L’ulivo di via D’Amelio diventa bene culturale: nascerà un giardino della memoria

L’albero piantato dalla madre del giudice nel luogo dell’esplosione sarà sottoposto a vincolo da parte della Regione, mentre il Comune avvierà un intervento di rigenerazione urbana con la creazione di un’area verde

di Ruggero Altavilla

1 Luglio 2023

Fu piantato un anno dopo la strage di via D’Amelio, nella buca lasciata dall’esplosione in cui persero la vita Paolo Borsellino e i cinque agenti della sua scorta. Adesso, l’ulivo proveniente da Betlemme voluto da Maria Pia Lepanto, madre del giudice ucciso dalla mafia, riceverà dalla Regione Siciliana il vincolo di “interesse culturale”. Allo stesso tempo, il Comune di Palermo, con un atto di indirizzo del vicesindaco Carolina Varchi, ha raccolto la petizione lanciata da Salvatore Borsellino ed avviato così l’iter per la piena valorizzazione dell’area, con la creazione di un giardino della memoria.

L’ulivo di via D’Amelio (foto Giulio Giallombardo)

Ieri – fanno sapere dalla Regione – la soprintendente ai Beni culturali di Palermo, Selima Giuliano, ha notificato al Comune di Palermo l’avvio del procedimento amministrativo per il riconoscimento della tutela dell’ulivo piantato trent’anni fa. L’iniziativa si realizzò grazie alla solidarietà del Movimento per la Pace delle Donne in Nero palestinesi ed israeliane, della Comunità araba e della Comunità Salesiana di Cremisan, della Rappresentanza diplomatica italiana a Gerusalemme e delle ong Ciss di Palermo e Cocis di Gerusalemme.

Via D’Amelio dopo l’attentato

“L’albero piantato in via d’Amelio riveste un valore testimoniale, identitario e civico di carattere eccezionale e la sua salvaguardia assume una forte valenza simbolica in quanto esempio tangibile di partecipazione e di legalità – afferma il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani – . A poche settimane dal 31esimo anniversario della strage del 19 luglio 1992, è un ulteriore segno di attenzione alla valorizzazione della memoria e dell’impegno nella diffusione di una cultura antimafia”.

I rami dell’ulivo carichi di messaggi in memoria del giudice Borsellino (foto Giulio Giallombardo)

“L’ulivo è diventato un segno di rinascita, un punto di riferimento per tutti i cittadini, soprattutto per i bambini, le associazioni, le famiglie, che non dimenticano quell’orrore e che ancora lasciano sui rami e ai piedi del fusto un pensiero, un disegno, una dedica alle vittime”, aggiunge l’assessore regionale ai Beni culturali, Francesco Scarpinato.

Paolo Borsellino

“Sono passati quasi trentuno anni – sottolinea il vicesindaco Varchi – e tutti dobbiamo impegnarci per tradurre la memoria in gesti concreti, anche valorizzando un simbolo come l’albero di via D’Amelio e restituendo il luogo alla piena fruizione di quanti vi si recano”. Mentre per l’assessore comunale alla Rigenerazione urbana, Maurizio Carta, “la bellezza e la sicurezza dei luoghi sono vettori potenti per diffondere la cultura della legalità, per affermare i valori del rispetto dei luoghi simbolo della memoria di chi ha perso la vita nella lotta contro la mafia”.

L’ulivo di via D’Amelio diventa monumento (foto Giulio Giallombardo)

Un plauso all’iniziativa arriva anche dal Centro Studi, Ricerche e Documentazione Sicilia/Europa Paolo e Rita Borsellino, depositario dei documenti originali che testimoniano il complesso iter per la realizzazione del desiderio di Maria Pia Lepanto e della figlia Rita Borsellino, di far arrivare da Betlemme e piantumare nel cratere lasciato dal tritolo, un albero di ulivo, in segno di pace in un luogo che fu di morte e devastazione.