◉ CULTURA

Da Parigi a Catania, torna a casa l’epigrafe della bimba dei miracoli

Custodita nei depositi del Louvre, l’iscrizione che racconta la storia della piccola Iulia Florentina, sarà in mostra al Museo Diocesano dal prossimo 18 luglio fino al 6 marzo 2026. Una testimonianza unica che getta luce sulle origini del cristianesimo catanese e sul culto dei martiri, in particolare di Sant’Agata

di Marco Russo

8 Luglio 2025

È uno dei reperti più importanti per la storia della prima comunità cristiana di Catania. Dopo 236 anni torna a casa l’epigrafe di Iulia Florentina, la bimba vissuta nel III secolo dopo Cristo, morta a soli 18 mesi, in odor di miracoli e, per questo, sepolta accanto ai primi martiri. Scoperta nel 1730 nell’area compresa tra le vie Androne e Dottor Consoli, la lapide funeraria in marmo è stata per decenni custodita nei magazzini del Louvre di Parigi, eccezion fatta per un breve periodo di esposizione al pubblico. Dal prossimo 18 luglio al 6 marzo 2026, il Museo Diocesano di Catania ospiterà la mostra “Revelare: Agata | Rivive | Iulia”, un evento che celebra il ritorno del reperto e il suo valore storico e spirituale.

Un documento unico per la cristianità catanese

Epigrafe per Iulia Florentina

L’epigrafe racconta la storia di Iulia Florentina, una bimba nata pagana e battezzata in punto di morte a Hybla, l’attuale Paternò. Dopo la morte, il suo corpo fu trasferito a Catania e sepolto vicino alle tombe dei martiri, un dettaglio che ha acceso l’interesse degli studiosi. Come sottolinea Cristina Soraci, professoressa associata di storia romana all’Università di Catania, in un articolo pubblicato sul quotodiano La Sicilia, “la lapide di Iulia costituisce la prima testimonianza sicuramente databile e a noi nota della presenza a Catania del cristianesimo e del culto dei martiri, tra cui sant’Agata e sant’Euplio“. Questo reperto, infatti, offre indizi preziosi sulle origini del culto dei martiri catanesi, sebbene non li citi esplicitamente.

Il legame con Sant’Agata e gli scavi archeologici

L’epigrafe in mostra

L’area del ritrovamento, già nota per essere una vasta zona cimiteriale extraurbana, potrebbe essere stata il primo luogo di sepoltura e culto dei martiri catanesi. A supporto di questa tesi, gli scavi hanno portato alla luce due importanti edifici di culto: un martyrium del IV secolo e una basilica del VI secolo, quest’ultima adornata da mosaici e con un altare centrale tipico delle basiliche paleocristiane dedicate ai martiri. Soraci osserva che “la bimba era stata protagonista di due miracoli: la risurrezione, seppur temporanea, dopo il battesimo e l’intervento di una voce divina”: la “Maiestatis vox” udita dai genitori, che li invitava a non piangere. Elementi che spiegano perché Iulia fu sepolta accanto ai martiri, conferendo al sito un’aura sacrale.

Il ritorno e la mostra

La locandina della mostra

L’epigrafe fu portata a Parigi dall’architetto francese Léon Dufourny, che ne intuì immediatamente l’importanza. Oggi, il suo rientro a Catania rappresenta un evento culturale e religioso di grande rilievo, inserito nel contesto dell’anno giubilare 2025. La mostra al Museo Diocesano, curata dall’arcivescovo Luigi Renna e dalla direttrice del museo Grazia Spampinato, in collaborazione con l’Archeoclub d’Italia – sede di Ibla Major – , e i Kiwanis Club di Paternò e Catania Est, esporrà la lapide e ne approfondirà il contesto storico attraverso reperti e documenti. “Non era usuale nel mondo romano che i genitori morti nei primi anni di vita fossero ricordati da un’iscrizione così ricca di dettagli”, aggiunge Soraci, evidenziando l’eccezionalità del reperto.

Il ritorno di Iulia Florentina è l’occasione per riscoprire le radici cristiane di Catania e per riflettere sul valore della memoria storica. Come conclude Soraci, “questa testimonianza racconta una storia fuori dal comune”, unendo fede, miracoli e vita quotidiana in un unico racconto che finalmente torna a vivere nella sua città d’origine.