Dal mare di Pantelleria riemergono i resti di un aereo della seconda guerra mondiale
Si tratta di un caccia intercettatore Macchi C.202 Folgore, inabissatosi a 30 metri di profondità nel 1943. L’operazione di recupero è stata realizzata congiuntamente dall’Aeronautica militare, dalla Soprintendenza del mare e dalla Guardia costiera
di Redazione
5 Luglio 2023
Recuperati a Pantelleria, dai fondali in località Mursia, i resti di un aereo della seconda guerra mondiale. Si tratta di un caccia intercettatore Macchi C.202 Folgore, inabissatosi a 30 metri di profondità nel 1943. L’operazione di recupero è stata realizzata congiuntamente dall’Aeronautica militare – Distaccamento aeroportuale di Pantelleria, dalla Soprintendenza del mare della Regione Siciliana e dalla Guardia costiera – Ufficio circondariale di Pantelleria con l’ausilio del 3° Nucleo subacquei della Guardia costiera di Messina.
Del velivolo, individuato in fondo al mare già nel 2010, era già stata recuperata l’elica tripala metallica prodotta dalla Piaggio (un’elica a passo variabile in volo e velocità costante del diametro di oltre tre metri), già musealizzata nella sede dell’Aeronautica Militare di Pantelleria.Ad aprile di quest’anno è stata realizzata una documentazione video-fotografica completa, un rilievo fotogrammetrico e una ricostruzione tridimensionale di dettaglio del relitto. Inoltre, è stato riportato alla luce il propulsore dell’aereo: un motore 12 cilindri invertito. Grazie all’intervento del 3° Nucleo subacquei della Guardia costiera di Messina, infine, nei giorni scorsi è stata completato il delicato intervento di recupero del piano alare. Grazie a un supporto metallico creato direttamente sul fondale di 30 metri e l’utilizzo di palloni di sollevamento, con una operazione durata due giorni è stato riportato in superficie, dopo 80 anni di permanenza sul fondo del mare, il fragile reperto che conserva ancora intatte molte delle sue componenti. Tutti i reperti sono stati collocati nella base dell’Aeronautica militare di Pantelleria per il primo trattamento di desalinizzazione. Un’attività multidisciplinare di studio già avviata da qualche mese, e alcuni interventi di consolidamento strutturale e restauro, consentiranno a breve di esporre il velivolo ricomposto all’interno del contenitore naturalmente vocato, l’hangar “Nervi”, sulla stessa isola. “Il mare – afferma l’assessore regionale ai Beni culturali, Francesco Paolo Scarpinato – ci restituisce una testimonianza della nostra storia recente, grazie a un intervento condotto con grande professionalità da tutti i soggetti che si sono spesi affinché la riemersione di tutte le parti del caccia potesse essere portata a termine. L’aereo recuperato assume grande importanza sia per ciò che rappresenta nella storia dell’Aeronautica militare italiana sia per la memoria dei drammatici frangenti del conflitto mondiale che interessarono l’isola di Pantelleria”.