . Questi ritrovamenti non solo arricchiscono la conoscenza storica della battaglia, ma rafforzano l’immagine della nostra Isola come custode di un’eredità culturale unica al mondo. È un risultato straordinario, frutto del lavoro congiunto della Soprintendenza del Mare, delle professionalità impegnate nelle ricerche e del sostegno di istituzioni e fondazioni internazionali. Continueremo a investire nella tutela e nella valorizzazione di questo patrimonio, consapevoli che rappresenta una risorsa identitaria e culturale fondamentale per la Sicilia”.