Inaugurata la prima mostra dopo il lockdown

Al Loggiato San Bartolomeo una personale di Julien Friedler con uno speciale percorso di visita all'insegna della sicurezza

di Giulio Giallombardo

6 Giugno 2020

Niente baci o strette di mano, ma un lungo abbraccio con l’arte. Un’esplosione di colori fa vibrare il Loggiato San Bartolomeo, sede della prima mostra allestita a Palermo dopo il letargo avvelenato dal virus. Per uno scherzo del destino, ciò che rimane del seicentesco ospedale che si affaccia sul Foro Italico, diventa oggi simbolo di rinascita e di una nuova “guarigione”. La cura è affidata alle pennellate visionarie di Julien Friedler, eclettico artista e scrittore belga, che nel suo percorso creativo ha intrecciato filosofia, psicanalisi e pittura. Sono esposti da oggi 31 dei 59 quadri che compongono “Mapping”, la mostra di opere recenti dell’artista, divisa tra Palermo, con visite fino al prossimo 7 luglio, e Villa Lagarina, in provincia di Trento, dove sarà inaugurata il 25 luglio a Palazzo Libera.

La mostra "Mapping" di Julien Friedler (foto Giulio Giallombardo)

La mostra “Mapping” di Julien Friedler

Il Loggiato, che nei giorni scorsi è diventato un vero e proprio cantiere di studio per la riapertura in sicurezza, questa mattina, in occasione dell’inaugurazione, ha aperto le porte a un pubblico ordinato e rispettoso dei riti a cui la pandemia ci ha ormai abituato. Ingressi contingentati, rigorosamente con mascherine e solo dopo aver superato la prova dei termoscanner. Il percorso della mostra, voluta dalla Fondazione Sant’Elia e organizzata da Mlc Comunicazione, è disseminato di nastri e indicazioni sul pavimento, e procede a sensi unici di percorrenza. All’ingresso un monitor segnala la presenza di visitatori e i tempi di attesa, supportato da un nuovo impianto di videocamere. Un’attenzione particolare è stata posta anche sull’areazione della sala, con un sistema di apertura degli infissi che privilegia la ventilazione naturale rispetto a quella artificiale degli impianti di climatizzazione.  Una rilettura dello spazio, adeguato alle norme di sicurezza, che va di pari passo con la mappatura che dà il titolo alla mostra. Opere dal cromatismo a tratti soffuso a tratti vivace, stratificate, popolate da figure fantasmagoriche, oniriche e primordiali. “È un progetto che sottende molti aspetti di rinascita e rigenerazione, per questo molto attuale – ha spiegato Gianluca Marziani, curatore della mostra insieme a Dominique Stella – . Friedler è un artista che da circa vent’anni lavora in modo costante sui legami tra cultura bianca occidentale e esperienze antropologiche legate al continente africano. Proprio in Africa ha diversi presidi di studio, ma anche di supporto alle comunità locali e la mappatura rappresentata nella sua arte è un lavoro di stratificazione e sulle possibili sinergie tra culture diverse”.
La mostra "Mapping" di Julien Friedler (foto Giulio Giallombardo)

Opere in mostra

Così, questa magmatica cartografia immaginaria, fatta di segni, macchie di colore e graffiti si traduce in opere dalla grande libertà espressiva. Paesaggi interiori che deflagrano lasciando affiorare nuove particelle di vita. “È un lavoro dove c’è davvero l’idea di un uomo nuovo – ha sottolineato ancora il curatore – di pulizia catartica da tutta una serie di mitologie e iconografie che ci siamo portati dietro soprattutto durante il ‘900, caratterizzato da questo grande travisamento in chiave colonialista della cultura africana. Qui siamo davanti a una forma di post-colonialismo molto intelligente e rigenerativo, soprattutto oggi quando ciò che abbiamo vissuto, ci ha messo davanti a limiti e debolezze che come umanità dobbiamo affrontare in maniera diversa”.
Leoluca Orlando alla mostra "Mapping" (foto Giulio Giallombardo)

Leoluca Orlando alla mostra “Mapping”

“L’arte esprime e rinnova la libertà dell’anima, raccoglie il segno dei tempi, ci impone di confrontarci con il cambiamento che questa catastrofe globale ci ha imposto”, ha commentato il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, presente all’inaugurazione insieme al curatore e al soprintendente della Fondazione Sant’Elia, Antonino Ticali. “Questa mostra è una straordinaria operazione che mette insieme espressione artistica e sistemi di sicurezza avanzati per la tutela della salute – ha aggiunto il sindaco – . Possiamo godere davanti al nostro Mediterraneo opere di un autore che pur essendo belga ha grande sensibilità per l’Africa, continente che rappresenta in questo momento il vero futuro del mondo”.La mostra è visitabile dal martedì alla domenica, dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 20. Per informazioni telefonare allo 0917747695.(Foto Giulio Giallombardo)