La scoperta alla Cuba soprana: trovate mura e vasche arabe
Viaggio nel cantiere di Villa Napoli, dove sono state trovate tracce preesistenti che danno nuova luce alla storia del monumento normanno
di Giulio Giallombardo
10 Novembre 2020
Un’immagine riflessa di ciò che non c’è più. Una copia ideale costruita al posto dell’originale, replicando forme e prospetti. La nuova campagna di scavi in corso alla Cuba soprana, uno dei sollazzi normanni di Palermo, inglobato nella seicentesca Villa Napoli, sta illuminando con una luce nuova la storia dei monumenti arabo-normanni della città. La fusione di stili, il sincretismo architettonico, la coesistenza tra diverse culture che ha dato vita a tesori unici al mondo, sono testimonianze di una temperie storica di cui però, la parte originaria, quella araba, non sempre è ben visibile. Adesso, la ricerca sugli antichi sollazzi regi è arrivata a una svolta, rileggendo in modo ancora più preciso le tracce arabe “salvate” dalla devastazione normanna.
Gli interventi di restauro a Villa Napoli, con le indagini archeologiche alla Cuba soprana e alla Piccola Cuba, condotti dalla Soprintendenza di Palermo e finanziati dall’assessorato regionale dei Beni culturali con fondi del Po Fesr 2014/2020, stanno rivelando molte sorprese. La visita in anteprima fatta al cantiere permette di scoprire il perimetro di mura arabe preesistenti all’edificio normanno, come la base del padiglione arabo su cui successivamente è stata costruita la Piccola Cuba normanna. A spiegare le nuove scoperte è il direttore scientifico degli scavi, Julio Navarro Palazón, archeologo spagnolo tra i massimi esperti del mondo arabo, che lavora al Consejo Superior de Investigaciones Científicas nella Scuola di Studi Arabi di Granada.“Adesso abbiamo le prove tangibili che il monumento normanno sia stato interamente ricostruito a imitazione della struttura precedente araba distrutta durante l’assedio del 1072 – dice l’archeologo a Le Vie dei Tesori News – . Scavando lateralmente, abbiamo trovato le tracce di mura arabe, con due bacini sovrapposti di due fasi successive sempre arabe, un tempo piene d’acqua. Su queste vasche è poggiato il muro normanno che segue esattamente la pianta perimetrale dell’edificio arabo. Questa è la dimostrazione che i normanni hanno voluto imitare il modello preesistente dopo averlo distrutto”.Ad attirare l’attenzione del ricercatore spagnolo sono anche tre grossi massi rocciosi di diverso colore e solidità che si trovano all’interno dell’edificio, davanti ai tre archi del livello inferiore. “Sono convinto che queste tre pietre abbiano avuto un grande valore sacro anche in epoca pre-araba e che attorno a loro si sia costruito tutto quanto l’edificio – ipotizza Navarro – . Non è un caso che, sia gli arabi, che successivamente i normanni, le lasciarono a vista grazie alle aperture degli archi e soltanto dopo, nel Cinquecento, per aumentare la stabilità della struttura, furono murati gli archi. Si tratta di un elemento davvero unico, che non si riscontra in altri sollazzi di questo tipo, anche all’estero”.- Scavi alla Cuba soprana
- Le tre rocce
- Uno degli antichi ingressi
- Una delle rocce all’interno dell’edificio
- L’arco centrale
- Muro arabo
- Arco con una delle rocce
- Piccola Cuba
- Scavi alla base del padiglione
- La fontana ottocentesca
- Scavi alla Piccola Cuba
- Julio Navarro Palazón
- Julio Navarro Palazón al lavoro