◉ ARCHEOLOGIA

Spunta il volto di Medusa nella fabbrica delle maschere dell’antica Finziade

Nell’area archeologica di Licata, all’interno di un edificio probabilmente destinato a laboratorio artigianale, è stato scoperto il calco che potrebbe raffigurare una mitica Gorgone. Le ricerche e gli scavi sono condotti con il supporto del Parco archeologico della Valle dei Templi di Agrigento, sotto la direzione di Roberto Sciarratta, in collaborazione con il Cnr-Ispc di Catania

di Marco Russo

24 Gennaio 2025

Un volto di pietra riemerge dal passato. Tra le antiche rovine di Finziade, ultima colonia greca di Sicilia, vicino a Licata, è riaffiorata una matrice di maschera che potrebbe raffigurare la mitica Medusa. Un frammento affascinante che, secondo gli archeologi, racconta una storia di artigiani e simboli sacri. Il reperto – si legge sul sito internet dei parchi archeologici della Regione Siciliana – è stato scoperto all’interno della cosiddetta Casa 18, un edificio risalente alla tarda età repubblicana che, nella sua ultima fase di vita, attorno all’inizio del Primo secolo avanti Cristo, sembra essere stato trasformato in un laboratorio dedicato alla creazione di maschere teatrali o rituali. Altri ritrovamenti simili, rinvenuti nello stesso contesto, confermano l’importanza di questa produzione nella città antica.

Particolare del calco (foto Parco archeologico della Valle dei Templi, da Facebook)

Le ricerche e gli scavi sono condotti con il supporto del Parco archeologico della Valle dei Templi di Agrigento, sotto la direzione di Roberto Sciarratta, in collaborazione con il Cnr-Ispc di Catania. Il progetto, denominato “Finziade Project”, è guidato dagli archeologi Alessio Toscano Raffa per il Cnr-Ispc di Catania e Maria Concetta Parello, con il coordinamento logistico di Rosario Callea.

Il calco della maschera ritrovato a Finziade (foto Parco archeologico della Valle dei Templi, da Facebook)

Questo affascinante ritrovamento getta nuova luce sulle attività produttive e sulla cultura simbolica di Finziade, rivelando il ruolo centrale dell’artigianato nella Sicilia romana e il legame tra manufatti e credenze antiche.

Finziade: l’antica città perduta di Licata

L’acropoli di Finziade (foto Davide Mauro, licenza CC BY-SA 4.0)

Su un’altura che si affaccia sulla siciliana tra Agrigento e Gela, Finziade, fondata nel 282, secolo avanti Cristo, era un avamposto strategico nel Mediterraneo, crocevia di scambi commerciali e culturali tra le popolazioni sicule, greche e romane. Il nome Finziade si deve probabilmente a Finzia, tiranno di Agrigento, che avrebbe fondato o potenziato la città in un’epoca di grande espansione territoriale. La sua posizione garantiva un controllo privilegiato sulle rotte marittime, rendendola un centro nevralgico per i commerci e le attività agricole.

Con il passare dei secoli, Finziade passò sotto il dominio romano, trasformandosi in un insediamento di rilievo nell’organizzazione economica e produttiva della Sicilia occidentale. Gli scavi condotti negli ultimi anni hanno riportato alla luce tracce significative della sua evoluzione urbana e della vita quotidiana dei suoi abitanti.