Risplendono i gioielli della Valle dell’Eleuterio
Si inaugura un nuovo percorso espositivo nel Castello Beccadelli Bologna di Marineo, dove sono custoditi i reperti dell’area della Montagnola
di Redazione
12 Agosto 2019
Ci sono ricchi corredi di ceramiche e vetri, anfore, elmi e reperti di ogni tipo. Sono i gioielli provenienti dal territorio della Valle dell’Eleuterio, esposti in un’ala del cinquecentesco Castello Beccadelli Bologna di Marineo, che riapre adesso dopo il restauro. La sezione archeologica del Museo della Valle dell’Eleuterio tornerà fruibile dal 13 agosto in un nuovo percorso espositivo che sarà presentato alle 18,30 da Francesca Spatafora – che ha diretto gli scavi e curato l’esposizione – attualmente direttrice del Parco archeologico di Himera, Solunto e Iato, di cui fa parte anche l’area archeologica della Montagnola e il Museo del Castello Beccadelli Bologna, e da Franco Ribaudo, sindaco di Marineo.
Si possono tornare ad ammirare, dunque, i reperti della Valle dell’Eleuterio, territorio intensamente abitato fin dall’antichità e, soprattutto, il consistente nucleo dei materiali rinvenuti nell’insediamento della Montagnola e nelle numerose necropoli ubicate intorno allo stesso sito. Una sala, inoltre, è dedicata alla necropoli tardoantica di Sant’Agata, nel territorio di Piana degli Albanesi, caratterizzata da ricchi corredi composti da ceramiche e vetri straordinariamente ben conservati. I reperti della Montagnola, identificata con la Makella delle fonti classiche grazie al rinvenimento di tegole bollate con il nome della città, documentano la lunga vita del centro abitato che, almeno nelle sue prime fasi dovette svolgere un ruolo di primaria importanza nell’ambito dei rapporti tra centri indigeni, mondo coloniale greco e città puniche. Alla fine del VI e inizi del V secolo avanti Cristo si datano la costruzione della cinta muraria e l’eccezionale deposito votivo, rinvenuto a ridosso del muro di cinta, contenente abbondanti reperti di pregevole fattura, tra cui due schinieri di bronzo e tre elmi, deposti forse a ricordo di una vittoria. In età ellenistica la città raggiunse una notevole prosperità, come attestano l’importante complesso architettonico comprendente una grande cisterna e un edificio pubblico a due piani, con pareti intonacate e pavimentazione in cocciopesto e le numerose necropoli ubicate intorno alla Montagnola. Labili le tracce riferibili ai periodi successivi alla conquista romana della città. In età normanna un abitato esteso e florido si impiantò sulla distrutta città ellenistica-romana.