◉ PALERMO
Lettere, appunti e fotografie: i documenti ritrovati di Giuseppe Pitrè
Inaugurata una mostra al museo fondato dallo scrittore ed etnologo palermitano in cui sono esposti manoscritti, bozze, ritagli di giornale e altri cimeli. Un patrimonio che aiuta a comprendere meglio gli studi e le ricerche dello studioso
di Redazione
10 Aprile 2024
Manoscritti inediti, vergati dalla sua inconfondibile minuta grafia, ma anche lettere, bozze, ritagli di giornale, fotografie, persino stralci del registro delle lezioni tenute all’Università di Palermo. È il mondo della quotidianità di Giuseppe Pitrè, fatta di studio e ricerca incessante, raccontato nella mostra “Pitrè inedito. I documenti ritrovati”, curata da Eliana Calandra, nelle sale del museo Pitrè di Palermo fino al 28 aprile.
Un patrimonio di documenti che permettono di conoscere “dall’interno” il metodo di lavoro dello scrittore ed etnologo palermitano. La mostra – organizzata dal museo con Settimana delle Culture e con la collaborazione del Lions Club “Palermo Mediterranea” – si è inaugurata ieri nel giorno in cui si è celebrato l’anniversario della morte di Pitrè, che quel museo l’ha fondato nel 1909. È un omaggio all’uomo che amava dire di sé “io vivo nel popolo e col popolo” e che, con la sua infaticabile opera, ha raggiunto l’obiettivo che, all’indomani dell’Unità d’Italia, egli stesso si era prefissato: salvare dall’oblio le testimonianze della cultura contadina, delle tradizioni, riti, costumi, usanze del popolo siciliano tra Otto e Novecento. Un patrimonio prezioso da tutelare e valorizzare.
I documenti inediti provengono dalla donazione che il 29 aprile del 1967 fece Giuseppina D’Alia Pitrè, nipote e “unica e legittima erede” della figlia di Pitrè, Maria. Un verbale di consegna dato nelle mani dell’allora direttore del museo, Museo Giuseppe Bonomo, affinché oggetti e documenti del nonno, entrassero a far parte del patrimonio dell’istituzione da lui fondata.
Dai due grandi contenitori custoditi nel museo emergono, infatti, manoscritti, lettere, bozze, ritagli di giornale, fotografie, tessere personali, libretti militari, onorificenze, telegrammi, e anche stralci del registro delle lezioni universitarie svolte da Pitrè come titolare della prima cattedra di quella nuova disciplina scientifica che volle chiamare “demopsicologia”, complete di indicazioni degli argomenti trattati.
Una mostra che aiuta a comprendere meglio gli studi e le ricerche di Pitrè, il medico che amava le tradizioni popolari e conosceva il valore della memoria. Un intellettuale che riserva la stessa attenzione ai propri ricordi, raccogliendo in ordinati quaderni manoscritti (ma anche in foglietti volanti) tutti i suoi appunti, a volte semplici intuizioni, a volte testi su cui lavorare per la pubblicazione, conservando scrupolosamente i ritagli di giornale che parlano di lui, o annotando i giudizi dei più noti intellettuali del tempo sulla sua opera. Ritrovate anche le lettere “circolari” che mandava ai suoi corrispondenti, sparsi in tutta la Sicilia, per richiedere collaborazione alle sue ricerche.
La mostra, con ingresso libero, sarà visitabile fino al prossimo 28 aprile, tutti i giorni dalle 9 alle 18,30 (ultimo ingresso ore 17:30). Info: museopitre@comune.palermo.it