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L’oleoturismo arriva sulle Madonie, alla scoperta di ulivi secolari e antichi frantoi

A San Mauro Castelverde, nel Palermitano, è stato ideato un percorso dedicato ai tanti alberi monumentali del territorio. E presto nasceranno  anche un museo e una banca dell’olio

di Giulio Giallombardo

4 Aprile 2023

Evoca miti sin dalla preistoria, è cantato dai poeti dell’Antico Testamento e Omero lo assurse a simbolo di pace. Negli anni del turismo esperienziale del post pandemia, l’ulivo si sta ritagliando un ruolo da protagonista. Ormai sempre più territori e aziende puntano sull’oleoturismo, fenomeno in crescita, che unisce antiche tradizioni agricole a nuovi fermenti  turistici. Lo sanno bene a San Mauro Castelverde, sulle Madonie, dove gli ulivi sono monumenti della natura, alberi secolari attorno a cui è stato costruito un itinerario adesso rilanciato sotto l’egida dell’amministrazione comunale.

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Un viaggio alla scoperta di uno degli uliveti monumentali più belli del territorio, di proprietà della famiglia Giaimo. Un percorso che coniuga natura e storia, esplorando simboli e miti degli ulivi, dalla preistoria ai nostri giorni. Un’occasione anche di incontro con i produttori, di scoperta di antichi frantoi, fino esplorare i vicoli di San Mauro, borgo che fa parte dell’Associazione nazionale Città dell’Olio.

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“Gli ulivi sono attori della mitologia greca, latina e del Cristianesimo, retaggi e simboli che ci portiamo dietro fino a oggi. Per questo abbiamo voluto trasformare i nostri uliveti in centri culturali”, spiega alle Vie dei Tesori Dario Macaione, presidente dell’associazione L’Ulivo capovolto, che ha ideato l’itinerario “Uli-vagando a San Mauro Castelvere” insieme a Cinzia Giamo e Rosario Candino. Un percorso a cui partecipano gruppi di turisti provenienti da diversi Paesi del mondo, ma anche studenti delle scuole del territorio.

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“Accompagno i visitatori spiegando loro, attraverso dei pannelli, il valore storico dell’ulivo attraverso i secoli, a partire dall’immagine biblica della Genesi, con la Colomba che tiene nel becco un ramoscello d’ulivo, fino ad alle nostre vecchie cento lire con l’albero d’ulivo e allo stemma nella nostra Repubblica”, racconta ancora Macaione, che è anche consulente del sindaco di San Mauro Castelverde, Giuseppe Minutilla, per la promozione turistica del territorio.

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Durante il percorso vengono, inoltre, approfonditi gli aspetti più tecnici e botanici delle piante, le fasi di cura e produzione, seguendo le diverse tappe che vanno dall’albero alla bottiglia d’olio. Dopo l’uliveto della famiglia Giaimo, si visita l’ex feudo Ogliastro-Parrinello: un bosco di 1.500 ettari e diecimila ulivi delle varietà Crastu e Giarraffa, cultivar tipici del territorio di San Mauro. Si passa quindi all’ex feudo della famiglia Coco, oggi dei Candino, incastonato tra i giardini di Karsa, contrada di San Mauro. È qui che si può scoprire un frantoio a trazione animale che risale ai primi del Novecento. Un classico “trappitu” della tradizione contadina, dove le olive venivano molite con grandi pietre calcaree.

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Dopo una degustazione tecnica con sommelier e assaggiatori di olio, ultima tappa del percorso è la visita tra i vicoli di San Mauro, in compagnia dei volontari del Servizio civile, alla scoperta di chiese e del museo etnoantropologico. “L’olio e gli uliveti sono la carta d’identità di San Mauro – dice il sindaco Giuseppe Minutilla – abbiamo l’obiettivo di preservare il nostro territorio dal dissesto, invertendo la tendenza che vede le campagne delle aree interne in abbandono. E questo progetto, come quello sull’ape maurina, va in questa direzione. Inoltre, stiamo lavorando alla realizzazione di un museo e una banca dell’olio, con un laboratorio di sperimentazione. Il prossimo giugno, poi, ci aspetta la rassegna ‘Borgolio 2023’, a cui saranno invitati tutti i produttori del territorio”.