◉ RAGUSA
Torna a segnare il tempo l’orologio del Teatro Garibaldi di Modica
Ripristinato il complesso meccanismo delle lancette sulla facciata del monumento ottocentesco. L'operazione, condotta da maestri restauratori, ha richiesto mesi di lavoro per conciliare esigenze conservative e funzionali
di Redazione
1 Agosto 2025
Dopo anni di silenzio, l’orologio del Teatro Garibaldi di Modica torna a scandire le ore, illuminando con la sua eleganza il corso Umberto I. Il restauro di questo simbolo neoclassico, sormontato dall’aquila della Contea di Modica e affiancato da due figure maschili, al di là dell’intervento tecnico, ha un forte valore simbolico per un luogo che ha attraversato secoli di storia, arte e cultura.
Un segnale di rinascita
“L’orologio storico si erge sulla parte alta della facciata del teatro e ne completa l’armoniosità. È un piacere vederlo funzionante”, dichiarano il sindaco Maria Monisteri e il sovrintendente della Fondazione Teatro Garibaldi, Tonino Cannata. L’opera di ripristino è stata affidata a Danilo Gianformaggio, rappresentante di un’azienda specializzata nel restauro e ripristino di orologi monumentali. “Sono molto contento di aver ridato nuova vita a un orologio così bello e in un luogo unico come il Teatro Garibaldi”, ha commentato. “Questo teatro non è solo uno spazio per spettacoli, ma un catalizzatore di emozioni, riflessioni e connessioni sociali. L’orologio, in cima alla facciata, ne è un simbolo”.
L’intervento si inserisce in un più ampio progetto di manutenzione straordinaria degli interni, finanziato dalla Regione Siciliana. Un passo ulteriore verso la valorizzazione di un luogo che, come scrive Mariolina Marino nel volume “Duecento anni di teatro a Modica”, ha vissuto trasformazioni, abbandoni e rinascite.
Due secoli di storia e arte
Nato nella seconda decade dell’Ottocento dall’unione di un magazzino e di una casa nobiliare, il teatro fu inizialmente battezzato Real Teatro Ferdinandeo. Già nel 1817, due anni dopo l’inizio dei lavori, ospitava due ordini di palchi e una piccola platea. Ma fu tra il 1852 e il 1857 che assunse l’aspetto attuale: la platea fu ampliata, venne aggiunto un terzo ordine di palchi e un loggione, mentre la facciata fu ridefinita in stile neoclassico, con l’orologio e l’aquila a dominare la balaustra.
La riapertura nel 1857 fu celebrata con “La Traviata” di Giuseppe Verdi, e dopo l’Unità d’Italia il teatro fu intitolato a Garibaldi. Passato al Comune nel 1870, divenne un polo culturale versatile: non solo opere liriche e prosa, ma anche serate di beneficenza, concorsi canori e persino gare di scherma per giovani fascisti negli anni Trenta. Con l’avvento del cinema, nel 1943, la struttura subì un ulteriore adattamento, ma il dopoguerra impose nuovi lavori di consolidamento.
Dal declino alla riapertura
La chiusura nel 1984 sembrò segnare la fine di un’epoca, ma la mobilitazione cittadina portò a un ambizioso restauro. L’ingegnere Giorgio Sarta e gli architetti Enzo e Giorgio Rizza ridisegnarono gli spazi, mentre il decoratore Giorgio Modica e il pittore Piero Guccione – con il contributo de “Il Gruppo di Scicli” – riportarono splendore alle decorazioni. Sul soffitto della sala, Guccione immortalò la scalinata del Duomo di San Giorgio, popolata da figure del mondo artistico e lirico. Dopo anni di lavori, il teatro riaprì definitivamente nel 2000, riconquistando il suo ruolo di cuore pulsante della cultura modicana.