Valle dei Templi, il futuro tra nuovi scavi e restyling
Il neodirettore Roberto Sciarratta parla della riorganizzazione dell’ente, che ingloberà l’intero settore dei beni culturali del territorio
di Antonio Schembri
31 Luglio 2019
Una tomba, ricoperta da coppi di terracotta, contenente lo scheletro in posizione fetale di un neonato di poche settimane di vita. È l’ultimo ritrovamento della campagna di scavi che sta interessando un gruppo di sepolture costituite da fosse antropoidi nell’area che fronteggia il lato orientale del Tempio della Concordia, monumento simbolo di quell’unicum archeologico e paesaggistico che è la Valle dei Templi di Agrigento. L’operazione si inquadra nel progetto “La Valle dopo gli antichi”, avviato con la nuova governance del Parco Archeologico che con i suoi quasi 1.400 ettari è uno tra i siti antichi più estesi, oltre che meglio conservati del mondo.
Sull’area in cui nel 580 avanti Cristo i coloni provenienti da Gela e da Rodi edificarono Akràgas, definita dal poeta Pindaro “la più bella città dei mortali”, questa pianificazione prevede l’indagine e la valorizzazione ai fini della fruizione delle evidenze archeologiche presenti lungo le mura meridionali della città greca: area in cui, durante l’epoca tardo antica, cioè quella di transizione verso il Medioevo,si impiantò una necropoli paleocristiana.Le campagne di ricerca, affiancate da interventi finalizzati alla conservazione, alla tutela e all’incremento della fruizione del patrimonio archeologico, costituiscono linee guida già segnate dalla legge 20 del 2000 che istituì il Parco della Valle dei Templi. D’ora in avanti però saranno inquadrate in un organigramma dell’ente regionale molto più ampio: “Oltre alla Valle dei Templi, – illustra a Le Vie dei Tesori News il neodirettore Roberto Sciarratta – le competenze gestionali del Parco ingloberanno l’intero settore dei beni culturali della provincia di Agrigento, lungo un ambito territoriale che da Montevago e Sambuca di Sicilia, include Sciacca, le Isole Pelagie e arrivare fino a Licata, includendo ben 38 siti museali, tra questi, la Casa natale di Luigi Pirandello e la Biblioteca Pirandelliana, nonché diverse aree archeologiche, alcune famose, come Eraclea Minoa e altre più piccole ma rilevanti, come quelle di Monte Saraceno, a Ravanusa e di Sant’Angelo Muxaro”.Nella riorganizzazione dell’ente, che con l’accorpamento delle strutture conta all’incirca 250 dipendenti, la questione centrale sarà adesso il dosaggio delle risorse finanziarie: quelle proprie del Parco, costituite dagli introiti degli ingressi dei visitatori e quelle che arriveranno attraverso nuovi finanziamenti regionali, ministeriali e comunitari. “Stiamo intanto cercando di ampliare l’offerta turistico-culturale con iniziative di valorizzazione – continua Sciarratta – . Una di queste è ‘l’Alba nella Valle’, manifestazione che si ripete all’alba di ogni settimana nella zona centrale accanto al Tempio della Concordia. Inoltre stiamo migliorando alcuni percorsi di visita, per esempio in aree come la Tomba di Terone e la zona a valle delle Via Sacra dove si trova il Santuario di Esculapio, nel quale i lavori di illuminazione e di ampliamento dell’accessibilità sono in via di completamento”.Maggiore attenzione, inoltre, alla fruibilità dei percorsi da parte delle persone con disabilità motorie. L’ente Parco ha infatti acquistato carrozzine elettrificate, messe a disposizione all’ingresso di Porta Quinta. “A tutto questo – dice Sciarratta – si aggiungono gli interventi di ordinaria manutenzione: dalla pulizia al decoro delle aree archeologiche e la continuazione di attività di ricerca scientifica già avviate”. Fronte, questo, in cui spiccano le vestigia adesso più importanti su cui lavorare: quelle del Teatro Greco della Valle dei Templi, di cui alcune tracce sono state fatte affiorare tre anni fa. Dal 2016 i saggi archeologici condotti dal Politecnico di Bari sull’agorà dell’Akràgas ellenistica, confermano l’esistenza di un teatro situato a sud-est dell’area del museo archeologico.Si tratterebbe di una struttura risalente alla fine del III secolo avanti Cristo, ovvero il periodo alle soglie della conquista romana di Agrigento. A dimostrarlo il fatto che non è scavata nella roccia, come a Siracusa o Segesta, ma si caratterizza con una cavea sorretta da una serie di muri: ovvero il modello costruttivo dei teatri ellenistico-romani. Una scoperta di notevole importanza – sottolineano all’unità archeologica del Parco, perché rivela finalmente che Akràgas ha avuto a tutti gli effetti il suo teatro, monumentale e peraltro di dimensioni notevoli (pare che il diametro dell’edificio sia stato di circa 100 metri), con il quale la città si collocava in maniera profonda nel contesto culturale del Mediterraneo. Gli scavi in questa zona della Valle si sono interrotti lo scorso anno e dovrebbero essere riattivati nel 2020. Lo stesso vale per quelli nell’area collinare del santuario di Demetra. “Per tutti questi interventi, i finanziamenti sono pronti, 2 milioni di euro, attingibili dalle risorse del Patto per il Sud”.Oggi il Parco archeologico della Valle dei Templi – informano dall’Ente – fa segnare numeri in aumento: circa 960mila i visitatori nel 2018, per un incasso di poco inferiore ai 6 milioni di euro. Dati che, a fronte dell’inadeguatezza delle infrastrutture di collegamento con Agrigento, continuano a crescere. “Rispetto a 19 anni fa, quando nacque il Parco archeologico, le presenze – puntualizza Sciaratta – sono quasi raddoppiate”.