Strade e piazze dei centri storici sono beni culturali tutelati

Una recente sentenza della Cassazione ribadisce un articolo del Codice nazionale che disciplina la tutela del patrimonio italiano

di Ruggero Altavilla

25 Novembre 2020

Non solo chiese, palazzi e monumenti, ma anche strade e piazze dei centri storici sono beni tutelati, a prescindere dall’esistenza di una dichiarazione esplicita di interesse culturale. È quanto previsto dall’articolo 10 del Codice dei beni culturali e del paesaggio, decreto legislativo del 2004 che disciplina la tutela del patrimonio italiano. Un aspetto particolare ribadito da una recente sentenza della Cassazione.

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Veduta aerea del centro storico di Palermo

Tutto parte da una vicenda legale avvenuta a Benevento, dove il Tribunale del Riesame ha annullato il decreto di sequestro contro una struttura realizzata da un esercizio commerciale nel centro storico, in zona dunque soggetta al vincolo come previsto dal Codice dei beni culturali e in assenza di autorizzazione della Soprintendenza. Secondo il Riesame – si legge nella sentenza della Cassazione – “poiché la struttura è stata realizzata in una strada del centro storico, la strada non sarebbe bene culturale in sé, ma richiederebbe la definizione del procedimento amministrativo di verifica dell’interesse pubblico ed il provvedimento di dichiarazione dell’interesse culturale”, provvedimenti che non sarebbero stati emessi.
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Uno scorcio di Catania dalla Badia di Sant’Agata (foto Fabrizio Villa)

Di parere opposto la Cassazione che fa riferimento al “costante orientamento della giustizia amministrativa”, secondo cui “le pubbliche piazze, vie, strade e altri spazi urbani, laddove rientranti nell’ambito dei centri storici”, come scritto nel Codice dei beni culturali, “sono qualificabili come beni culturali indipendentemente dall’adozione di una dichiarazione di interesse storico-artistico. Tali beni appartenenti a soggetti pubblici – ribadisce la Cassazione nella sentenza – sono, quindi, da considerare beni culturali ope legis, rispetto ai quali trovano necessaria applicazione le norme di tutela di cui alla parte II del Codice fino a quando non intervenga una espressa verifica di interesse in senso contrario”.
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I Quattro Canti a Palermo

Dunque, qualunque lavoro venga svolto nelle strade dei centri storici deve essere sempre autorizzato dalla Soprintendenza. “È uno dei motivi per cui siamo sempre interpellati per l’occupazione del suolo pubblico – sottolinea Lina Bellanca, soprintendente ai Beni culturali di Palermo – . Le sedi stradali sono sempre vincolate, e c’è anche il vincolo per i prospetti degli edifici che vi si affacciano, è un problema di contesto urbano a cui dobbiamo prestare sempre molta attenzione”.