Thea regina della Sicilia, al primo posto tra i fossili dell’Isola

14 Giugno 2023

Lo scheletro di homo sapiens scoperto nel 1937 nella grotta di San Teodoro ad Acquedolci e custodito al museo Gemmellaro di Palermo, è stato il più votato tra i reperti selezionati per la competizione della Società Paleontologica Italiana

di Giulio GiallombardoÈ la prima donna siciliana, testimonianza più antica della presenza umana nell’Isola. Lo scheletro di Thea, homo sapiens del Paleolitico risalente a 14mila anni fa, è stato eletto fossile regionale alla competizione nata dalla sinergia tra il gruppo dei giovani della società “Palaeontologist in Progress” e il Consiglio della Società Paleontologica Italiana.

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Lo scheletro di Thea vincitore come fossile regionale (foto Museo Geologico Gemmellaro)

Una gara virtuosa lanciata l’anno scorso per favorire la divulgazione e la conoscenza delle ricchezze del patrimonio paleontologico nazionale, attraverso la selezione di un fossile simbolo per ogni regione italiana. Nei giorni scorsi, nel corso delle Giornate di Paleontologia 2023, dopo le votazioni online sul sito ufficiale della Spi, sono stati resi noti i fossili premiati, scelti tra cinque candidati per ogni regione italiana, selezionati da paleontologi esperti riuniti in specifici comitati.
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Ricostruzione del volto di Thea (foto Museo Geologico Gemmellaro)

A trionfare per la Sicilia è stato lo scheletro quasi del tutto integro e in ottimo stato di conservazione dell’esemplare di homo sapiens scoperto nel 1937 nella grotta di San Teodoro ad Acquedolci, nel Messinese. Oggi Thea è esposta in una teca nella Sala dell’Uomo del museo geologico Gemmellaro di Palermo, dove si può osservare anche la ricostruzione del suo volto, realizzata grazie ai protocolli di antropologia forense, e un diorama a grandezza naturale che raffigura una scena di vita quotidiana delle popolazioni paleolitiche.Lo scheletro fu ritrovato insieme ad altri resti umani appartenenti complessivamente a sette individui, tre femmine e quattro maschi. Secondo gli esperti, osservando le articolazioni non logorate, si potrebbe trattare di una donna poco dedita al lavoro, appartenente probabilmente a un ceto elevato, dunque una sacerdotessa o una principessa. Il teschio conserva una dentatura perfetta, quindi si presume non avesse problemi di alimentazione. Alta intorno al metro e settanta, si pensa sia morta intorno a circa 30 anni di secondo parto. Il corpo fu inumato nella grotta dove è stata rinvenuta, come si evince da alcuni reperti del corredo funebre e dallo strato di ocra rossa che ricopriva lo scheletro, prassi molto diffusa nelle sepolture del Paleolitico.
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Le tre taglie di elefanti siciliani al museo Gemmellaro

Tra gli altri fossili candidati per la Sicilia, la conchiglia di gasteropode di Castelbuono, appartenuta alla collezione del medico naturalista Francesco Minà Palumbo e oggi custodita nel museo naturalistico a lui dedicato. Un reperto di 40 milioni di anni fa, determinante per la datazione degli strati geologici del territorio madonita.Poi in corsa anche lo scheletro fossile di pesce mesozoico meglio conservato di tutta la Sicilia, presente al Museo civico di storia naturale di Comiso e proveniente da Floresta, sui Nebrodi; la conchiglia di brachiopode della Valle del Sosio esposta al museo di storia naturale di Terrasini e lo scheletro di elefante nano proveniente dalla grotta di Spinagallo a Cassibile, oggi conservato nel museo di paleontologia dell’Università di Catania. Con la sua altezza di appena 90 centimetri è il più piccolo esemplare di elefante nano insulare conosciuto.