Sono nascoste in un vicolo del centro storico di Palermo, avvolte da travi di ferro che ne impediscono il crollo. Le case medievali di salita Sant’Antonio stanno in piedi per miracolo, ma ancora trasudano bellezza, scolpita nel ritmo delle arcate e nella straordinaria fascia di pietra su cui poggiano: un intrecciarsi di foglie e volti da ammirare passo dopo passo. In attesa di un restauro in cerca di finanziamento, gli edifici sono stati formalmente dichiarati di interesse culturale, come stabilisce un recente decreto firmato dal dirigente del Dipartimento regionale dei Beni culturali, Sergio Alessandro, che comprende anche l’adiacente chiesa di San Matteo al Cassaro.

Uno degli archi che decorano i prospetti (foto Giulio Giallombardo)
Un riconoscimento di un bene di proprietà della Curia fino a ieri vincolato soltanto
ope legis, ovvero in via presuntiva e provvisoria, e adesso confermato dalla
verifica di interesse condotta dalla Soprintendenza ai Beni culturali di Palermo. “È un atto che mancava – spiega a
Le Vie dei Tesori News,
la soprintendente Lina Bellanca – i nostri tecnici hanno condotto un lungo lavoro di valutazione dell’immobile nel suo insieme, sotto l’aspetto storico e artistico, come è giusto che sia in casi come questo. Sono stati verificati, di volta in volta, i dati catastali di identificazione di tutte le parti che potevano essere comprese all’interno di questo unico vincolo di dichiarazione di interesse culturale, un lavoro complicato perché collegato anche allo studio di tutto il complesso di San Matteo”.
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Particolare della fascia decorata (foto Giulio Giallombardo)
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Il prospetto con le fasce protettive (foto Giulio Giallombardo)
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Case medievali di salita Sant’Antonio (foto Giulio Giallombardo)
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Case medievali di salita Sant’Antonio (foto Giulio Giallombardo)
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Salita Sant’Antonio (foto Giulio Giallombardo)
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Il prospetto di una delle case (foto Giulio Giallombardo)
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Una delle bifore (foto Giulio Giallombardo)
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Uno degli archi che decorano i prospetti (foto Giulio Giallombardo)
Così, oggi un primo piccolo passo verso il recupero delle case medievali è stato fatto, almeno sotto il profilo burocratico.
Un’azione di tutela chiesta a gran voce da cittadini e associazioni, amplificata pochi mesi fa sui social con una campagna lanciata sul gruppo Facebook “Salviamo le case medievali di Palermo” e una raccolta di firme per chiedere il restauro. “È una testimonianza unica e significativa di epoca medievale formata da tre fabbriche conosciute come ‘casa del beneficiale di San Matteo’ in quanto da molti secoli in uso ai chierici di San Matteo – si legge nella petizione avviata dall’architetto
Beppe Cosentino – . Si tratta di tre edifici del XIII secolo, ognuno caratterizzato da bifore e finestre originarie, fasce lapidee marcapiano a motivi antropomorfi e fitomorfi, con cornici, ghiere, rosoni, unici nel loro insieme. Costituiscono una rara ed insostituibile testimonianza dell’età medievale in città e necessitano di urgenti ed improrogabili interventi di consolidamento e salvaguardia”.

Salita Sant’Antonio (foto Giulio Giallombardo)
In attesa di reperire i fondi per il restauro, poco prima dell’emergenza sanitaria,
la Curia aveva provveduto alla pulizia dei prospetti, da cui sbucavano erbacce infestanti. “Conosciamo bene lo stato delle case medievali – afferma
Giuseppe Bucaro, direttore dell’ufficio Beni culturali dell’Arcidiocesi di Palermo – il progetto di restauro è stato fatto, adesso speriamo che possa essere finanziato. Prima che scoppiasse la pandemia abbiamo fatto in tempo a pulire i prospetti, adesso l’emergenza covid ha rallentato tutto. Ci auguriamo quanto prima di poter reperire risorse per avviare i lavori”.

Il prospetto con le fasce protettive (foto Giulio Giallombardo)
Intanto, oggi gli accessi risultano murati,
alcuni solai all’interno sono già crollati e l’intero immobile è a rischio, tanto da essere stato inserito nella
“Lista Rossa 2020” di Italia Nostra, che comprende i beni culturali in pericolo. Se a questo si aggiunge che i costi di recupero sarebbero molto alti e i lavori altrettanto difficili, date le delicatissime condizioni statiche del bene, la strada per il restauro resta tutta in salita. “Abbiamo predisposto una
verifica di spesa per il consolidamento e restauro in modo da rimuovere le attuali puntellature, utili certamente, ma non belle da vedere – ha aggiunto la soprintendente Bellanca – . Purtroppo non abbiamo ancora trovato un canale di finanziamento che possa supportare questo progetto. Sicuramente siamo davanti a un esempio architettonico importante, non ce ne sono tanti a Palermo di questo tipo. Al di là delle finestre e degli archi,
la bellezza di questa fascia decorata è davvero notevole e merita di essere salvaguardata”. Inseguendo il sogno di trasformare il complesso nel museo della Palermo medievale.