Ferrovie storiche, mulini unici e origami da guinness: Roccapalumba da scoprire

Il borgo del Palermitano sorge in un territorio strategico e ricco di storia, nasconde due originali musei e un edificio agricolo unico in Sicilia

di Marco Russo

31 Agosto 2021

Non è solo il “paese delle stelle”. Roccapalumba è un borgo che nasconde luoghi sorprendenti: alcuni raccontano la storia del territorio, altri sono nati dalla creatività delle nuove generazioni. Disteso sotto una rocca alta 600 metri, dove nidificano le colombe selvatiche, il borgo del Palermitano è noto per essere votato all’osservazione del cielo, con un planetario e un potente telescopio, inserito nella rete degli osservatori popolari d’Italia.

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Interno del Museo della Civiltà del Ferroviere

Ma oltre all’astronomia, la storia di Roccapalumba è strettamente legata alla sua stazione ferroviaria, nodo strategico del territorio, che ha origine nella seconda metà dell’Ottocento. Una storia raccontata oggi dal Museo della Civiltà del Ferroviere, ideato da Giorgio Mistretta, che gestisce con la sua associazione Ali Ferrate. È un fermo-immagine sulle origini delle strade ferrate in Sicilia, inaugurato 4 anni fa e ospitato nei nuovi locali messi a disposizione dal Comune, all’interno dell’ex scuola Garibaldi. Custodisce cimeli, attrezzi ferroviari, documenti su procedure e regolamenti, inclusa una mostra permanente di fotografie e di profili plano-altimetrici delle linee ferroviarie collegate allo snodo di Roccapalumba-Alia.
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Osservatorio Cesar a Roccapalumba

Questa stazione, costruita a ridosso del fiume Torto, nel 1870 divenne il punto di diramazione delle due linee da Palermo per Catania e per Porto Empedocle. E fu strategica non soltanto per il trasporto dei passeggeri ma, più specificatamente, per quello dello zolfo estratto nel grande bacino minerario di Lercara verso i porti più vicini, quelli di Termini Imerese e del capoluogo siciliano.
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Filippo Nicosia con i suoi origami

Ma all’interno dello stesso ex plesso scolastico, c’è un altro museo che è tutto da scoprire. Quello degli origami, creato da Filippo Nicosia, ingegnere 42enne di Roccapalumba, che adesso gestisce l’azienda agricola di famiglia. La sua passione per l’arte di piegare la carta, nata sin dall’infanzia, ha dato vita a incredibili sculture di carta in origami 3D, una delle collezioni più grandi al mondo, che raffigura tutto il mondo dei cartoni e non solo: nel suo museo ci sono anche piante, animali, automobili e riproduzioni di opere d’arte come la Venere di Botticelli.
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Museo degli Origami

L’opera più importante della collezione è una Moto Repsol, realizzata in circa un anno e mezzo e formata da almeno 100 mila pezzi, entrata nel Guinness dei Primati per essere l’origami più grande al mondo. “Sin da piccolo facevo origami – racconta Nicosia – poi all’università ho scoperto il rettangolo aureo e proprio un foglio di carta rettangolare è il punto di partenza per tutti i miei origami, realizzati con moduli che si incastrano uno dentro l’altro, a cui poi do una forma diversa in base a quello che voglio creare”.
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Mulino Fiaccati

Il territorio di Roccapalumba nasconde, però, altri primati: l’unico mulino di tipo idraulico ancora funzionante in Sicilia. Il Mulino Fiaccati, insignito del bollino di Meraviglia Italiana nel 2011, rievoca un mondo agricolo antico, lento e sostenibile. È un edificio tardo ottocentesco quasi mimetizzato tra pareti e spaccature rocciose che si alternano con vaste distese di macchia dei dintorni di Roccapalumba. Costruito nel 1887 dalla famiglia Avellone sugli argini del Fiumetorto, all’interno del feudo Fiaccati, oggi interamente restaurato e funzionante, il mulino sorge all’interno di una zona archeologica, dove era presente un insediamento neolitico.
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Interno del Mulino Fiaccati

Il mulino, realizzato con ottima pietra a vista di provenienza locale, si compone di un corpo centrale, suddiviso in tre ambienti, in cui si trovano due impianti per la molitura con due grosse macine in pietra, azionate da ruote in ferro con eliche. Del complesso fa parte anche un corpo di fabbrica separato, a pianta rettangolare, che veniva usato come pagliaio e come stalla. Sulle pareti interne si notano rami di albero conficcati al muro, con l’estremità sporgente arrotondata: sono le cosiddette “cavigghie”, adoperate per appendere selle e bisacce, mentre ancora appesi ai muri esterni sono gli anelli in ferro usati per legare gli animali in sosta. Come i due musei, a cui si aggiunge quello del Territorio nelle sale di Palazzo Moncada Branciforti, anche questo gioiello storico di Roccapalumba è aperto alle visite. Un’occasione per scoprire questo borgo a 60 chilometri da Palermo, spesso fuori dai circuiti turistici più battuti.