L’idea era di proiettare all’esterno il parco ottocentesco custodito dietro la facciata di Palazzo d’Orleans. Un tappeto verde con piante ornamentali, essenze arboree e fontane. Un progetto di restyling adesso concluso che, nel giorno dell’inaugurazione, sta sollevando un coro di polemiche tra addetti ai lavori, operatori culturali e semplici cittadini. Nel mirino soprattutto la lunga fila di sfere bianche che separano la nuova area verde dalla strada e le fontane finto antiche che stridono con la facciata monumentale del palazzo, sede della Presidenza della Regione.

La nuova area verde davanti a Palazzo d’Orleans
Il progetto, interamente ideato e finanziato dalla Regione Siciliana per una cifra che
supera di poco i 900mila euro, ha riguardato sia lavori su aree di proprietà comunale, come lo spazio del marciapiede davanti al palazzo, sia interventi di restauro nel piazzale interno che appartiene alla Regione, sulla recinzione del parco e sulle due garitte poste ai lati dell’ingresso principale. Il vecchio marciapiede, che era largo 8,5 metri, è stato risistemato con una
nuova pavimentazione e allargato di un altro metro e mezzo sulla sede stradale fino a raggiungere i dieci metri complessivi, di cui due destinati al passaggio pedonale.

Planimetria del progetto
Del gruppo di progettisti del
Dipartimento regionale tecnico fanno parte gli architetti Teotista Salerno, Pietro Santoro e Antonella Italia; degli aspetti agronomici si è occupato Antonio Spezia, mentre per il restauro Fabio Torre e per il collaudo tecnico Marika Schiano di Cola. Il progetto definitivo è stato presentato nel novembre 2019 alla
Soprintendenza dei Beni culturali di Palermo che ha dato parere favorevole a determinate condizioni, ed è stato anche approvato dalla giunta comunale con una delibera del 28 novembre 2019. Il progetto è andato poi in gara e l’appalto è stato aggiudicato lo scorso marzo alla Olimpia Costruzioni, con l’architetto Rino Beringhelli in qualità di responsabile unico del procedimento.

Nelle intezioni dei progettisti, il prato avrebbe dovuto richiamare
l’impostazione del giardino interno alla francese, mentre le criticatissime fontane bianche – si legge nel progetto – sono state poste
in memoria dell’antica fontana della Sirena, andata distrutta e dispersa durante i moti rivoluzionari del 1848. Ma il risultato finale è stato accolto da un coro quasi unanime di critiche, amplificate – come spesso accade in questi casi – dai social.

Sezione grafica del progetto
Tra chi contesta il restyling c’è anche
Giuseppe Barbera, per trent’anni professore di colture arboree all’Università di Palermo, uno dei massimi esperti di paesaggio mediterraneo. “Siamo nell’area dell’antico Genoardo – sottolinea l’agronomo – davanti a Palazzo D’Orleans, alle spalle di un bellissimo giardino romantico.
Non si può fare una cosa che sembra realizzata andando una mattina in un garden center. Proprio in quel pezzo di città, cose del genere non si fanno con questa leggerezza, spero che sparisca al più presto, perché la storia di questa città, che ha avuto e ha giardini importantissimi, merita ben altro. Non sarebbe stata necessaria una attenta e competente attenzione paesaggistica? Nessun paesaggista in ogni caso avrebbe risolto in questo modo”.

Il prospetto di Palazzo d’Orleans prima del restyling
Critico anche
Pietro Todaro, geologo, grande conoscitore del sottosuolo palermitano:
“Un pugno in un occhio. Troppe palle e troppo grandi, la fontana andrebbe smontata e allontanata, il prato meglio di plastica”, mentre
Paolo Inglese, direttore del Sistema museale dell’ateneo palermitano parla di
“un cattivo gusto da villino abusivo, in quella che fu casa reale. Ci mancano i sette nani, magari li regaliamo noi. È un orrore che non posso credere sia stato autorizzato da qualcuno. L’ho visto crescere con sempre maggiore orrore”.

Lina Bellanca
A parare i colpi interviene la
Soprintendenza ai Beni culturali di Palermo, che di fatto ha autorizzato il progetto della Regione, dando indicazioni però parzialmente mantenute. “Stiamo parlando di un progetto di ampliamento del marciapiede con arredo verde, non avremmo avuto motivi validi per dare parere contrario – spiega a
Le Vie dei Tesori News,
la soprintendente Lina Bellanca – . Sul gusto estetico possiamo discutere e
ammetto che certe soluzioni potevano essere evitate. Le sfere erano previste addirittura più grandi e noi abbiamo chiesto di ridimensionarle, sulle fontane, poi, avevamo dato indicazione di
trovare delle vasche antiche, più consone al prospetto, o magari di non realizzarle così alte. Avremmo potuto certamente essere più rigidi, ma ormai la polemica è sempre dietro l’angolo. Io credo che c’è di peggio in città, come l’abbandono di certi luoghi. Sono queste le cose che davvero non vorremmo vedere”.