Come si costruivano i templi antichi? Come era possibile trasportare massi squadrati di diverse tonnellate e issarli a decine di metri di altezza? Quanti operai servivano per costruire un tempio? Tutte domande alle quali dà risposta una mostra dal grande valore didattico e documentario, che ricostruisce i cantieri allestiti per edificare i grandi templi dorici della Valle dei Templi di Agrigento.

Una delle ricostruzioni in mostra
Sono riproposte – in un itinerario che si addentra nella Valle – in scala 1 a 1,
le principali macchine edili costruite nel tempo, con ingegnosi meccanismi di grande semplicità. Ripercorrendo le descrizioni delle fonti antiche, da quelle di Diodoro Siculo per il complesso dell’
Olympeion, rivive così l’arte del costruire dell’antica Akragas, la “più bella città dei mortali” di pindarica memoria, i cui abitanti secondo le parole riferite a Empedocle “costruivano come se dovessero vivere in eterno e banchettavano come se dovessero morire all’indomani”.

La mostra “Costruire per gli dei”
È la mostra
“Costruire per gli dei. Il cantiere nel mondo classico”, prodotta e organizzata da MondoMostre in collaborazione con il Polo Culturale di Agrigento e il Parco archeologico e paesaggistico della Valle dei Templi e promossa dall’assessorato dei Beni culturali della Regione Siciliana. Si inaugura oggi nella Valle dei Templi alla presenza del dirigente generale del Dipartimento dei Beni Culturali,
Sergio Alessandro, del presidente del Consiglio del Parco della Valle dei Templi,
Bernardo Campo, e del direttore del Parco e del Polo archeologico di Agrigento,
Giuseppe Parello.La mostra, che aprirà ufficialmente il 12 giugno e sarà visitabile fino al 30 settembre, è curata dall’architetto
Alessandro Carlino, storico dell’architettura che da anni studia i templi dorici siciliani, e nasce da un’idea del direttore del Parco della Valle dei Templi. Per i primi quattro giorni, sarà offerta gratuitamente a chi visiterà la Valle dei Templi con il nomale biglietto di ingresso. Da mercoledì 12 giugno si pagherà un piccolo sovrapprezzo di 2 euro, sempre sul biglietto abituale.