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Il Parco dei Monti Sicani che visse tre volte: passi avanti per la ripartenza

I sindaci dei dodici comuni che ricadono nell’originario perimetro dell’area protetta hanno partecipato ad un incontro nella sede dell’assessorato regionale al Territorio. Si sono gettate le basi per una nuova ricostituzione condivisa con enti locali, Liberi consorzi comunali e Città metropolitane

di Marco Russo

19 Febbraio 2025

È durato appena cinque anni, preceduto da una lunga odissea. Il Parco dei Monti Sicani, soppresso nel 2019, potrebbe adesso rinascere, con confini diversi, mettendo in connessione quattro riserve naturali orientate e dodici piccoli comuni. Un passo avanti verso una nuova istituzione del parco regionale a cavallo tra le province di Agrigento e Palermo è stato fatto ieri nel corso di un incontro all’assessorato regionale del Territorio e dell’Ambiente, in cui i sindaci dei dodici paesi che ricadono nell’originaria area del Parco si sono confrontati con l’assessore Giusi Savarino, che ha dichiarato l’intenzione di “potenziare parchi e riserve, utilizzando fondi regionali ed extra-regionali”.

Sambuca di Sicilia

Alla riunione erano presenti i primi cittadini dei comuni di Bivona, Burgio, Cammarata, Castronovo di Sicilia, Chiusa Sclafani, Contessa Entellina, Giuliana, Palazzo Adriano, Prizzi, San Giovanni Gemini, Santo Stefano di Quisquina e Sambuca di Sicilia.

“Con una nuova perimetrazione che cauteli le attività produttive e con una nuova procedura, che prevede la partecipazione degli enti locali, dei Liberi consorzi comunali e delle Città metropolitane interessati, nonché dei portatori di interesse qualificato – dichiara l’assessore Savarino – abbiamo superato le criticità relative all’iter istitutivo. Consideriamo parchi e riserve fondamentali non solo per la salvaguardia e la tutela dell’ambiente, ma anche perché rappresentano straordinarie occasioni di sviluppo per intercettare risorse e attrarre il cosiddetto turismo esperienziale, che prevede l’immersione totale nella vita e nelle tradizioni delle comunità che si visitano”.

Panorama dei Monti Sicani (foto Pasquale Marino)

Istituito definitivamente il 19 dicembre del 2014, il Parco dei Monti Sicani fu soppresso nel giugno del 2019 dal Tar su ricorso di alcuni proprietari di terreni rientranti nel territorio del Parco. Comprendeva un’area di 43.687 ettari suddivisa tra dodici comuni e quattro riserve naturali preesistenti: la riserva naturale orientata Monti di Palazzo Adriano e Valle del Sosio, quella di Monte Carcaci, Monte Genuardo e Santa Maria del Bosco e di Monte Cammarata, che contestualmente all’istituzione del parco, furono soppresse con decreto per poi essere ricostituite.

Burgio

Una storia senza fine quella del Parco dei Sicani, fatta di decreti istitutivi della Regione puntualmente annullati dal Tar. Il primo decreto del 2010 fu sospeso nel 2011, mentre un secondo tentativo di istituzione del Parco risale al 2012, con un secondo decreto poi annullato dal Tar nell’aprile del 2013. Pochi mesi dopo, a fine anno, arriva un nuovo ok della Commissione Ambiente dell’Ars e del Crppn, il Consiglio regionale per la protezione del patrimonio naturale, che porterà all’istituzione definitiva del Parco nel dicembre del 2014. Ma cinque anni dopo arriva l’ennesima bocciatura del Tar, su ricorso di alcuni proprietari di terreni, con cui viene annullato il decreto regionale. Oggi c’è chi pensa anche anche all’istituzione in un parco nazionale, come il deputato del Partito Democratico, Giovanna Iacono che, lo scorso dicembre, ha depositato una proposta di legge d’iniziativa parlamentare per l’istituzione del Parco Nazionale dei Monti Sicani.

Chiusa Sclafani (foto trolvag, licenza CC BY-SA 3.0)

“L’ho visto nascere e morire già tre volte, speriamo sia la volta buona – ha dichiarato Francesco Di Giorgio, sindaco di Chiusa Sclafani, presente all’incontro con l’assessore Savarino – . Il nostro parere è favorevole, ma a condizione che si rispettino alcune nostre indicazioni che riteniamo prioritarie ed esattamente la nuova perimetrazione deve corrispondere con l’attuale perimetro della riserva naturale senza l’introduzione di ulteriori vincoli paesaggistici. Il parco deve essere, esclusivamente, occasione di sviluppo economico”.