◉ PALERMO
L’oleoturismo arriva sulle Madonie, alla scoperta di ulivi secolari e antichi frantoi
A San Mauro Castelverde, nel Palermitano, è stato ideato un percorso dedicato ai tanti alberi monumentali del territorio. E presto nasceranno anche un museo e una banca dell’olio
di Giulio Giallombardo
4 Aprile 2023
Evoca miti sin dalla preistoria, è cantato dai poeti dell’Antico Testamento e Omero lo assurse a simbolo di pace. Negli anni del turismo esperienziale del post pandemia, l’ulivo si sta ritagliando un ruolo da protagonista. Ormai sempre più territori e aziende puntano sull’oleoturismo, fenomeno in crescita, che unisce antiche tradizioni agricole a nuovi fermenti turistici. Lo sanno bene a San Mauro Castelverde, sulle Madonie, dove gli ulivi sono monumenti della natura, alberi secolari attorno a cui è stato costruito un itinerario adesso rilanciato sotto l’egida dell’amministrazione comunale.
Un viaggio alla scoperta di uno degli uliveti monumentali più belli del territorio, di proprietà della famiglia Giaimo. Un percorso che coniuga natura e storia, esplorando simboli e miti degli ulivi, dalla preistoria ai nostri giorni. Un’occasione anche di incontro con i produttori, di scoperta di antichi frantoi, fino esplorare i vicoli di San Mauro, borgo che fa parte dell’Associazione nazionale Città dell’Olio.
“Gli ulivi sono attori della mitologia greca, latina e del Cristianesimo, retaggi e simboli che ci portiamo dietro fino a oggi. Per questo abbiamo voluto trasformare i nostri uliveti in centri culturali”, spiega alle Vie dei Tesori Dario Macaione, presidente dell’associazione L’Ulivo capovolto, che ha ideato l’itinerario “Uli-vagando a San Mauro Castelvere” insieme a Cinzia Giamo e Rosario Candino. Un percorso a cui partecipano gruppi di turisti provenienti da diversi Paesi del mondo, ma anche studenti delle scuole del territorio.
“Accompagno i visitatori spiegando loro, attraverso dei pannelli, il valore storico dell’ulivo attraverso i secoli, a partire dall’immagine biblica della Genesi, con la Colomba che tiene nel becco un ramoscello d’ulivo, fino ad alle nostre vecchie cento lire con l’albero d’ulivo e allo stemma nella nostra Repubblica”, racconta ancora Macaione, che è anche consulente del sindaco di San Mauro Castelverde, Giuseppe Minutilla, per la promozione turistica del territorio.
Durante il percorso vengono, inoltre, approfonditi gli aspetti più tecnici e botanici delle piante, le fasi di cura e produzione, seguendo le diverse tappe che vanno dall’albero alla bottiglia d’olio. Dopo l’uliveto della famiglia Giaimo, si visita l’ex feudo Ogliastro-Parrinello: un bosco di 1.500 ettari e diecimila ulivi delle varietà Crastu e Giarraffa, cultivar tipici del territorio di San Mauro. Si passa quindi all’ex feudo della famiglia Coco, oggi dei Candino, incastonato tra i giardini di Karsa, contrada di San Mauro. È qui che si può scoprire un frantoio a trazione animale che risale ai primi del Novecento. Un classico “trappitu” della tradizione contadina, dove le olive venivano molite con grandi pietre calcaree.
Dopo una degustazione tecnica con sommelier e assaggiatori di olio, ultima tappa del percorso è la visita tra i vicoli di San Mauro, in compagnia dei volontari del Servizio civile, alla scoperta di chiese e del museo etnoantropologico. “L’olio e gli uliveti sono la carta d’identità di San Mauro – dice il sindaco Giuseppe Minutilla – abbiamo l’obiettivo di preservare il nostro territorio dal dissesto, invertendo la tendenza che vede le campagne delle aree interne in abbandono. E questo progetto, come quello sull’ape maurina, va in questa direzione. Inoltre, stiamo lavorando alla realizzazione di un museo e una banca dell’olio, con un laboratorio di sperimentazione. Il prossimo giugno, poi, ci aspetta la rassegna ‘Borgolio 2023’, a cui saranno invitati tutti i produttori del territorio”.