◉ TERRE DEI TESORI

Dai vitigni di Noto un’avventura di famiglia al ritmo lento della natura

L’enologo Angelo Paternò fonda nel 2007 la Cantina Marilina, che prende il nome dalla figlia oggi impegnata nella gestione dell’azienda. La struttura è dotata di un impianto fotovoltaico che consente un risparmio energetico di circa il settanta per cento. Il prodotto è un vino genuino e sincero: centomila bottiglie all’anno con un mercato che arriva fino in Giappone, Australia, Taiwan, Stati Uniti, Canada e perfino Perù

di Angela Mannino

20 Ottobre 2023

di Angela Mannino

Un lavoro di squadra giocato tutto in famiglia. E la parola chiave è “Natura”. Perché la natura, dicono da queste parti, è l’essenza di tutto; è la strategia vincente di un sogno illuminato dalla luce d’Oriente di questo magnifico angolo di Sicilia. Siamo a Noto e Angelo Paternò, originario di Camastra, piccolo paese dell’Agrigentino, enologo con un passato in Settesoli e Corvo, arriva da queste parti nel 2001 e se ne innamora profondamente.

Lina Migliore e la figlia Marilina

“Mio padre – racconta la figlia Marilina che dà il nome alla cantina – è nel mondo del vino da quando aveva diciannove anni. Una passione che lo ha portato in giro per tutta l’Isola; un amore che ha trasmesso anche a me e ha contagiato pure mamma”. Del team che guida la Cantina Marilina in contrada San Lorenzo a Noto, è infatti parte integrante Lina Migliore. “Mia madre – dice Marilina Paternò – si occupa dell’accoglienza, delle nostre degustazioni informali e cura personalmente la linea Riserve, imbottigliata ed etichettata a mano, come si faceva un tempo”.

Ad ammaliare papà Angelo, è stata la pietra bianca tipica della zona e i terreni calcarei, con le antiche vigne ad alberello di Nero d’Avola, Moscato e Grecanico che sono state preservate, accostando alla coltivazione dei vitigni autoctoni, quella di vitigni internazionali quali lo Chardonnay. Qui, nel 2007, Angelo Paternò costruisce la sua cantina a un piano, con vasche in cemento che è un ottimo isolante termico.

Oggi, la struttura è dotata di un moderno impianto fotovoltaico che consente un risparmio energetico di circa il settanta per cento. La Cantina Marilina fa, inoltre, parte del progetto Le Terre dei Tesori, promosso dalla Fondazione Le Vie dei Tesori in collaborazione con l’assessorato all’Agricoltura della Regione Siciliana, nell’ottica della valorizzazione delle aziende virtuose dell’Isola, in merito alla qualità dei prodotti e al rispetto delle buone pratiche ambientali. La cantina di Noto dallo scorso anno fa parte anche del Programma Viva, relativo alla sostenibilità nella vitivinicoltura italiana.

La Cantina Marilina a Noto

“Ma l’ingrediente fondamentale della nostra ricetta imprenditoriale – dice Marilina Paternò – è il tempo, inteso come rispetto dei tempi della natura. Il nostro approccio, dal campo alla cantina, non prevede forzature e metodi invasivi. L’obiettivo è fare da spalla alla natura, a quello che spontaneamente ci dà: si procede di zappa e trattore, rispettando i tempi di maturazione naturali. Massima attenzione anche durante la lavorazione dell’uva, soprattutto nel processo di macerazione, in cui tendiamo a mantenere la buccia più a lungo possibile. I nostri vini, poi, non hanno lieviti aggiunti, soltanto quelli naturali delle uve con cui vengono prodotti. E, per di più, niente processi di chiarificazione e filtraggi eccessivi”.

L’angolo delle degustazioni

Il risultato è un vino sincero, genuino; circa centomila bottiglie prodotte ogni anno e il sessanta per cento oltrepassa il confine per arrivare in Giappone, Australia, Taiwan, Stati Uniti, Canada e perfino Perù. L’ultimo nato della cantina dei Paternò è Cecile, un Moscato Orange Wine, che prende il nome dalla figlia di Marilina e nipote del fondatore: una bimbetta di quattro anni che ama giocare tra le vigne, come un tempo faceva la sua mamma. “Ci piace cercare di valutare – dice Marilina Paternò – le potenzialità di questo particolare tipo di uva, sottoponendola a tempi di maturazione molto lunghi. Per il Cecile sono previsti tre anni di affinamento in barrique. Adesso, per esempio, è in produzione l’annata 2018”.