favorita

  • In occasione dei 400 anni del Festino di Santa Rosalia, il gruppo Mangia’s ha donato e piantato arbusti tipici della macchia mediterranea, tra cui lentischi, olivastri e lecci. L’iniziativa, realizzata con il supporto di esperti e istituzioni locali, mira a rinverdire l’area e a celebrare il legame tra Palermo e il suo territorio

  • Nell’Aula Magna del Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Forestali dell’Università degli Studi di Palermo, venerdì 31 maggio, un convegno, organizzato e moderato dall’agronomo e scrittore Giuseppe Barbera, a cui parteciperanno diversi studiosi che si occupano della riserva

  • Terzo fine settimana per il festival primaverile organizzato dalla Fondazione Le Vie dei Tesori con l'Università. Aprono le porte Villa Belmonte all’Acquasanta, la Casa di Thule, poi Villa Alliata, due case-museo, i serbatoi e le grotte di San Ciro, le sorgenti del Gabriele. Arie della Belle Epoque da Martha e concerti degli allievi al Conservatorio. Si andrà alla ricerca dell’esteta Fulco di Verdura a Villa Niscemi

  • Apre Villa Belmonte e si scopre la mostra su Ettore De Maria Bergler con la curatrice a Villa Zito. Si va sulle tracce del genio dimenticato di Fulco di Verdura e si scopre la sala dedicata a Santa Rosalia al Museo Diocesano con il vicedirettore. Torna lo storico Salvatore Savoia tra indagini e delitti nel chiostro di San Domenico e si visita la casa-museo della Fondazione Thule, tra tra arazzi, porcellane e libri. Docenti, collezionisti, curatori, protagonisti del festival organizzato dalla Fondazione Le Vie dei Tesori con l’Università di Palermo

  • Proseguono i sopralluoghi per studiare i manufatti idrici nascosti nel parco. Il geologo Pietro Todaro ha esplorato il dammuso borbonico e percorso un cunicolo di circa cinquanta metri collegato all’area dei campi Malvagno. Un sistema complesso che potrebbe avere origini ancora più antiche

  • Da decenni si trovava nell’area militare dell’ex deposito combustibili della Marina, all’inizio di viale Diana. Risalente al secondo secolo dopo Cristo, faceva probabilmente parte della collezione Farnese passata ai Borbone. Adesso è esposta nel chiostro del museo e troverà spazio nel nuovo allestimento del primo piano