Riapre la riserva di Monte Cofano, scrigno di natura e storia

Chiusa per crolli da diversi anni, torna fruibile l’area protetta del Trapanese, un promontorio di grande bellezza che conserva specie caratteristiche della flora mediterranea

di Ruggero Altavilla

28 Luglio 2022

Il suo promontorio affacciato sul mare, dai colori cangianti a ogni ora del giorno, è uno dei più belli della Sicilia occidentale. Un massiccio dolomitico risalente al periodo giurassico ricoperto in molte parti da una vegetazione mediterranea. Dopo i lavori iniziati nell’aprile del 2021, riapre integralmente la riserva di Monte Cofano, chiusa per crolli da diversi anni. A darne notizia è l’assessore regionale dell’Agricoltura, Sviluppo Rurale e Pesca mediterranea, Toni Scilla, anticipando l’evento ufficiale di riapertura fissato per venerdì 22 luglio alle 11, all’ingresso della riserva, a Macari, nel Trapanese.

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La sagoma di Monte Cofano (foto Giulio Giallombardo)

Grazie ai lavori ultimati progettati dal Comune di Custonaci, in collaborazione con il dipartimento Sviluppo rurale e territoriale, ente gestore della riserva naturale, e finanziati dall’Ufficio per il Commissario contro il dissesto idrogeologico, – fanno sapere dalla Regione – si può tornare a visitare questo lembo di territorio protetto di grande bellezza che conserva specie caratteristiche della flora mediterranea, alcune delle quali particolarmente rare.
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Monte Cofano e le cave di Custonaci (foto Krisjanis Mezulis, Wikipedia, licenza CC0 1.0)

“Gli interventi di messa in sicurezza dell’importo complessivo di 1,4 milioni di euro, non invasivi e rispettosi della naturalità dei luoghi – aggiunge Scilla – assicureranno la mitigazione del rischio da dissesto idrogeologico, consentendo quindi la ripresa della fruizione dopo l’interdizione avvenuta a seguito del distacco di un grosso masso avvenuto nel 2017”.
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Monte Cofano da Macari (foto Giulio Giallombardo)

Le pareti rocciose del promontorio che si staglia a oltre 650 metri di altezza, si elevano ripide e in molte parti verticali, formando un profilo inconfondibile. I sentieri della riserva resi nuovamente fruibili dopo i lavori, consentono di orientarsi con facilità per esplorare l’area protetta. Uno in particolare, in gran parte costiero, permette di effettuare il giro completo del monte in massimo due-tre ore di cammino.
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Grotta Mangiapane (foto: Tato Grasso, Wikipedia, licenza CC BY-SA 3.0)

Importanti sotto il profilo geologico e paleontologico sono, poi, le grotte presenti all’interno della Riserva. Qui sono state rinvenute tracce di insediamenti del periodo preistorico di grande valore come fossili, armi, utensili di selce, graffiti, risalenti fino al Paleolitico Superiore. La più nota è quella presente in località Scurati: la grotta Mangiapane, il cui nome si riferisce all’antica famiglia che l’abitava. Un antico agglomerato rurale che dal 1983, a dicembre, si anima con uno dei presepi viventi più famosi della Sicilia. Uno dei tesori più belli della riserva è anche la cinquecentesca torre della tonnara di Cofano. Si presenta in pianta quadrata stellare a quattro punte, una forma davvero unica che non si riscontra in altri luoghi della Sicilia. Pare che le pareti concave siano state realizzate con il proposito di deviare le palle di cannone sparate dal mare.
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La mappa della riserva di Monte Cofano (da riservamontecofano.com)

Riguardo ai recenti lavori nella riserva, l’assessore Scilla ha sottolineato che “un analogo intervento è in programma anche nell’area dello Zingaro, grazie al protocollo d’intesa sottoscritto tra il Comune di San Vito Lo Capo e il dipartimento regionale dello Sviluppo rurale e territoriale”.