Il Cirneco dell’Etna tra i tesori del patrimonio immateriale siciliano
Questa razza canina antichissima che vive nell'Isola da millenni entra a far parte del Reis, il registro che raccoglie le eredità immateriali dell'Isola
di Redazione
11 Giugno 2021
È una delle razze più antiche, presente in Sicilia da millenni. Adesso il Cirneco dell’Etna entra a far parte del Reis, il registro che raccoglie le Eredità immateriali dell’Isola. Lo ha deciso la Commissione di Valutazione istituita dall’assessore regionale ai Beni culturali, Alberto Samonà, nel Centro Regionale per il Catalogo, diretto da Laura Cappuggi.
Il Cirneco dell’Etna è una razza autoctona di cui si hanno numerose testimonianze sin dall’antichità. Con l’immagine simile alle raffigurazioni egizie del dio Anubi, il Cirneco si trova rappresentato in monete, sculture, pitture, mosaici e testi letterari che ne confermano la sicilianità. Da sempre i cirnechi hanno appassionato aristocratici per la loro eleganza e aiutato contadini nelle loro attività e nella caccia. Per costruzione fisica, prestanza e agilità, il Cirneco esprime una meravigliosa sintesi di animale perfettamente adattato al proprio habitat: il territorio siciliano. È, infatti, un animale attento, acuto, fulmineo, dinamico, coraggioso, determinato, scattante, veloce elegante e gentile.La commissione si è anche espressa per il riconoscimento, quale patrimonio immateriale, di alcune feste e riti religiosi della Sicilia che sono stati iscritti nel Libro delle Celebrazioni, Feste e Pratiche Rituali. Tra queste “W lu Patri di la Pruvudienzia”, festività di San Giuseppe che si svolge a Roccapalumba, comune della provincia di Palermo e che si inserisce nel ciclo delle festività tradizionali dedicate al padre di Gesù; la sua peculiarità è legata a San Giuseppe “nominato” come Padre della Provvidenza.Patrimonio immateriale anche “La Scinnenza del Venerdì Santo” di Serradifalco, nel Nisseno, legata ai riti del Venerdì Santo e la “A Festa i Maju”, rito che San Sebastiano patrono di Melilli. Iscritte al Reis anche la festa in onore di San Leonardo Abate e la fiera di San Leonardo di Mascali, nel Catanese, e le due feste celebrate a Mazzarino, nel Nisseno, quella per la patrona di Maria Santissima del Mazzaro e la festa del santissimo Crocifisso dell’Olmo – ‘U Signuri di Maju anche questa testimoniata da una lunga tradizione trasmessa nel tempo anche da numerosi testi.Fra le tradizioni riconosciute e tutelate con l’iscrizione al Reis anche l’arte di realizzare “tappeti di arte effimera di fiori, sale, sabbie e altri materiali organici e naturali”, utilizzata durante varie cerimonie e manifestazioni in diversi luoghi della Sicilia. Mentre nel Libro delle Pratiche espressive e dei repertori orali sono stati iscritti due gruppi che si fanno promotori dei canti della tradizione popolare siciliana: il “Coro Città di Trapani” e il “Val d’Akragas, Cultura Popolare di Sicilia”.