La lunga notte della Santuzza: in duecentomila alla luce della luna
Un fiume di gente, tra palermitani e turisti, ha attraversato il centro storico per la 399esima edizione del Festino di Santa Rosalia. Un’edizione nel segno dell’inclusività, dedicata a don Pino Puglisi e Biagio Conte. Videomapping, musiche, acrobazie e racconti fino al gran finale con i fuochi d’artificio al Foro Italico
di Giulio Giallombardo
15 Luglio 2023
La luce della luna illumina il Festino numero 399. In duecentomila, e forse anche di più, sfidando il caldo afoso, hanno seguito come un faro il grande spicchio illuminato del carro che ha sfilato da Palazzo Reale al Foro Italico. La statua di Santa Rosalia, posta quest’anno più in basso, più vicina alla gente come sognava Biagio Conte, si fa largo tra la folla, sospesa a mezz’aria tra nuvole bianche. Un’immagine che evoca sogni, come quello di Girolama La Gattuta, che nel 1624 ebbe la visione della grotta di monte Pellegrino dove erano celate le reliquie della Santuzza che, portate in processione, avrebbero liberato Palermo dalla peste.
È da quel sogno che è stata ispirata questa edizione speciale del Festino nel segno dell’inclusività, sotto la protezione di due eroi contemporanei: padre Pino Puglisi (di cui quest’anno si celebra il trentennale della morte) e Biagio Conte, i cui volti sono stati proiettati sui bastioni di Porta Felice. È stata, come sempre, una festa che ha mosso un fiume di gente, a cui quest’anno si sono aggiungi migliaia di turisti. La prima edizione realmente fuori dalla morsa della pandemia. Dopo la prima tappa a Palazzo Reale, con le acrobazie dei Sonics che annunciano la peste, il videomapping di Odd Agency e la voce di Salvo Piparo, si muove verso la Cattedrale il carro a forma di luna, nato da un’idea di Fabrizio Lupo e Filippo Sapienza, realizzato con materiali riciclati dagli allievi dell’Accademia di Belle Arti. “Rosalia è sogno, quello di un Festino francescano, che guarda agli ultimi e lo fa anche attraverso queste scelte che recuperano ciò che di bello è stato, ciò che ancora può essere usato e avere nuova vita – spiega Fabrizio Lupo – . Tra tutti i sogni che raffiguriamo nella messa in scena di questo corteo trionfale, c’è quello di fratel Biagio. Durante un incontro avvenuto il 26 luglio del 2022, già molto malato, vedendo un bozzetto del carro, mi chiese di porre la Santa nella parte bassa, più vicina alla gente e non isolata su un’alta torre, lontana da tutti”. Ed è proprio davanti alla Cattedrale che la statua della Santuzza, realizzata nel 2017 da Franco Reina, viene svelata. “Una scultura di 2,70 metri che rappresenta una ragazza di oggi, tenace, come suggerisce la sua postura, non statica ma protesa in avanti, come se camminasse. – spiega l’artista – . Questa connotazione di giovinezza è definita nell’aspetto quanto nell’abbigliamento: un saio ottenuto dalla fusione di una felpa e una gonna lunga”. La voce narrante è quella di Egle Mazzamuto e con lei ci sono l’Orchestra giovanile e il coro di voci bianche del Teatro Massimo. Mette il suggello sulla seconda tappa l’invettiva dell’arcivescovo Corrado Lorefice contro la mafia e in ricordo delle giovani vittime della droga, come Giulio Zavatteri, ucciso dal crack l’anno scorso. “La nostra Santuzza – dice l’arcivescovo – vuole essere con noi e ci annunzia che Dio è con noi. Rosalia, con Biagio Conte, ci ricorda un altro uomo, don Pino Puglisi che è stato ucciso 30 anni fa da mano mafiosa. Ma non siamo qui solo per una festa esterna. Oggi Rosalia ci ricorda la morte di Giulio, vittima del crack a 19 anni. Dobbiamo aprire gli occhi, non dobbiamo avere paura. La mafia vuole 5 euro a dose”. Il corteo prosegue, quindi, lungo il Cassaro aperto dai tamburinai della famiglia Auccello. La voce narrante è di Stefania Blandeburgo, mentre nel cuore della città antica, ai Quattro Canti, Rori Quattrocchi recita un testo del drammaturgo Franco Scaldati e le acrobazie dei Sonics lasciano tutti a bocca aperta. Dopo una pioggia di petali, il sindaco Roberto Lagalla sale sul carro per il tradizionale grido “viva Palermo e viva Santa Rosalia”. Giunto a Porta Felice, il carro-luna viene salutato dai volti di don Puglisi e fratel Biagio proiettati sui bastioni, tra le musiche gioiose della “Cantoria” del Teatro Massimo, sulle scale delle Mura delle Cattive. Poi il gran finale del corteo al Foro Italico con il carro che si ferma davanti al Palchetto della Musica per i fuochi d’artificio scanditi dalle note di una partitura dedicata. Mezz’ora di spettacolo per concludere la lunga notte della Santuzza.(Foto Giulio Giallombardo)