Chiese, biblioteche e artigiani: Monreale fa il bis con Le Vie dei Tesori
Nei tre weekend dall'11 al 26 settembre 11 luoghi da visitare, il forno dove nasce il famoso “pane” e un borgo fantasma di epoca fascista. Poi tante passeggiate e esperienze inedite
di Redazione
6 Settembre 2021
Monreale è raccolta attorno al suo complesso abbaziale, così la volle re Guglielmo il Buono. Ma è tutto il borgo ad accoglierti con un abbraccio sincero: si sviluppa in verticale, la strada sale tra fontane del Marabitti e si arrampica verso il Castellaccio, abbandonando chiese e cappelle sconosciute, biblioteche centenarie, palazzi affacciati sulla Conca d’Oro. Qui si vive ancora con ritmi lenti, basta infilarsi in un vicolo lontani dai pullman dei turisti che accorrono per visitare il Duomo: sentirete allora il profumo del pane (il “famoso” pane di Monreale) o vedrete lavorare i mosaicisti, esattamente come una volta (qui il programma completo di Monreale).
Le Vie dei Tesori ritorna a Monreale per il suo secondo anno consecutivo, sull’onda del suo nuovo claim “La bellezza in mostra”: una frase che è quasi un passaporto per riappropriarsi del territorio, dei suoi tesori pronti, appunto, a mostrarsi. “Abbiamo integrato il programma per dare un contributo alla crescita al nostro territorio con un calendario ricco di grandi eventi – spiega il sindaco Alberto Arcidiacono – all’insegna dell’arte. Siamo convinti che Monreale debba tornare al centro della cultura del Mediterraneo“. Secondo l’assessore ai Beni culturali Letizia Sardisco, “abbiamo ideato un calendario che possa animare la nostra cittadina. L’idea dell’amministrazione, dei nostri partner e dei circuiti a cui abbiamo aderito è quella di ripartire nel rispetto delle normative vigenti. Per il secondo anno l’amministrazione ha confermato la scelta di aderire alle Vie dei Tesori, strumento eccezionale di promozione del territorio”. Il programma è stato costruito con la Pro Loco, presieduta da Amelia Crisantino, che ha collaborato alla scelta dei siti e al coordinamento dei volontari. “Il festival ritorna a Monreale, e viene anticipato a settembre – interviene il vicepresidente della Fondazione Le Vie dei Tesori, Marcello Barbaro -. È una riconferma importante che dimostra la bontà di un progetto radicato sul territorio, che si rivolge sia ai cittadini sia ai turisti, insomma per tutti coloro che cercando un percorso alternativo al pur bellissimo e classico duomo”.Tre weekend, sempre sabato e domenica, dall’11 al 26 settembre, per una nuova edizione di “resistenza”, la seconda post covid: l’anno scorso, in piena pandemia, quando ogni festival e rassegna rimandava o rinunciava ai suoi programmi, Le Vie dei Tesori ha deciso di provarci, riscrivendo ogni visita e ogni percorso nel segno della sicurezza, privilegiando luoghi all’aperto, sostituendo le visite guidate con audioguide d’autore ascoltabili dal proprio smartphone. Nonostante la necessità di contingentare gli ingressi e i repentini cambiamenti di colore, il festival ha messo insieme 120mila visitatori in meno di due mesi, lontani dai numeri straordinari del 2019 – erano stati 404mila con una ricaduta economica sul territorio di oltre 5 milioni di euro – ma che comunque raccontavano una manifestazione viva, partecipata, e con la voglia di continuare a raccontare la bellezza.E quest’anno Le Vie dei Tesori è di nuovo pronto alla sfida: con i Borghi dei tesori che hanno fatto da apripista – 57 piccoli centri che hanno deciso di creare una rete sotto l’egida della Fondazione Le Vie dei Tesori sposandone il format – ecco le diciannove città del 2021 pronte a scendere in campo: le prime dodici a settembre – Monreale sarà al fianco delle debuttanti Enna, Caltagirone, Carini e Termini Imerese, poi Bagheria, Noto, Trapani, Mazara e Marsala e le “veterane” Messina e Caltanissetta – mentre dal 2 al 17 ottobre toccherà a Sciacca, Cefalù, Erice, Ragusa e Scicli e fino al 31, alle due capitane Palermo e Catania. Un festival che ha portato la cultura fuori da palazzi istituzionali e atenei, ha sperimentato, cercato, scoperto percorsi e siti: ed è cresciuto ogni anno. Riconquiste per i cittadini e occasioni imperdibili per i turisti. Ma è soprattutto la manifestazione che costruisce reti: con Unicredit come main sponsor, il festival ha saputo creare sinergie e dialogo, e attivato un progetto che si compie grazie alla collaborazione di oltre duecento partner: Regione, Atenei, Comuni, Diocesi, gestori privati, istituzioni dello Stato, proprietari di palazzi nobiliari. Senza contare le aziende enogastronomiche che partecipano al progetto satellite, Terre dei Tesori, e apriranno cantine, vigneti, frantoi, caseifici, vivai, aziende di coltivazioni di frutti tropicali, in collaborazione con il dipartimento Agricoltura della Regione siciliana. Un progetto che si anima della narrazione collettiva, della voglia di riappropriazione dei cittadini, della partecipazione delle centinaia di giovani che ogni anno si uniscono alla squadra di organizzatori, narratori, esperti del territorio, giornalisti.LE VIE DEI TESORI A MONREALEUndici luoghi da scoprire e riscoprire, scelti con il sostegno del Comune e con l’aiuto logistico della Pro Loco. Ma quello che quest’anno caratterizza il festival, sono le esperienze da fare tra botteghe artigiane e antichi forni (qui tutte le esperienze): si potranno infatti visitare un laboratorio di mosaicisti nell’antico quartiere della Ciambra e il MAM, il museo dell’arte del mosaico creato dagli studenti del liceo Basile D’Aleo. Oppure scoprire come nasce il famoso “pane di Monreale” curiosando dietro il bancone e nel laboratorio del più antico forno del paese, il Litria. Un’altra esperienza da non perdere è la visita a Borgo Borzellino, uno degli spettrali borghi-fantasma di epoca fascista che vennero disegnati a tavoliuno per combattere il latifondo, ma non vennero mai abitati: Borgo Borzellino è uno di questi, ve ne racconteremo la storia a partire dal suo nome, intitolato ad un “martire” fascista di cui però non esiste alcuna traccia.Ed eccoci ai luoghi (qui per scoprirli tutti): si parte proprio di fronte al Duomo, dagli stucchi serpottiani della chiesa degli Agonizzanti, che si abbarbica ad una delle torri del sistema difensivo originario normanno. A poca distanza, ecco l’antichissima chiesa di San Vito, che gli storici danno come coeva alla costruzione del Duomo e secondo alcuni addirittura più antica: secondo la tradizione la chiesa sarebbe stata luogo di culto per le maestranze che lavoravano nel cantiere del duomo. E una sorpresa inattesa sarà anche la cappella rurale, a destra del liceo Basile, ma isolata come doveva essere anche al tempo dei Cappuccini di Monreale, tra il 1580 e il 1581: fino al 2013 la cappella era interamente coperta dai rovi e da un canneto, oggi è ritornata alla luce una bellissima Adorazione dei pastori alla grotta di Betlemme.Si passa alla chiesa del Sacro Cuore che nacque per i gesuiti, poi divenne educatorio, oggi è la sede dell’Ordine Teutonico di Sicilia; per poi scoprire la storia delle pie donne della Madonna dell’Orto, che scelsero di condurre una vita semi claustrale riunendosi in una comunità e trasformando le case attorno alla chiesa, nelle celle di un convento open air. Il santuario del Santissimo Crocifisso alla Collegiata vanta sei secoli di storia e se raggiungerete il Calvario delle Croci potrete ascoltare la leggenda dell’apparizione della Madonna Addolorata a fra’ Mariano. Si passa poi alle ventidue stanze e alla vista mozzafiato di Palazzo Cutò, affacciato sulla Conca d’Oro, ma ci si deve fermare al passaggio alla biblioteca De Torres del seminario arcivescovile, per ripercorrere gli anni sotto la guida dell’arcivescovo Francesco Testa in cui Monreale era uno dei centri di studio della metafisica e delle lingue antiche, più rinomati del Mediterraneo.Anche se uno dei segreti meglio nascosti di Monreale è di certo il fondo antico della biblioteca comunale Santa Maria la Nuova, ricco di oltre 10 mila volumi tra manoscritti cartacei e su pergamena, e incunaboli, i primi testi a stampa. Il nucleo originario risale al 1176, quando il normanno Guglielmo II accoglie cento benedettini, provenienti da Cava dei Tirreni; nel 1591 l’arcivescovo Ludovico II Torres smembrò la raccolta, dividendo i libri fra il Seminario da lui fondato e la biblioteca dei Cappuccini. Oggi il Fondo antico occupa lo stesso locale dell’epoca dei benedettini, al piano superiore dell’ex convento. L’ultimo luogo, sarà una vera scoperta: all’ICS Antonio Veneziano è nato il piccolo museo mineralogico “Marco Maiorana” che prende le mosse dalla collezione dell’associazione La Tormalina. Un vero giro del mondo attraverso i colori e le forme dei minerali: da zolfo, celestina e aragonite che provengono dal cuore della Sicilia; a quarzi e agate dal Brasile, apofilliti dall’India, azzurriti dal Marocco, malachiti dal Congo, turchesi dall’Arizona, okeniti dall’India, pentagoniti dalla Cina e tanto altro.Sono state ideate anche tre passeggiate (qui prenotarle) che condurranno sulla cima di Monte Caputo al famoso Castellaccio; tra vicoli e cortili di Pozzillo e San Vito fino al vicino quartiere dell’Orto oppure si risalirà il corso del fiume Sant’Elia incontrando mulini, “nache” e antichi lavatoi.TERRE DEI TESORIUna nuova esperienza per Le Vie dei Tesori e per chi la segue: andare alla scoperta di aziende agricole di eccellenza che grazie al Programma di sviluppo rurale (PSR) Sicilia, finanziato dal Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR), hanno ammodernato impianti e strutture adeguandosi così agli obiettivi di ecosostenibilità sanciti dal Green Deal europeo e dalla strategia del “Farm to fork”. Una misura di sostegno ai giovani che scommettono per la prima volta in agricoltura rilevando aziende esistenti (anche dei nonni o dei genitori) o creandone di nuove. E così si sono insediati più di tremila giovani agricoltori, che hanno avviato progetti concreti di ammodernamento e sviluppo nelle proprie realtà agricole, introducendo nuove tecnologie o adottando processi produttivi e gestionali innovativi. Questi“imprenditori 10 e lode”, di cui Le Terre dei Tesori propone una selezione, sono un esempio per chi volesse riconsiderare l’attività agricola e la vita in campagna, oggi valida alternativa ai grandi centri urbani. Durante il festival, molte aziende apriranno le porte alle visite, alla conoscenza del loro mondo e alle degustazioni.UN FESTIVAL IN SICUREZZAL’intero festival Le Vie dei Tesori in Sicilia quest’anno durerà oltre due mesi, contando anche i primi due weekend tra i borghi, appena conclusi: con oltre trecento luoghi da visitare – tra chiese, castelli, palazzi, case d’artista, oratori -, esperienze inedite e passeggiate curiose. Da scoprire in completa sicurezza, nel rispetto delle normative anti Covid-19: i luoghi saranno visitabili a piccoli gruppi, con numeri diversi a seconda di ciascuno spazio e delle caratteristiche dei siti. È stata istituita ovunque la prenotazione on line, che non è obbligatoria ma caldamente consigliata: per quel che riguarda le visite nei luoghi basterà acquisire il coupon su www.leviedeitesori.com o all’info point allestito nell’ufficio turistico del Comune (piazza Vittorio Emanuele II, 8) o anche nei due punti informazione a Palermo in piazza Verdi e in piazza Bellini. Per quel che riguarda passeggiate ed esperienze, prenotazioni e coupon su www.leviedeitesori.com o (senza la garanzia di trovare posto) sui luoghi di raduno. Tutto il sito, il portale e il sistema di vendita dei coupon delle Le Vie dei Tesori nasce dal lavoro di Kappaelle comunicazione. Il progetto grafico dei materiali editoriali è di Alessandro Fiore – Expagina.it. Informazioni: 0918420253, tutti i giorni dalle 10 alle 18.