Gagini ritrova Raffaello, rinasce l’altare allo Spasimo
Svelata l’opera ricostruita dopo anni di ricerche. Al centro la riproduzione del dipinto del pittore rinascimentale, adesso custodito a Madrid
di Giulio Giallombardo
9 Luglio 2020
Un cerchio che si chiude dopo cinquecento anni. Un grande mosaico ricomposto che mette insieme un minuzioso lavoro di restauro e la forza visionaria delle nuove tecnologie applicate ai beni culturali. Dopo due anni sono stati ricomposti tutti i pezzi del grande altare in marmo di Antonello Gagini che si è rimaterializzato allo Spasimo, la chiesa di Palermo dove era stato costruito nel 1517. Incorniciata dalle due colonne e dal timpano risalta, identica all’originale, una copia dell’Andata al Calvario, il dipinto noto anche come Spasimo di Sicilia, che fu commissionato a Raffaello e che si trovava in origine proprio sullo stesso altare, prima di approdare in Spagna dov’è ancora oggi.
L’altare è stato inaugurato questo pomeriggio nella Cappella Anzalone dello Spasimo. La tappa conclusiva di una lunga e travagliata ricerca durata 34 anni, condotta caparbiamente da Maria Antonietta Spadaro, architetto e storica dell’arte, che dopo aver individuato e catalogato i cinquanta pezzi dell’altare conservati a Villa San Cataldo, a Bagheria, è riuscita a rimettere insieme il puzzle (ve ne abbiamo parlato qui). Il restauro, condotto dall’ufficio Città storica del Comune di Palermo, si è basato sul rilievo dei frammenti ritrovati, raffrontandoli con immagini d’epoca recuperate dagli archivi della Soprintendenza. L’altare – spiegano i tecnici – è stato assemblato a secco, rispettando i fori e gli innesti originari. Ma l’intenzione è quella, in futuro, di trasferirlo nella vicina Cappella Basilicò, che è il luogo esatto dove si trovava in origine. Tutti i pezzi sono stati rimontati su una struttura metallica di supporto che renderà più facile il trasporto dell’altare, quando saranno ultimati i lavori di bonifica e consolidamento della cappella, intitolata al giureconsulto Jacopo Basilicò, a cui si deve la costruzione dello Spasimo.Basilicò commissionò l’altare a Gagini e il dipinto a Raffaello, un quadro che da Palermo, dopo varie peripezie, finì in Spagna, al monastero dell’Escorial, poi in Francia, razziato dalle truppe napoleoniche, per tornare ancora agli spagnoli. Oggi è esposto al Prado di Madrid, ma il suo “clone” è tornato a Palermo, proprio nell’anno in cui ricadono le celebrazioni per i cinquecento anni dalla morte del grande pittore del Rinascimento. La copia è stata creata – su un’idea di Vittorio Sgarbi e Bernardo Tortorici di Raffadali – da Factum Arte, laboratorio spagnolo che riproduce i più grandi capolavori del mondo, gli stessi che hanno realizzato la Natività di Caravaggio, esposta all’oratorio di San Lorenzo di Palermo.“Il processo di ricreazione – spiegano da Factum Arte – è cominciato dall’acquisizione del colore del dipinto originale, usando una fotografia panoramica. Come ogni nostro progetto, il capolavoro è stato documentato in altissima risoluzione usando esclusivamente tecnologie non invasive, in linea con l’impegno a tutelare le opere d’arte. L’operazione ha coinvolto una serie di procedure che hanno assicurato l’acquisizione di un colore assolutamente accurato, documentando ogni passaggio. Superficie pittorica e supporto rigido – puntualizzano i tecnici – sono stati ricreati in parallelo a Madrid, prima di essere riuniti. I dati digitali sul colore sono stati rielaborati in sede sotto forma di centinaia di fotografie ad alta risoluzione, poi stampati dalla speciale stampante a piano fisso progettata da noi progettata”.Presenti all’inaugurazione, oltre a Maria Antonietta Spadaro, Vittorio Sgarbi e Bernardo Tortorici, anche il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando; la soprintendente dei Beni culturali di Palermo, Lina Bellanca; Peter Glidewell di Factum Arte e Paolo Porretto, direttore del cantiere di restauro dello Spasimo per conto dell’Ufficio Città storica. “Una restituzione alla città – ha detto il sindaco Orlando –, un’opera che è scampata a naufragi, distruzioni e bombe, e che oggi rivediamo nel suo virtuale, straordinario splendore, come neanche Raffaello riuscì ad ammirare mai”. Secondo Sgarbi, si tratta di “una ricostruzione filologica”, poiché “quest’opera nasce su tavola e solo nell’800 migra su tela, così come la vediamo al Prado. Ecco, questa ricostruzione di Factum Arte la restituisce alla sua essenza, e l’altare del Gagini, che mi piace immaginare sia anch’esso nato su un disegno di Raffaello, è il suo degno completamento. Credo che questa restituzione sia l’unica novità dell’anno raffaellesco”.Sarà possibile visitare la cappella che ospita l’altare allo Spasimo, nell’ambito del festival RestArt, ogni venerdì e sabato dalle 19 a mezzanotte fino al 29 agosto. Il primo weekend (10 e 11 luglio) visite dalle 19 alle 20,30.(Foto Giulio Giallombardo)