◉ RAGUSA
La “Mannara” di Montalbano si sta sbriciolando, corsa contro il tempo per salvare la Fornace Penna
La Soprintendenza ai Beni culturali di Ragusa ha avviato i lavori di messa in sicurezza dell’ex complesso industriale di Sampieri, a Scicli. Si corre ai ripari per la salvaguardia di ciò che resta dell’iconica architettura, espropriata dalla Regione e diventata set della serie tv ispirata ai romanzi di Camilleri
di Ruggero Altavilla
8 Novembre 2024
È uno dei più affascinanti esempi di archeologia industriale in Sicilia. Diventata simbolo del paesaggio costiero ragusano, con la sua sagoma maestosa e il fascino decadente. Dopo l’esproprio definitivo da parte della Regione Siciliana, lo scorso febbraio, sono iniziati i lavori di messa in sicurezza della Fornace Penna di Sampieri, piccolo borgo marinaro vicino a Scicli. Ormai nota come “Mannara”, dal nome dato nella serie televisiva Il Commissario Montalbano, in cui viene rappresentata come una vecchia fabbrica abbandonata dove si svolgono fatti violenti, l’ex complesso industriale si sta sbriciolando.
Per questo, la Soprintendenza ai Beni culturali di Ragusa, guidata da Antonino De Marco, ha avviato urgenti per la messa in sicurezza del perimetro su cui sorge l’ex fabbrica. L’intervento, che ammonta a 52mila euro, interessa – ha fatto sapere Ignazio Abbate, presidente della Prima Commissione all’Ars e sindaco di Modica dal 2013 al 2022 – “le tre finestre bifore del terzo livello la cui colonnina centrale si è assottigliata a tal punto da essere ridotta a pochissimi centimetri quadrati. Un suo crollo avrebbe provocato un effetto a catena con danni strutturali irreparabili per la Fornace. Una volta messo in sicurezza il terzo livello, – ha aggiunto Abbate – in tempi brevi inizierà un intervento più importante che riguarderà la definitiva conservazione dell’edificio”.
Si corre ai ripari, così, per salvare ciò che resta dell’iconica architettura industriale, espropriata dalla Regione lo scorso inverno, che ha corrisposto indennità per 534mila euro ai 26 eredi ex proprietari del bene. Negli anni recenti, l’ex fornace aveva subito danni a causa del maltempo, dell’erosione costiera e dell’incuria, che sembravano aver dato il colpo di grazia alla struttura. Nel 2021 erano crollate tre arcate e nell’inverno del 2023 la tempesta Helios che si è abbattuta sulla Sicilia, aveva fortemente danneggiato la ciminiera.
FORNACE PENNA, DAI FASTI ALL’ABBANDONO
Costruita tra il 1909 e il 1912 per volontà dei baroni Penna di Portosalvo, nella fornace venivano prodotti laterizi e mattoni in terracotta, sfruttando la vicinanza delle risorse naturali. Grazie all’utilizzo di tecnologie avanzate per l’epoca, era una delle più moderne strutture industriali nel Sud Italia e rappresentava una grande opportunità economica per il territorio. L’impianto impiegava centinaia di lavoratori, diventando un punto di riferimento per lo sviluppo economico della zona.
Purtroppo, la vita della fornace fu breve: nel 1924 un incendio distrusse gran parte dell’edificio, lasciando soltanto lo scheletro che conosciamo oggi. Non sono ancora chiare le cause dell’incendio, anche se molte teorie lo riconducono ad atti di sabotaggio per concorrenza.
Oggi la Fornace Penna è un magnifico esempio di architettura industriale dei primi del Novecento. Costruita in pietra calcarea locale, presenta un aspetto massiccio e imponente, con un’alta ciminiera che svetta sulla costa. Anche se parzialmente distrutta, la struttura ha conservato la sua imponenza e si staglia nel paesaggio con un’aura di mistero e malinconia. Le rovine della fornace, affacciate sul mare, creano un contrasto suggestivo con l’ambiente naturale circostante, rendendo il luogo un’attrazione fotografica e turistica.
L’immagine della fornace in rovina ha ispirato diversi artisti e registi, diventando un luogo iconico della serie Il Commissario Montalbano, in cui viene rappresentata come una vecchia fabbrica abbandonata dove accadono fatti violenti. Questa esposizione mediatica ha contribuito a far conoscere la fornace a un pubblico più ampio, attirando visitatori sia italiani che stranieri. L’ex fornace rappresenta non solo un pezzo di storia industriale, ma anche un simbolo di lotta per la tutela del patrimonio siciliano. Si è parlato spesso di un suo recupero e restauro per trasformarla in un museo, centro culturale o un albergo a cinque stelle, ma ancora il suo futuro è tutto da scrivere.