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Cartoline per la Santuzza, in mostra alla Gam le foto del Festino
Premiati gli scatti di Igor Petyx, Antonino Costa e Maria Lannino: immagini rappresentative, tra folkore e devozione, del recente corteo in onore della patrona di Palermo. Saranno esposti, insieme a video e immagini del backstage, fino all’8 dicembre
di Guido Fiorito
6 Settembre 2024
Il Festino di Santa Rosalia tra la cronaca e l’icona religiosa che si fa icona pop, ovvero popolare come sono i festeggiamenti della patrona di Palermo, dove la fede e la devozione s’incrociano con il gusto barocco del magnifico trionfo di origine spagnola. La Galleria d’arte moderna ospita fino all’8 dicembre una mostra fotografica dedicata all’ultimo Festino. Il titolo è: Palermo rifiorisce con Santa Rosalia. Con doppia valenza. Una dichiaratamente programmatica. “Palermo – dice il sindaco Roberto Lagalla – sta intraprendendo un faticoso percorso di cambiamento. È una città viva e vivace. Dopo aver messo a posto i conti, è il momento di costruire e migliorare, ogni cittadino deve dare il suo contributo, fare la sua parte”. Il secondo è simbolico, semiotico, semantico. Rosalia, rosa, fiore, rifiorire. Entrambi i volti sono rappresentati nella mostra.
Il primo quindi è quello del racconto, di cui sono esemplari le foto di Igor Petyx con la scelta del bianco e nero che storicizza l’immagine fissandola nel tempo, tra cui “La speranza… sono loro!”, che ha vinto il premio Santa Rosalia per la sezione riservata ai giornalisti reporter. Una madre con le braccia distese porta in alto un bambino per permettergli di vedere meglio. Un simbolo di elevazione, quindi del miglioramento possibile della città con il contributo dei suoi cittadini di oggi e di domani (la donna che alza il bambino). Sembra di risentire Giovanni Falcone: “Gli uomini passano, le idee restano e continuano a camminare sulle gambe di altri uomini”.
La foto rappresenta questo passaggio tra presente e futuro con segni del tempo che viviamo, come il consumismo (particolare che nota il presidente dalla giuria, il giornalista Roberto Gueli). Basta notare la scarpa con logo del bimbo e le magliette griffate delle donne. La dialettica passato-presente è in altre due foto di Petyx che raffigurano alla sfilata del carro il mangiare (antico) di due donne e il pubblico che coglie con i telefoni cellulari (contemporaneo) ciò che avviene. Lo stesso popolo, gli stessi volti, che eppure muta nei suoi comportamenti anno dopo anno.
Il secondo aspetto è colorato, come sono variopinti i fiori. Un’altra foto premiata raffigura “Il carro trionfale sul Cassaro, la Santuzza tra la folla” ed è di Antonino Costa che per il semiotico Gianfranco Marrone, anche lui in giuria, “rende assai bene la componente barocca della festa”. Qui fioriscono le luminarie. Un’immagine rappresentativa di un filone espresso da altre immagini. Per esempio da “Santa Rosalia arriva ai Quattro canti” di Andrea Vagni, dove dominano, rose, color rosa e Rosalia. Altre riprendono suggestioni pittoriche come quella impressionista e divisionista di Francesco Geraci. La mostra contiene anche video, foto del backstage durante le prove della sfilata del carro.
“Nei prossimi mesi torneremo a valorizzare queste opere con ulteriori eventi creando un continuum tra linguaggi artistici differenti, passato e presente, insieme a una serie di visite guidate e laboratori didattici legata alla mostra”, dice Maria Francesca Martinez Tagliavia, direttrice della Galleria d’arte moderna. La mostra, come ha annunziato lo stesso sindaco, servirà da biglietto da visita della città, con esposizioni oltre i confini, in particolare attraverso gli istituti culturali italiani all’estero.
Infine, la terza foto premiata: “Quel che resta” di Maria Lannino, un tappeto di petali gialli e rossi sul terreno dei Quattro Canti quando è ormai piena notte. I fuochi d’artificio sono finiti, la festa terminata.