Mantova si svela nel secondo weekend con Le Vie dei Tesori

Tante le storie curiose custodite nei luoghi della città dei Gonzaga che saranno aperti alle visite, grazie a una rete di volontari, istituzioni e associazioni

di Antonella Lombardi

24 Ottobre 2018

I paradossi della storia abitano le pareti della chiesa della Madonna della Vittoria di Mantova, uno dei luoghi da riscoprire con il festival Le Vie dei Tesori che ha già debuttato con successo lo scorso fine settimana e che torna il prossimo, nella città dei Gonzaga, con 10 luoghi aperti al pubblico. Come la chiesa della Madonna della Vittoria, appunto, fortemente voluta da Francesco II Gonzaga per celebrare il trionfo sul re di Francia Carlo VIII, durante la battaglia di Fornovo del 1495. Al pittore di corte, Andrea Mantegna, il compito di immortalare in una pala d’altare quella vittoria. Eppure, saranno proprio i francesi, tre secoli dopo, con le razzie napoleoniche, a sottrarre la pala del Mantegna che oggi è esposta al Louvre.  width=Ma quel luogo custodisce un’altra storia curiosa che Le Vie dei Tesori racconteranno ai loro visitatori, come quella del mercante ebreo accusato di sacrilegio e costretto a pagare per ripristinare gli affreschi sacri sulla facciata della propria casa, lì dove poi verrà eretta la chiesa.I tesori custoditi da Mantova, antichi e contemporanei, sono tanti e tutti da scoprire sul sito del festival: come la Rocchetta di san Giorgio, nota anche come la casa di Sparafucile che ha ispirato il terzo atto di Rigoletto, o la villa liberty del “mantovano volante”, il pilota Tazio Nuvolari. Senza dimenticare lo spazio delle chiodare, legato alla vita delle corporazioni, dove i panni di lana venivano appesi dai mercanti a dei chiodi per favorirne l’asciugatura al sole. Unica eccezione il sito di san Nicolò che questo fine settimana, causa maltempo, non sarà aperto alle visite.E poi c’è la Mantova inedita, con i suoi capolavori custoditi nelle stanze blindate di Palazzo Te, una raccolta civica che finora non ha trovato adeguati spazi espositivi e che ora mostrerà tutta la sua ricchezza arrivando fino al Novecento. Perché per rendere possibile questo grande progetto e offrire un’immersione nella bellezza anche a chi percorre quotidianamente le strade della città è necessario fare rete: e così a Mantova associazioni culturali, enti locali, Gazzetta di Mantova, Università, Fondazioni, istituzioni bancarie e ministero della Difesa, mettono a disposizione risorse e impegno, facendo illustrare il proprio patrimonio a volontari e semplici appassionati.  width=Ecco allora i settanta dipinti che vanno dagli ultimi decenni dell’Ottocento a tutto il Novecento in mostra alla Galleria d’arte della fondazione Banca agricola mantovana, o i 350 anni di storia del museo della Gazzetta di Mantova, con la linotype che è un vero monumento all’editoria moderna, o la dimora sontuosa dei Magnaguti, con una splendida scala in marmo che riproduce in piccolo quella michelangiolesca della biblioteca Laurenziana di Firenze.O, ancora, la casa del musicista Stefano Gueresi, recentemente scomparso, con i suoi strumenti etnici, i ricordi di una carriera e il salone dove è sempre aperto il pianoforte a coda dove Gueresi componeva.Tesori antichi e contemporanei che a Mantova mostreranno la loro armonia grazie alla cooperazione tra la Fidam, la Federazione italiana Amici dei musei, il patrocinio del Comune di Mantova, e partner come l’Associazione Amici di Palazzo Te e dei Musei mantovani, insieme a enti pubblici, Università, Fondazioni private, scuole e associazioni. In tutti i luoghi le visite sono condotte dai volontari e dagli studenti di numerosi istituti mantovani. Partecipano i ricercatori e gli studenti del Politecnico – Facoltà di Architettura – Polo di Mantova; gli studenti del liceo artistico Giulio Romano, del liceo scientifico Belfiore e del liceo classico Virgilio, fino ai Giovani Amici di Palazzo Te e Musei mantovani.