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Passi avanti per la rinascita di Chiafura, la piccola Matera siciliana che finì in Parlamento
Per secoli rifugio di pastori e contadini, poi simbolo del degrado postbellico, il sito rupestre di Scicli è oggi al centro di un progetto di riqualificazione che lo trasformerà in un moderno sito museale, con percorsi attrezzati, tecnologie digitali e servizi turistici
di Ruggero Altavilla
2 Luglio 2025
Erano abitate fino agli anni Sessanta del secolo scorso e furono al centro di un caso che finì in Parlamento. Le antiche grotte di Chiafura, abbarbicate al costone di San Matteo, a Scicli, sono un gruppo di case scavate nella roccia dove vivevano i pastori, ma che poi divennero i rifugi per famiglie poverissime. Alla fine del Settecento le abitavano oltre duemila persone, ma il “caso” scoppiò nel 1959, quando Renato Guttuso, Carlo Levi, Pier Paolo Pasolini e la stampa internazionale ne raccontarono le condizioni invivibili, senza acqua corrente né luce: Chiafura e i suoi abitanti finirono in Parlamento, fu varata la Legge Aldisio sull’edilizia popolare e il complesso fu sfollato.
Un progetto di rinascita: otto milioni per Chiafura
Oggi il sito rupestre, considerato una piccola Matera siciliana, è diventato luogo di memoria storica della comunità e al centro di un progetto di riqualificazione per cui sono stati stanziati dalla Regione otto milioni di euro. Un iter di finanziamento che sta andando avanti dopo la firma del decreto dirigenziale emesso dal dipartimento regionale dei Beni Culturali con cui, lo scorso 30 giugno, è stata formalizzata la prenotazione delle risorse previste. Il progetto, inserito nel quadro del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione 2021-2027, prevede un investimento complessivo di otto milioni di euro, suddivisi in quattro annualità (2025-2028), con importi specifici per ciascun anno: 900 mila euro per il 2025; 1.200.000 per il 2026; 2.820.505 per il 2027 e 3.079.494 euro per il 2028.
Il finanziamento riguarda diverse aree di intervento: Chiafura (con un budget di 2.950.000 euro), San Matteo e Parco (1.200.000 euro) e Castello dei Tre Cantoni (1.050.000 euro). Le attività includono lavori di consolidamento, sistemazione dei percorsi, installazione di dispositivi multimediali, arredo urbano, reti wi-fi, e interventi di valorizzazione turistica e culturale.
Un significativo passo avanti nella valorizzazione del patrimonio rupestre di Chiafura, con un approccio integrato che combina interventi strutturali, tecnologici e culturali, per promuovere il sito come destinazione turistica e culturale di rilievo. L’attuazione sarà coordinata dal Parco Archeologico di Kamarina e Cava d’Ispica, sotto la supervisione del Dipartimento dei Beni Culturali, con l’obiettivo di completare i lavori entro il 2028.
Una storia millenaria incisa nella roccia
Il sito rupestre di Chiafura a Scicli rappresenta una straordinaria testimonianza di insediamento umano che affonda le sue radici nella preistoria e prosegue fino al secolo scorso. Arroccato su una collina a nord dell’abitato moderno di Scicli, questo complesso rupestre è costituito da un intricato sistema di grotte e abitazioni scavate nella roccia, che raccontano una storia millenaria di adattamento e resistenza.
Le origini di Chiafura risalgono probabilmente all’Età del Bronzo, quando le popolazioni locali sfruttarono la morbida pietra calcarea per creare rifugi sicuri. Ma il sito conobbe il suo massimo sviluppo in epoca medievale, diventando un borgo rupestre abitato da comunità contadine che cercavano protezione dalle incursioni piratesche e dalle guerre. Le grotte, disposte su più livelli, furono modellate per ospitare interi nuclei familiari, con ambienti destinati al riposo, alla conservazione dei cibi e persino alle attività artigianali.
Nel corso dei secoli, Chiafura mantenne la sua funzione abitativa, diventando un simbolo di vita frugale e resistenza. Ancora nel Novecento, molte famiglie povere vi risiedevano, nonostante l’assenza di servizi essenziali come l’acqua corrente o l’elettricità. Solo negli anni Cinquanta e Sessanta del secolo scorso, con le politiche di sfollamento delle abitazioni rupestri promosse dal governo, gli ultimi abitanti lasciarono definitivamente il sito.
Oggi Chiafura è un luogo di grande interesse storico e archeologico, nonché una meta suggestiva per i visitatori che vogliono immergersi in un paesaggio carico di memoria. Le sue grotte silenziose, i vicoli scavati nella roccia e i resti di antiche cisterne raccontano una pagina di storia sociale spesso dimenticata, ma essenziale per comprendere l’evoluzione di quest’angolo degli Iblei.