Rinasce Sant’Erasmo, ecco il nuovo porticciolo

Il progetto realizzato in 9 mesi dall’Autorità di sistema portuale della Sicilia Occidentale, punta a recuperare funzioni e usi di un importante segmento della costa palermitana

di Antonio Schembri

11 Ottobre 2019

Per recuperare e affermare la bellezza nel territorio, a cominciare dagli spazi urbani, occorrono sinergie: tra le istituzioni, chiamate a armonizzare le rispettive progettualità. E tra queste e i cittadini, chiamati a salvaguardare la bellezza. Messaggio e invito che sono arrivati ieri dalla presentazione del nuovo porticciolo di Sant’Erasmo, pittoresco affaccio a mare situato tra le mura orientali di Palermo e il fiume Oreto.

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Il taglio del nastro (foto Antonio Schembri)

Un momento di festa per il capoluogo siciliano che in queste settimane, fino al 3 novembre, sta vivendo anche il clou de Le Vie dei Tesori, il festival dedicato alla valorizzazione del patrimonio culturale, monumentale e artistico. Un intervento di riqualificazione, quello sul Piano di Sant’Erasmo, come la toponomastica storica denomina quest’area fortemente identitaria della relazione tra Palermo e il suo mare, con cui l’Autorità di sistema portuale ufficializza il primo step di una serie di impegnativi lavori per restituire a Palermo visuali e fruizione del suo chilometrico waterfront che tra l’800 e il ‘900, concorse a caratterizzare con eleganti lidi e passeggiate l’apice del suo splendore.
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Uno dei nuovi edifici (foto Antonio Schembri)

Il progetto voluto dall’Autorità di sistema portuale della Sicilia Occidentale, costato 2,8 milioni di euro e realizzato in 9 mesi, punta a recuperare funzioni e usi di questo importante segmento costiero. “Si è trattato di un intervento a basso impatto ambientale senza opere di dragaggio marittimo o di protezione idraulica dell’invaso, bensì limitato a una nuova pavimentazione, con il recupero di tratti di basolato originario per un totale di 6mila metri quadrati di spazio calpestabile e alla costruzione di tre edifici destinati all’esercizio di un ristorante, di una gelateria e di un welcome center, mentre circa 1.500 metri quadrati dell’area sono occupati dal verde”, illustra Pasqualino Monti, presidente della Port Authority.
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Pasqualino Monti, Leoluca Orlando e Nello Musumeci (foto Antonio Schembri)

“Con questa operazione siamo andati oltre la competenza di una autorità portuale, che è quello di operare in un mercato chiuso, in cui promuovere il traffico marittimo, investendo per questo anche su nuove infrastrutture – aggiunge Monti – . Si tratta infatti di una essenziale operazione culturale che contribuisce a ricomporre una frattura tra porto e centro storico che per Palermo ha rappresentato per lunghi decenni l’idea di una città con le spalle voltate al mare”.
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L’area riqualificata

Il Piano di Sant’Erasmo fu l’approdo più importante fuori le mura di Palermo. Un luogo produttivo, legato a una cultura marinara ormai del tutto dispersa. Fino ai primi anni del Novecento vi prosperava infatti la pesca del tonno. Poi l’abbandono e il degrado, sorte comune a tutto il sistema costiero della città durante il periodo tra la Seconda guerra mondiale e il primo decennio del nuovo millennio. Adesso quest’opera sottolinea il cambiamento di rotta di Palermo. “Abbiamo costruito un sistema di condivisione tra istituzioni differenti, a dimostrazione che solo attraverso questa logica di collaborazione è possibile trasformare le competenze in richiami alle responsabilità piuttosto che in alibi per le inefficienze”, sottolinea il sindaco Leoluca Orlando.
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L’area riqualificata

Palermo è una citta che ha 8 porti, la cui competenza gestionale non è però del Comune, ma della Port Authority. Fino a poco tempo fa queste due istituzioni non hanno neanche sostanzialmente dialogato, con la conseguenza di lunghe cesure sugli obiettivi da perseguire. È così che una borgata marinara come Sant’Erasmo ha cessato di essere tale, perdendo pezzi della sua storia lungo la via del degrado. Sul solco delle sinergie istituzionali, oltre a una progettualità molto variegata che include, a Palermo, il recupero dei porti dell’Acquasanta e dell’Arenella e che si combina con i lavori del porto di Termini Imerese, l’autorità portuale lavorerà anche con la Fondazione Casa Lavoro e Preghiera dell’ex istituto di Padre Messina, situato tra il porticciolo di Sant’Erasmo e la Villa a mare.
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Il lungomare riqualificato (foto Antonio Schembri)

Il progetto, finanziato dalla Fondazione con il Sud, è l’avvio del primo ostello sociale di comunità in Italia. Sarà l’avamposto sull’iter di recupero dei 7 chilometri della costa sud palermitana e coinvolgerà i quartieri della periferia palermitana al di là del fiume Oreto, ovvero Romagnolo, Settecannoli e Brancaccio, allo scopo di creare nuovi approdi contro la povertà educativa minorile e una nuova consapevolezza rispetto alle potenzialità del territorio, a partire dal mare.La riqualificazione del piano di Sant’Erasmo, dunque, per una fortunata coincidenza, si inaugura proprio in contemporanea con il festival Le Vie dei Tesori. Vale quindi la pena di una passeggiata che includa anche i siti vicini del festival. Tra questi, proprio la casa museo di Padre Messina, sul lato occidentale del porticciolo, l’istituto dove il sacerdote palermitano creò una casa d’accoglienza per gli orfani della borgata che apriva Palermo al mare, prendendo in affitto la grande struttura appartenuta ai principi di Cutò. Da non mancare, sempre in zona, la visita a Palazzo Zingone-Trabia (sulla via Lincoln), quella allo Spasimo e, riavvicinandosi al mare, quella a Porta felice, al Loggiato San Bartolomeo e al Museo internazionale delle marionette Antonio Pasqualino.