Nuovi scavi archeologici in Sicilia, si parte da Ramacca

Al via il cantiere nella villa romana con pavimenti mosaicati di contrada Castellito, vandalizzata nel dicembre del 2017. Seguiranno altri siti

di Ruggero Altavilla

20 Aprile 2019

Era una delle sfide dell’assessore Sebastiano Tusa: far partire dopo dieci anni una nuova campagna di scavi archeologici finanziata dalla Regione Siciliana. Adesso, quando è passato più di un mese dalla scomparsa dell’archeologo palermitano, il primo cantiere è pronto. Si tratta di quello della villa romana con pavimenti mosaicati di contrada Castellito a Ramacca, nel Catanese, saccheggiata e vandalizzata nel dicembre del 2017. I lavori, per un importo di quasi settantamila euro – fanno sapere dalla Regione – sono stati affidati alla ditta Arkeo Restauri di Agrigento.

 width=

Mosaici a Ramacca

Per il governo guidato da Nello Musumeci, si tratta di una precisa scelta strategica, adottata con l’obiettivo di riportare alla luce nuovi tesori e arricchire ulteriormente quel patrimonio di reperti storici che da sempre ha un grande impatto sui flussi turistici. “Si tratta di un’area demaniale della Regione Siciliana – spiega la Soprintendente ai Beni culturali di Catania, Rosalba Panvini – che ha ancora tantissime potenzialità e gli interventi in programma promettono di riportare alla luce nuove, preziosissime testimonianze”.In particolare, l’intervento di restauro riguarda la struttura identificata con la Massa Capitoniana presso cui si trovava la prima statio, per chi veniva da Catania, sul tracciato della strada romana che collegava il capoluogo etneo ad Agrigento, così come era indicato nell’Itinerarium Antonini risalente al periodo dell’imperatore Caracalla. Gli scavi, effettuati nel 1978, consentirono di scoprire due vani con pavimento musivo a decorazione geometrica e un muro ad andamento curvilineo e doppio livello pavimentale che suggerì l’esistenza di un piccolo impianto termale.
 width=

Villa romana di Ramacca

A quello di Ramacca, seguiranno altri cantieri annunciati a gennaio nelle province di Palermo, Agrigento, Trapani, Enna, Ragusa e Messina, per un totale di 500mila euro. A Palermo, all’interno del complesso di età medievale di San Giovanni degli Eremiti, riprenderanno i lavori per lo studio e la comprensione dell’edificio preesistente e la realizzazione di nuove modalità di fruizione. A Sant’Angelo Muxaro – in località “Monte Mpisu” – nell’Agrigentino, si completerà lo scavo della necropoli e si scaverà anche a Monte Castello. Nell’Ennese, in contrada Gerace, all’interno della villa romana sono previsti il restauro conservativo dei mosaici già messi in luce, la copertura provvisoria degli ambienti e la pulizia dell’intera area. Nel Ragusano, a Giarratana, in una villa romana del III secolo dopo Cristo, sono previste attività di scavo su altre quattro aree per evidenziarne gli eventuali pavimenti musivi, la sistemazione e la realizzazione di passerelle e supporti didattici. Poi a Milazzo, in provincia di Messina, partiranno i nuovi scavi archeologici nella necropoli greca dell’antica Mylai. Infine, a Pantelleria, partirà lo scavo, il rilievo e lo studio del villaggio preistorico di Mursia.“Anche l’assessore Sebastiano Tusa – ricorda il governatore Nello Musumeci – aveva voluto fortemente questi interventi che sono, dopo un decennio, i primi a essere sostenuti dall’amministrazione regionale. È solo l’inizio: intendiamo sfruttare in pieno questa immensa risorsa e siamo pronti a esaminare con attenzione tutte quelle nuove perizie di scavo che arriveranno dalle Soprintendenze dell’Isola, che in questo settore dovranno tornare ad avere un ruolo propulsivo, per avviare una nuova, entusiasmante stagione di indagini archeologiche”.