Torna a splendere la Statua del Re all’Oratorio dei Bianchi
3 Luglio 2021
La scultura è esposta nello storico edificio nel centro di Palermo, dopo il restauro finanziato dalla Fondazione Sicilia su impulso dell’Associazione Amici dei Musei Siciliani
di RedazioneIl percorso degli stucchi del Serpotta si arricchisce di un pezzo pregiato. Tirata fuori dai depositi dell’Oratorio dei Bianchi di Palermo, da ieri è tornata a risplendere la Statua del Re, opera in stucco firmata da Procopio Serpotta, figlio di Giacomo. La scultura è esposta nello storico edificio di piazzetta dei Bianchi, dopo il restauro finanziato con risorse della Fondazione Sicilia, su impulso dell’Associazione Amici dei Musei Siciliani e condotto dalla Pragma.
L’opera, che supera in altezza i due metri, poggia su un piedistallo che riporta un’iscrizione con la data 1727, il nome del probabile committente e il nome dell’autore, Procopio Serpotta. La statua mostra una figura virile in abbigliamento militare da cerimonia con corazza e gorgiera, una mano al fianco e l’altra che impugna il bastone, rivolto verso l’esterno in basso.Dopo quasi venti anni di giacenza nei depositi dell’Oratorio dei Bianchi, la statua in stucco, collocata originariamente in esterno sul prospetto del Palazzo del Re, demolito nel 1936 per la realizzazione dell’attuale via Roma, torna ad essere fruibile dominando la scena dallo scalone dell’Oratorio. Si tratta dell’unica opera a carattere laico che l’erede del grande stuccatore Giacomo ha realizzato nella città di Palermo e raffigura il giovane Re Filippo II, figlio di Carlo V.“Grazie all’iniziativa congiunta degli Amici dei Musei Siciliani e della Fondazione Sicilia e alla progettazione del restauro del museo regionale di Palazzo Abatellis – evidenzia l’assessore ai Beni Culturali, Alberto Samonà – un’opera di grande pregio esce dai depositi e torna a respirare all’interno del percorso degli stucchi dei Serpotta, cui la Galleria di Palazzo Abatellis ha destinato la sede dell’Oratorio dei Bianchi. È motivo di grande gioia per noi tutti che, attraverso il restauro della Statua del Re, recuperiamo un pezzo della nostra memoria”.“La figura di un re – dice Bernardo Tortorici di Raffadali, presidente degli Amici dei Musei Siciliani – che si rialza e mostra tutto il suo splendore simbolicamente rappresenta la città che riparte mostrando la sua bellezza”. La direttrice della Galleria regionale di Palazzo Abatelli, Evelina De Castro, soffermandosi sugli aspetti artistici dell’opera, punta l’attenzione su Procopio Serpotta, “artista degno del padre, come lo definì Donald Garstang. Coeva agli anni del compimento del suo capolavoro, ritenuta tale la decorazione dell’Oratorio di Santa Caterina d’Alessandria, anche la Statua del Re – osserva De Castro – riflette l’elegante stile classicheggiante volto a modelli manieristici, che Procopio afferma in quel tempo come cifra originale del percorso autonomo di maturazione artistica”.