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Riapre dopo il restauro il Castello di Venere, ospiterà eventi e mostre

Il sito, tra i più rappresentativi della storia e dell’identità del territorio, sarà visitabile ogni giorno per tutto il mese di agosto. L’intervento di riqualificazione, durato due anni, promosso dalla Regione Siciliana e curato dalla Soprintendenza di Trapani, restituisce un luogo simbolico alla fruizione, con nuovi spazi espositivi e un programma culturale in via di definizione

di Redazione

6 Agosto 2025

È arroccato sulla vetta del monte Erice, tra le nuvole e il mare. Con la sua sagoma austera e imponente, il Castello di Venere, rappresenta da secoli il cuore pulsante di una memoria che affonda le radici nell’antichità. Adesso, dopo un lungo periodo di chiusura e un importante intervento di riqualificazione, il castello riapre finalmente le sue porte al pubblico.

Panorama del castello

A partire da oggi, il sito archeologico del Tempio di Venere torna ad accogliere i visitatori. I lavori, curati dalla Soprintendenza ai Beni Culturali di Trapani e finanziati dalla Regione Siciliana, hanno restituito nuovo splendore a uno dei simboli più rappresentativi del patrimonio storico e culturale ericino. Gli interventi, durati un paio d’anni, hanno riguardato non solo il restauro e la messa in sicurezza dell’antico complesso, ma anche la valorizzazione dei percorsi espositivi e la creazione di spazi dedicati a mostre e attività culturali.

Il sito sarà visitabile ogni giorno, per tutto il mese di agosto, dalle 10 alle 19. L’accesso è previsto attraverso un biglietto singolo, integrato o tramite la EriceCard, in linea con la politica culturale degli altri siti della città. Da settembre in poi, la fruizione seguirà il calendario pubblicato sul sito ufficiale della Fondazione Erice Arte.

La torre d’ingresso del Castello (foto Bjs, licenza CC0)

“La riapertura del Castello di Venere – commenta il sindaco Daniela Toscano – rappresenta un momento di grande importanza sia sotto il profilo turistico che culturale. Dopo due anni di lavori complessi, possiamo restituire alla fruizione pubblica un luogo ricco di storia e fascino, che da sempre rappresenta un punto di riferimento identitario per Erice e un’attrazione per i visitatori di tutto il mondo. La valorizzazione del Castello è parte di una più ampia strategia di tutela e promozione del patrimonio culturale ericino”.

Un progetto che non si esaurisce nel restauro architettonico, ma che punta anche al rilancio dell’intero sistema culturale cittadino. “Con questa riapertura – sottolinea l’assessore alla Cultura e al Turismo, Rossella Cosentino – Erice si arricchisce di un ulteriore tassello per offrire ai visitatori e ai cittadini un’esperienza culturale completa e di qualità. Il Castello avrà nuovi spazi espositivi realizzati all’interno ed ospiterà mostre come quella di Philip Colbert. Non si tratta di un fatto simbolico. Restituire alla collettività un luogo così ricco di stratificazioni storiche e identitarie significa poter dare la possibilità a chiunque di vivere in prima persona la conoscenza e la memoria millenaria del nostro territorio”.

Il Castello di Venere è un racconto in pietra che attraversa millenni. Edificato tra l’XI e il XII secolo dai Normanni, sulle rovine di un preesistente tempio elimo-fenicio dedicato a una divinità femminile – identificata dai Romani con Venere Ericina – il castello si erge come testimonianza tangibile di una stratificazione culturale unica. Il luogo, già sacro in epoca pre-romana, continuò a essere frequentato anche durante il Medioevo, assumendo nuove funzioni militari e simboliche.

Il culto di Venere Ericina, connesso alla fertilità e all’amore, attirava pellegrini da tutto il Mediterraneo e rendeva Erice una delle località sacre più importanti dell’antichità. Le leggende narrano di sacerdotesse che officiavano riti sul ciglio della rocca, mentre le navi nel mare sottostante si orientavano grazie al fuoco del tempio, acceso giorno e notte.

Erice

Fino al XVI secolo il Castello di Venere mantenne la sua funzione di presidio militare sotto il controllo spagnolo. Solo con la riforma borbonica del 1818-1819 il complesso passò ufficialmente nelle mani del Comune. Verso la fine dell’Ottocento, un nuovo capitolo si aprì grazie all’intervento del conte Agostino Pepoli, che stipulò un accordo con l’amministrazione cittadina: in cambio della concessione dell’area, si impegnò a riqualificarla. Promosse una bonifica dell’intero sito, realizzò un giardino panoramico, restaurò due delle tre torri allora in rovina e ricostruì la torre pentagonale, crollata nel XV secolo.

La riapertura del Castello di Venere segna, dunque, un nuovo capitolo nella valorizzazione del patrimonio storico di Erice. Un tassello importante nel percorso di rilancio del territorio, che guarda alla cultura come risorsa concreta per il presente e per il futuro.