La nuova vita dei borghi rurali abbandonati
Passi avanti per la riqualificazione degli insediamenti costruiti negli anni Quaranta del secolo scorso nelle aree interne della Sicilia
di Giulio Giallombardo
28 Agosto 2019
Un itinerario di storia e natura tra le campagne siciliane. Un percorso lungo 200 chilometri che si snoda da un capo all’altro dell’Isola, attraverso i borghi rurali abbandonati, con percorsi a cavallo, piste ciclabili e sentieri, alla scoperta di luoghi sconosciuti e non battuti dai tradizionali circuiti turistici. È un sogno iniziato una decina di anni fa, con l’ambizioso progetto “Le vie dei borghi” dell’Ente Sviluppo Agricolo della Regione Siciliana, e che adesso inizia a farsi concreto, seppur tra mille difficoltà.
L’obiettivo ribadito in più occasioni dall’amministrazione regionale, è quello di proseguire il piano di riqualificazione per recuperare gli insediamenti costruiti negli anni Quaranta del secolo scorso dall’Ente di colonizzazione del latifondo siciliano, ampliati con la riforma agraria negli anni Cinquanta e assorbiti dall’Ente di sviluppo agricolo nel 1965. Un progetto, però, che richiede un importante sforzo economico, perché i borghi rurali, col passare degli anni, si sono trasformati in città fantasma, con edifici ormai fatiscenti e totalmente da ristrutturare.Qualcosa, però, inizia a muoversi. A partire dalle attività di progettazione annunciate recentemente dall’Esa e in parte già finanziate, che intercettano contributi nazionali, finanziamenti comunitari, regionali e di fondazioni private. Tra questi progetti, che ammontano complessivamente a 23 milioni di euro già finanziati, ci sono anche quelli dedicati ad alcuni dei luoghi inseriti nell’itinerario de “Le vie dei borghi”. A partire da Borgo Lupo, che ricade nel territorio di Mineo, e Borgo Libertinia, a Ramacca, entrambi nel Catanese (ve ne abbiamo parlato qui), e ancora Borgo Borzellino, vicino a San Cipirello, nel Palermitano e Borgo Schisina, a Francavilla di Sicilia, nel Messinese. Già finanziati con circa 11 milioni, dei 17,5 milioni previsti, gli interventi nei borghi Lupo e Borzellino.Poi, in graduatoria, ma ancora non finanziato, il progetto da 200mila euro per la creazione di un centro etnobotanico nei locali dell’ex delegazione comunale di Borgo Bruca, a Buseto Palizzolo, nel Trapanese, e, in attesa di decreto, previsti 950mila euro per il progetto Porta del Bosco, che prevede interventi di riqualificazione dei sentieri e di valorizzazione turistica del Bosco di Scorace, sempre a Buseto Palizzolo. Finanziati, inoltre, due progetti per Borgo Petilia, frazione di Caltanissetta, e Borgo Giuliano, nel territorio di San Teodoro, nel Messinese (quest’ultimo in attesa del decreto), per un importo complessivo di 840mila euro. Inoltre, tra le attività che l’Esa vorrebbe realizzare, anche un evento in collaborazione con l’università e il polo museale regionale di Palermo, dedicato ai borghi rurali, con seminari, mostre fotografiche e anche la pubblicazione di un volume.Un capitolo a parte, poi, spetta a Borgo Schirò, a pochi chilometri da Corleone (ve ne abbiamo parlato anche qui), di cui si è tornato a parlare recentemente nel corso di un incontro che si è svolto nella cittadina del Palermitano a Palazzo Provenzano e a cui hanno partecipato i vertici dell’Esa con le amministrazioni comunali di Corleone e Monreale, da cui dipende il borgo. Anche in questo caso, le intenzioni sono quelle di avviare progetti di recupero per il piccolo insediamento rurale, cercando di sfruttare tutte le risorse disponibili.“L’attenzione dell’amministrazione regionale è molto alta – ha detto a Le Vie dei Tesori News, il direttore dell’Esa, Fabio Marino – stiamo provando in tutti i modi a portare avanti i nostri progetti e avere recuperato 23 milioni, che potrebbero diventare 43, per le nostre attività, è già un grande risultato. Riguardo alla valorizzazione dei borghi rurali, la speranza è che, sebbene con ritardo, si possa arrivare ad un investimento complessivo più ad ampio raggio. I segnali positivi ci sono e vanno tutti nella stessa direzione. Dopo tanti anni, finalmente, c’è un’idea organica sui borghi e questo è un importante punto di partenza”.