Torre dell’Impiso allo Zingaro, si corre ai ripari per la sicurezza

L’area all'ingresso della riserva è da anni a rischio di caduta massi, adesso la Regione ha finanziato un intervento per arginare il pericolo

10 Agosto 2021

L’area all’ingresso della riserva è da anni a rischio di caduta massi, adesso la Regione ha finanziato un intervento per arginare il pericolo

di Marco RussoSi staglia a picco sul mare dello Zingaro, a un passo da San Vito Lo Capo, e il suo nome evoca oscure storie di fatti violenti. È una delle tante costruzioni di difesa che un tempo servivano a proteggere le coste siciliane. È la Torre dell’Impiso (ossia dell’impiccato), una delle più belle costruite sulla costa negli ultimi anni del Cinquecento. Adesso, la Regione Siciliana vuole mettere in sicurezza l’area dell’edificio, a rischio di caduta massi sulla provinciale, dove transitano, soprattutto durante l’estate, molte auto e bus turistici.

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La provinciale sotto la Torre

Si sblocca, così, una situazione che non poche preoccupazioni ha creato e che perdura da oltre dieci anni, in un versante che è meta continua di turisti in ogni stagione. L’intervento che l’Ufficio contro il dissesto idrogeologico, guidato dal governatore Nello Musumeci, e diretto da Maurizio Croce, ha programmato e finanziato con 220mila euro, ha l’obiettivo di mettere in sicurezza l’area della torre, mitigando il rischio di caduta massi su due strade, quella di accesso alla Riserva dello Zingaro e la Provinciale 63. L’area – spiegano dalla Regione – è caratterizzata da bancate di natura calcareo-dolomitica. La regolarità della sequenza è interrotta più volte da tagli ad alto angolo che, talvolta, sono causa di piccoli distacchi di blocchi di pietra. La specificità del sito e l’alto interesse paesaggistico richiedono l’adozione di tecniche non invasive, in grado comunque di salvaguardare al meglio la principale via d’accesso alla Riserva.
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Il restringimento sulla provinciale

Sono state previste soluzioni di tipo attivo – tra cui la scerbatura e il disgaggio leggero, effettuato in cordata mediante tecniche speleo-alpinistiche e finalizzato all’installazione della rete metallica a maglia esagonale e a doppia torsione – ma anche misure di tipo passivo tra cui barriere paramassi con capacità di assorbimento pari a 100 kilojoule. Il progetto – concludono dalla Regione – prevede anche interventi di ingegneria naturalistica con l’installazione di viminate seminterrate in legno, realizzate con pali di castagno scortecciati e appuntiti, con la funzione di consolidamento superficiale e un immediato effetto di regimentazione delle acque meteoriche.
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Una delle aree a rischio crollo

Costruita tra il 1594 e il 1596 su progetto di Camillo Camilliani, la Torre dell’Impiso a due piani è sormontata da una terrazza da cui si gode uno splendido panorama sul Tirreno. A due piani, con un camino al suo interno, la torre fu dotata anche di un piccolo mulino per la produzione di pane. Dopo quasi un secolo di completo abbandono e di utilizzo come ricovero di pecore ed altri animali domestici, la costruzione è stata restaurata, tornando al suo aspetto originario.