Una missione per i rostri della Battaglia delle Egadi
14 Maggio 2022
Al via una campagna avviata dalla Soprintendenza del Mare, in collaborazione con la Rpm Nautical Foundation per approfondire gli studi sui reperti individuati e recuperati in questi anni nel corso delle campagne di ricerca
di RedazioneUna campagna di studio e documentazione per i rostri della Battaglia delle Egadi, epico scontro tra romani e cartaginesi nel Mediterraneo. È la missione avviata dalla Soprintendenza del Mare e la Rpm Nautical Foundation. Il progetto, frutto della collaborazione tra la Regione e la società di ricerca statunitense, prevede lo studio, la documentazione fotografica e la scansione con laser scanner dei rostri individuati e recuperati in questi anni nel corso delle campagne effettuate nei fondali delle Egadi con la nave da ricerca Hercules della Rpm Nautical Foundation, la Global Underwater Explorers e la Sdss, The Society for the documentation of submerged sites.
Le operazioni sono in corso di svolgimento nelle sedi della Soprintendenza del Mare (Arsenale della Marina Regia e Istituto Roosevelt di Palermo), del Museo Pepoli di Trapani e dello Stabilimento Florio di Favignana. “Si tratta di un momento di importante approfondimento scientifico – sottolinea l’assessore regionale ai Beni culturali, Alberto Samonà – nel segno della collaborazione internazionale con importanti centri di ricerca. I risultati della missione ci consentiranno di acquisire un patrimonio di informazioni dettagliate e approfondite sui rostri ritrovati al largo delle Egadi. Un contributo importante per la conoscenza di un episodio storico che ha condizionato significativamente il corso della storia”.Il team è composto dagli archeologi, dai subacquei, dai restauratori e dai fotografi della Soprintendenza del Mare, coordinati dal soprintendente Ferdinando Maurici e da William Murray dell’University of South Florida, Peter Campbell della Cranfield University, Stephen DeCasien della Texas A&M University, e da Konstantinos Raptis dell’University of Athens.Per il soprintendente del Mare, Maurici “si tratta di un’ulteriore tappa del grande lavoro avviato dall’indimenticabile Sebastiano Tusa, proseguito dai suoi successori e di una importantissima collaborazione scientifica internazionale ai massimi livelli”. Oltre che delle competenze professionali della Soprintendenza del Mare, la missione si avvale dei mezzi e dell’esperienza ormai pluriennale, liberalmente messi a disposizione dall’importante Fondazione scientifica americana.