“Autoterapia” di Ruggiano al Museo Riso: gli scarti del quotidiano si fanno arte
Si inaugura la personale dell’artista e videomaker palermitano. Animali di pezza, peluche, preghiere di carta, tappi di cera rinascono a nuova vita
di Redazione
30 Giugno 2021
Dipinge e crea con scarti abbandonati alla deriva del quotidiano. Animali di pezza, peluche, preghiere di carta, tappi di cera, oggetti trovati per strada come rovine di un universo infantile, quanto adulto, dilaniato dall’oblio e dal dolore dell’esistenza, ma da questi anche rafforzato e rinvenuto a nuova vita. Sono le opere di Maurizio Ruggiano, artista e video-maker palermitano che presenta la mostra “Autoterapia”, grande personale allestita al Museo Riso di Palermo, con le creazioni degli ultimi anni, che si è inaugurata ieri e sarà visitabile fino al prossimo 25 luglio.
Due nuovi progetti sono presentati per la prima volta nelle sale del Museo Riso: “Preghiere”, collage di strisce di preghiere di carta, lanciate nell’aria durante le processioni e poi abbandonate sui marciapiedi dalla gente distratta e ancora “Acufeni”, tratto dalla storia intima dell’artista il cui udito è ferito indelebilmente dai rumori esterni, segno di quella sensibilità dell’artista che scaturisce nella creazione: “Le mie opere – dice Ruggiano – nascono da un disagio interiore; sono l’indice di un’estrema sensibilità emotiva che limita la comunicazione. Attraverso le mie opere riesco a vedermi dall’esterno dando un valore diverso al mio modo di essere con gli altri”.“Ruggiano salva questi sopravvissuti come salverebbe ogni essere ferito dall’esperienza di un trauma – scrive la curatrice della mostra Alba Romano Pace -; la sua arte diventa così un rituale sciamanico dove sulla tela traccia righe fluorescenti su cui immola sorridenti pupazzi, dilaniati e attentamente ricuciti affinché all’esperienza del dolore segua la ricostruzione. In un momento storico dove isolamento, distanziamento, sociopatia, attentano quotidianamente alla stabilità della psiche. La mostra Autoterapia è un’esortazione alla resilienza che in fondo abita tutti noi, come individui e come collettività”.“Il dolore è quell’elemento di disagio, di difficoltà interiore, di stasi, che ci induce alla riflessione, ci costringe a conoscere e superare i nostri limiti. Ciò che nasce dal dolore – sottolinea l’assessore ai Beni culturali, Alberto Samonà – è il prodotto di una distillazione dell’anima che assume un linguaggio universalmente riconoscibile e comprensibile. Una mostra come Autoterapia diventa un augurio di rinascita ma anche di memoria e di speranza nella capacità di trasformare per andare oltre”.E per Luigi Biondo, direttore del Museo Riso, “riaprire le sale espositive, dopo l’emergenza sanitaria, con una mostra che ci induce a riflettere sulla condizione esistenziale e su come l’arte possa aiutarci a superare i traumi e le difficoltà che la vita ci pone davanti, anche dalla più tenera infanzia è un segno di fiducia e di speranza nel futuro”.