Le edicole sacre di Agrigento, beni invisibili tra arte e devozione
30 Novembre 2020
Alla scoperta dei tanti tabernacoli disseminati tra i vicoli del centro storico, testimonianza di una identità religiosa collettiva e di memorie perdute
di Beniamino BiondiSe è vero che “Dio è l’invisibile evidente”, secondo le parole di Victor Hugo, si potrebbe per estensione utilizzare questa interpretazione letteraria per il racconto delle edicole sacre, i preziosi tabernacoli del più antico tessuto urbano di Agrigento, che costituiscono piccoli spazi sacri di testimonianza della religiosità popolare. Sono forme di arte minore destinate al conforto di una dimensione soggettiva, e al contempo assolvono al bisogno collettivo di controllare lo spazio della comunità, allo scopo di salvaguardarla dai rischi del mondo esterno.
In esse campeggia, con maggiore frequenza, l’immagine della Madonna, espressione e simbolo di una protezione di tipo universalistico, in ossequio alla tradizione mariana della Sicilia e ad una più familiare immagine di fecondità simbolica – ma ancora più anticamente al culto della Dea-Mater -, e poi ancora santi artigiani e contadini. Sospese tra opera d’arte ed elemento di arredo urbano, le edicole sacre risultano elementi di grande complessità caratterizzati dalla presenza al loro interno di una immagine sacra, con numerosi varianti di materiali e forma. Il centro storico di Agrigento ne è ricchissimo, e se pure a un’indagine di superficie possono apparire un fenomeno secondario e minore almeno a livello di presenza architettonica ed artistica, alcune di esse risultano di grande pregio e di assoluto valore.Se nei secoli più antichi le edicole sacre garantivano coi loro lumi accesi la sola illuminazione notturna della città, dalla seconda metà dell’Ottocento lo sviluppo edilizio ha comportato, insieme alla trasformazione degli immobili, anche quella delle edicole, intese più come elementi decorativi di facciate che come oggetti artistici autonomi. E però, anche in questo caso, si trattava di realizzazioni coerenti con le architetture, diversamente che ai giorni nostri in cui si assiste – nei casi di devozione – alla mancanza di ogni legame tra le composizioni architettoniche e la struttura delle edicole sacre, in particolare nelle aree periferiche della città laddove spesso appaiono come elementi d’arredo urbano irrelati e fittiziamente decorativi, e in ultima analisi privi di un autentico rapporto con il sacro.Allora è proprio nel cuore antico di Agrigento che le edicole sacre trovano la loro collocazione originaria – come nei quartieri del Rabato e di San Michele, del Duomo e di Santa Maria dei Greci -: poste sui fianchi o agli angoli delle case, resistenti dentro poverissimi cortili o in vicoli appartati, come luoghi di passaggio, hanno il valore di un presidio a tutela della pietà popolare, sacralizzando, anche in termini d’arte elementari e primitivi, una tradizione ricchissima di elementi materiali. E se in alcuni casi risultano ancora oggetto di devozione, più spesso sono malconce e trascurate, in piena rovina e defraudate delle loro immagini sacre, o, peggio, orrendamente recuperate e non più esistenti, e ricostituite quali simulazioni del pittoresco o del tradizionale.- Edicola votiva (foto: Salvatore Indelicato)
- Edicola raffigurante la Madonna col Bambino
- Edicola dedicata alla Madonna
- Una delle edicole votive di Agrigento