◉ BENI CULTURALI
Il Palazzo Reale di Palermo svela il suo patrimonio segreto
Si inaugura la mostra Thesaurus, frutto di una sinergia tra la Fondazione Federico II e il Fondo edifici di Culto. Esposto un consistente corpus del tesoro della Cappella Palatina tra cofanetti, argenti, pergamene, fonti battesimali. Il racconto di un’epoca che metteva insieme maestranze di culture diverse
di Carola Arrivas Bajardi
13 Dicembre 2023
Un viaggio senza tempo alla scoperta di un’epoca straordinaria che ha segnato la storia della Sicilia. Nelle sale del Palazzo Reale di Palermo apre da oggi la mostra Thesaurus. Frutto di una sinergia tra la Fondazione Federico II e il Fondo edifici di Culto del Ministero dell’Interno, con la collaborazione di diversi enti prestatori e un pool di studiosi italiani e stranieri, la mostra svela un consistente corpus del “tesoro” della Cappella Palatina. Fino al 30 settembre 2024, in esposizione 56 reperti accuratamente selezionati, tra cofanetti, argenti raffinatissimi, pergamene, fonti battesimali, opere raffiguranti la Madonna Odigitria, gioielli appartenenti a Costanza d’Aragona. E ancora, c’è una bolla raffigurante Ruggero II e un sigillo mesopotamico trovato in uno dei cofanetti, che di colpo ci riporta indietro fino al terzo millennio avanti Cristo.
Con questa mostra torna a splendere un patrimonio segreto, finora noto a pochi e la Fondazione Federico II prosegue nell’opera di svelamento e valorizzazione dei contenuti del Palazzo nell’ottica di una sempre crescente fruibilità. Il tesoro rappresenta la chiave di accesso per raccontare l’aspetto immateriale che metteva insieme maestranze di culture diverse, a cui diede impulso il sovrano illuminato Ruggero II.
Tra gli oggetti in esposizione, unico nel suo genere è lo splendido cofanetto di foggia ellittica in legno, avorio, mastice nero e ottone. Si tratta di uno dei pezzi più pregiati del tesoro della Capella Palatina. Lo storico Gioacchino Di Marzo lo data in fase normanna e lo attribuisce a maestranze siculo-islamiche, ma le decorazioni sono tipiche dell’iconografia fatimide del 12esimo secolo e la forma bombata del coperchio è una rarità nell’arte islamica. Una delle iscrizioni arabe in caratteri naskhi tradotte dall’Amari recita: “Delizia dell’occhio son io quando fo mostra di me, son ricettacolo di ogni bella cosa sian drappi o sian gemme”.
Tra i preziosi reperti in mostra si possono ammirare anche un paio di orecchini in filigrana d’oro e tre dei cinque anelli con castoni di pietre preziose del corredo funebre di Costanza d’Aragona (due furono trafugati in quanto non compaiono già nell’inventario del 1848), oggi appartenenti al Tesoro della Cattedrale insieme al preziosissimo “camaleucco”. Ma c’è anche una vasca battesimale proveniente dalla chiesa del Santissimo Salvatore di Messina e oggi custodita al Mume e un’acquasantiera di marmo con inserti musivi, che ricorda la tipica decorazione dell’epoca con motivi geometrici
“I manufatti oggetto della mostra narrano storie di tempi lontani e di evidenze di grandi accadimenti culturali che hanno reso la Sicilia centro nevralgico del Mediterraneo”, afferma detto il presidente dell’Ars e della Fondazione Federico II, Gaetano Galvagno. Infatti questi tesori, provenienti da una corte raffinatissima, colta e cosmopolita come quella del re normanno Ruggero II, assumono oggi l’importante funzione di “history keeper”, ovvero di custodi della storia e dell’identità siciliana.
La mostra, che è arricchita anche da una riproduzione video in 3D del soffitto ligneo a muqarnas della Cappella Palatina, ha l’obiettivo di “favorire la comprensione di una eredità corrispondente ad un patrimonio universale e transgenerazionale”, come afferma Patrizia Monterosso, direttore generale della Fondazione Federico II, secondo la quale “il riconoscimento Unesco del Palazzo Reale e della Cappella Palatina quali Patrimonio dell’Umanità ha proprio questo significato”.
Thesaurus si apre anche al contemporaneo con due opere di Mimmo Paladino. In esposizione una scultura di bronzo del 2018 e un quadro ottagonale del 2011, entrambe di grandi dimensioni ed entrambe intitolate “Stupor Mundi”. Infine il libro-catalogo – 396 pagine con un’edizione in italiano e una in inglese – propone una ulteriore e autorevole pagina di approfondimento secondo un approccio multidisciplinare grazie al contributo di importanti studiosi sia italiani che stranieri, tra cui Henri Bresc, Fabrizio Agnello, Maria Giulia Aurigemma, Maria Concetta Di Natale e Giovanni Travagliato.
La mostra è anche un omaggio a Vlado Zoric, storico innamorato della Sicilia scomparso nel 2021, che ha collaborato con la Fondazione Federico II, donando chiavi di lettura complesse a questo periodo storico. “Ci ha insegnato – lo ricordano dalla Fondazione – a ricercare nell’architettura e nei reperti la forza espressiva e rivelatrice che è stimolo sempre attivo nei secoli”.