Duecentosettanta ettari di spazio, una posizione straordinaria che guarda il mare da un balcone naturale lungo più di due chilometri e mezzo e 2.500 anni di storia, raccontati non solo dai resti visibili dei suoi templi dorici, ma anche da vestigia fenicie e bizantine. Quello di Selinunte è il più grande parco archeologico d’Europa. E con gli scavi svolti negli ultimi 5 secoli, cioè da quando nel 1501 lo storico Tommaso Fazello riuscì a recuperarne la memoria dopo un lunghissimo oblio, ha svelato importanti testimonianze sulla colonia magno-greca che giocò per molti secoli un ruolo strategico nel Mediterraneo, come potenza agricola e militare. Adesso che sono pronte a partire nuove campagne archeologiche, altre sorprese potrebbero affiorare dalla gialla calcarenite dell’area situata tra Agrigento e Trapani.

Il Tempio E
Il primo start è per lunedì 10 giugno, e riguarderà
i Templi C e R, tra loro adiacenti e rispettivamente dedicati a Apollo e a Demetra. Si tratta di un’operazione congiunta della New York University e dalla Università degli Studi di Milano. Una missione che fa segnare una ripartenza, in quanto un primo suo modulo era già stato completato proprio nel giugno del 2018. A condurla, in rappresentanza dei rispettivi atenei, gli archeologi Clemente Marconi e Rosalia Pumo. “Si tratta di
interventi finanziati con fondi delle due università che movimenteranno una forza lavoro di decine di addetti, in larga parte studenti e dottorandi di archeologia”, spiega
Enrico Caruso, fino a oggi direttore del Parco di Selinunte, che andrà a dirigere il Parco Lilibeo di Marsala, come previsto dalla recente maxi rotazione disposta dal governatore Nello Musumeci.

Statua bronzea dell’Efebo
Insieme con l’Istituto Germanico di Roma, il Parco è inoltre al lavoro per
l’allestimento di una mostra dedicata all’Agorà, in programma a ottobre nel Museo Baglio Florio. Questo spazio espositivo (dove fino a tre anni fa si poteva ammirare il famoso
Efebo, poi trasferito nel Museo Civico Selinuntino di Castelvetrano) è tornato del tutto fruibile nel 2017 dopo una serie di lavori diluitisi per decenni. “Oggi – illustra Caruso – questo museo
offre un percorso su 6 ambiti di ricerca, che spaziano dall’architettura dorica ai reperti del Tempio R, dai tetti dei templi ai reperti della necropoli arcaica ricavata all’interno dell’Agorà, e ancora dai resti delle abitazioni più antiche ritrovate nella località di Manuzza, alle vestigia puniche soprattutto quelle della necropoli e del santuario dedicato alla dea Tanit”.Dal canto suo, l’ente Parco avvierà, con fondi propri pari a 70mila euro,
lavori di restauro e messa in sicurezza che oltre all’isolato di Manuzza interesseranno anche l’area dell’Acropoli e il battistero paleocristiano. Tra le spese del tutto a carico di finanziatori stranieri ci sono quelle del governo tedesco, sempre a sostegno dell’Istituto Germanico. Saranno destinate a due campagne di scavi. La prima partirà in agosto nel
porto selinuntino, le cui pietre sono recentemente emerse nell’area in cui sfocia il gorgo Cottone, che attraversa l’acropoli. L’altra comincerà a settembre e, anche in questo caso, riguarderà
l’Agorà dell’antica polis.
Strada sull’Acropoli
Ma molto altro è in programma per il miglioramento della fruibilità del Parco archeologico di Selinunte. In attesa di essere sbloccata c’è, infatti, una dote di
5 milioni di euro stanziata con il Patto per il Sud: verrà utilizzata soprattutto per ulteriori
interventi di completamento del restauro del Baglio Florio e di altri due edifici del Parco, nonché per l’ultimazione dei lavori di recinzione dell’area archeologica e per la sistemazione degli impianti di
videosorveglianza. Altri piccoli progetti verranno invece finanziati con fondi comunitari del programma Po Fesr, informano dall’amministrazione del Parco. Ultimo approvato,
quello dell’illuminazione di alcuni punti dell’acropoli, dei templi della collina orientale e del percorso d’accesso al Tempio C, che sarà così possibile ammirare anche in notturna.È invece pronto per l’inaugurazione il
percorso pedonale adatto anche ai disabili, realizzato con una spesa di 120mila euro dal Parco di Selinunte con risorse proprie.