◉ PALERMO

Il corredo equestre di Marcantonio Colonna nella scuderia restaurata del Palazzo Reale

Dal 7 novembre all’8 dicembre nella sala di pertinenza del comando militare dell’Esercito della Sicilia, trova spazio uno dei rari esemplari superstiti di bardatura da parata del Cinquecento appartenuta al condottiero eroe della battaglia di Lepanto

di Marco Russo

6 Novembre 2024

È stato uno dei più celebri condottieri italiani del Cinquecento e membro di una delle famiglie più influenti e potenti del tempo, con una lunga storia di impegno politico e militare nell’Italia rinascimentale. Oggi il corredo equestre da parata del viceré Marcantonio II Colonna, viene esposto per un mese nella Real scuderia del Palazzo Reale, a Palermo, fresca di restauro. Dal 7 novembre all’8 dicembre – fanno sapere dalla Regione – nella sala di pertinenza del comando militare dell’Esercito della Sicilia, recentemente restaurata dalla Soprintendenza, trova spazio uno dei rari esemplari superstiti di bardatura da parata del Cinquecento, straordinario esempio dello sfarzo e della pompa che caratterizzano i manufatti cerimoniali del periodo.

Parte del corredo equestre di Marcantonio Colonna

Il corredo, proveniente dai depositi della Galleria regionale di Palazzo Abatellis, è composto da numerosi elementi, realizzati con materiali preziosi, e da una gualdrappa in velluto rosso, ricamata con filati serici e metallici, applicazioni di perle e placche in oro smaltato. 

Nel corso dell’evento saranno esposti pannelli divulgativi sugli esiti della politica urbanistica di Marcantonio Colonna durante il suo viceregno dal 1577 al 1584, nel corso del quale vennero realizzati importanti opere pubbliche, come la sistemazione di piazze, l’apertura o il prolungamento delle arterie principali, che apportarono maggior decoro alla città e ne migliorarono l’assetto funzionale.

Pezzi del corredo

L’apertura della Real Cavallerizza consentirà anche di ammirare la Vittoria Alata, opera realizzata nel 1922 dallo scultore Antonio Ugo per onorare i dipendenti del Banco di Sicilia caduti nel corso della Prima guerra mondiale. L’opera, che era collocata al secondo piano del Palazzo delle Finanze in via Vittorio Emanuele, allora anche sede del Banco, era stata rubata nel febbraio 2013 e poi ritrovata segata in tre pezzi. Restaurata nel 2018, è temporaneamente esposta in un ambiente adiacente alla Real Cavallerizza.

“Questa esposizione – commenta l’assessore regionale ai Beni culturali Francesco Paolo Scarpinato – è un’occasione di duplice importanza: intanto, perché offriamo alla cittadinanza la possibilità di visitare uno spazio di altissimo valore artistico, ripristinato e reso fruibile grazie ai recenti lavori di restauro effettuati; e poi perché mettiamo in mostra gratuitamente questo importante armamentario, composto da accessori in cuoio, metallo smaltato e argento, di proprietà di Palazzo Abatellis, che di solito per motivi conservativi, a causa della fragilità di alcuni componenti, è custodito nei depositi”.

La mostra, a ingresso gratuito, effettuerà i seguenti orari: dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 13 e dalle 14 alle 16,30 (chiusura alle 17). Sabato dalle 10 alle 13 e dalle 14 alle 16,30 (chiusura alle 17). Domenica e festivi dalle 10 alle 13 (chiusura alle 13,30).

Un ritratto di Marcantonio Colonna

MARCANTONIO COLONNA, UN ABILE COMANDANTE

Nato a Marino, vicino a Roma, nel 1535, Marcantonio Colonna crebbe in un’epoca in cui l’Italia era frammentata in piccoli Stati e regni spesso in guerra tra loro, e il suo ruolo come comandante militare fu cruciale in molte delle principali battaglie e alleanze del periodo. In giovane età, si distinse per il suo coraggio e abilità tattica, guadagnando la stima sia dei nobili italiani sia delle potenze europee.

La sua carriera si intrecciò presto con le vicende politiche della Chiesa cattolica e dell’Impero spagnolo, all’epoca governato da Filippo II di Spagna. La sua lealtà alla Spagna e al papato lo portarono ad assumere posizioni di rilievo nelle forze navali e terrestri della Lega Santa, un’alleanza formata principalmente da Spagna, Stato Pontificio e Repubblica di Venezia, con l’obiettivo di contrastare l’avanzata dell’Impero Ottomano nel Mediterraneo.

La battaglia di Lepanto, nella Galleria delle carte geografiche dei Musei Vaticani

LA BATTAGLIA DI LEPANTO

Il condottiero è ricordato soprattutto per il suo ruolo nella Battaglia di Lepanto del 1571, una delle più grandi battaglie navali della storia, combattuta tra la Lega Santa e l’Impero Ottomano. Colonna fu comandante della flotta pontificia e, insieme a don Giovanni d’Austria (che guidava la coalizione), riuscì a infliggere una sconfitta decisiva agli Ottomani. La vittoria di Lepanto fu una svolta strategica, frenando temporaneamente l’espansione ottomana e consolidando il potere cristiano nel Mediterraneo.

Dopo la battaglia, Marcantonio Colonna venne celebrato in tutta Europa come un eroe e un difensore della cristianità. In particolare, il suo ritorno a Roma fu trionfale, e venne accolto con onori grandiosi da papa Pio V, che vedeva in lui un simbolo del successo della crociata contro gli infedeli.

ULTIMI ANNI E LASCITO

Dopo Lepanto, Marcantonio Colonna continuò a prestare servizio militare, ma la sua carriera non raggiunse più i picchi di fama della vittoria contro gli Ottomani. Verso la fine della sua vita, si dedicò alla politica e all’amministrazione dei suoi vasti possedimenti, consolidando il potere della famiglia Colonna in Lazio e nelle aree circostanti. Morì nel 1584, lasciando un’eredità di successo militare e rispetto, tanto per il valore dimostrato quanto per il contributo alla stabilità della cristianità in un’epoca di tensioni religiose.

La sua figura rimane un simbolo di abilità militare, ricordata ancora oggi per il ruolo fondamentale nella storia navale e nelle lotte tra Oriente e Occidente del Cinquecento.