◉ PALERMO
Riappare il prospetto della chiesa dell’Origlione
Smontato il ponteggio sulla facciata della chiesa di Ballarò, dopo il restauro iniziato nell'estate dell'anno scorso. Gli interventi di somma urgenza erano stati avviati dopo il crollo di calcinacci. Sostituiti gli infissi in legno e risanata la struttura in cemento armato della scala interna alla torre
di Ruggero Altavilla
7 Dicembre 2023
di Ruggero Altavilla
Ha resistito alle bombe, ai terremoti e ai fulmini, perdendo pezzi ma restando in piedi. L’imponente chiesa di San Giovanni all’Origlione, che svetta su Ballarò, nel cuore antico di Palermo, è tornata a mostrare la sua facciata dopo il restauro iniziato nell’estate dell’anno scorso. L’intervento di somma urgenza era stato avviato dopo che, nell’autunno del 2021, alcuni calcinacci provenienti dal timpano e dalla parte superiore della facciata crollarono sulla piazza, danneggiando le auto parcheggiate. Fu probabilmente un fulmine a colpire la chiesa durante un forte temporale.

Il prospetto prima del restauro
I lavori, per oltre 128mila euro del ministero dell’Interno per i beni del Fondo edifici di culto, sono stati realizzati dalla Maltese srl di Alcamo, sul progetto elaborato dall’architetto Silvana Lo Giudice della Soprintendenza ai Beni culturali di Palermo. Gli interventi hanno interessato il prospetto principale e, in particolare, le tre campate della vela campanaria e della croce che sormonta l’edificio. Sono stati sostituiti gli infissi in legno e risanata la struttura in cemento armato della scala interna alla torre, per consentire l’accesso alla terrazza della vela campanaria.
LA STORIA DELLA CHIESA
La chiesa, con il convento delle monache benedettine di San Giovanni l’Origlione, viene fondata forse su una preesistenza del 13esimo secolo. Nel 1532 le monache benedettine lasciano il convento per andare a fondarne uno nuovo ai Settangeli ed il convento di San Giovanni viene abitato dalle monache olivetane della Grazia fino al 1554, quando viene chiuso da tre deputati nominati dall’arcivescovo.
Nel 1600, a spese di una monaca della famiglia Durante, la chiesa viene ingrandita come “gancia” dei cavalieri Gerosolimitani dipendente dalla Commenda della Guilla. Tra il 1635 ed il 1639 la decorazione della chiesa viene affidata a Pietro Novelli. Per consentire alle monache di avere un belvedere sul Cassaro nel 1717, su progetto dell’architetto Carlo Infantolino e del padre domenicano Tommaso Maria Napoli, viene costruito un camminamento aereo. Il passaggio, coinvolgendo i palazzi vicini compreso palazzo Papè Valdina lungo la via Protonotaro, verrà completato cinque anni dopo dagli architetti Giuseppe Venanzio Marvuglia e Giovanni Rossi.
I primi danni provocati dal terremoto del 1734 verranno riparati dall’ingegnere crocifero Manuello Caruso. Nel 1775 entrano nel monastero le prime monache benedettine con la badessa suor Elisabetta Garofalo e viene incaricato di nuovo Marvuglia per il progetto delle decorazioni interne della chiesa che vengono eseguite dal pittore Gaspare Cavarretta. Nel 1785 l’architetto Emmanuele Cardona viene incaricato del rifacimento del soffitto della chiesa e della realizzazione del finestrone del prospetto principale. Potrebbe risalire a questa data l’inserimento di catene a sostegno della prima capriata della copertura, posta a ridosso del prospetto principale. Nel 1793 la chiesa viene consacrata, anche se i lavori interni continueranno fino al 1803. Nel 1866, a seguito della Soppressione degli ordini e istituti religiosi, il Convento viene chiuso e, insieme alla chiesa, viene incamerato dallo Stato.
Il complesso architettonico venne danneggiato per intero dai bombardamenti della seconda guerra mondiale: la chiesa limitatamente alla volta interna e al fastigio del prospetto principale, il convento viene invece raso a suolo, perdendo così la scenografica loggia-belvedere che era addossata al fianco destro della chiesa, la cui esistenza è documentata da fotografie storiche conservate presso gli archivi della Soprintendenza per i beni architettonici ed ambientali di Palermo.
Intorno al 1955 l’architetto Pietro Finocchiaro della Soprintendenza ai Monumenti della Sicilia Occidentale progetta e realizza una nuova torre addossata alla parete laterale destra, là dove era la loggia belvedere, realizzando all’interno la scala in che serve a raggiungere la vela campanaria.
Tra il 2002 ed il 2011 vengono eseguiti diversi interventi di somma urgenza dalla Soprintendenza di Palermo. Viene restaurata la copertura e, sulla scorta di documentazione storica che aveva evidenziato la presenza di affreschi di Novelli nelle pareti interne a ridosso della controfacciata, viene portato in luce, nella parete sinistra, l’affresco raffigurante “Il trionfo di David”, presumibilmente intonacato nel periodo post-bellico. Nel 2017 un altro intervento di restauro ha interessato porzioni del portale principale e degli infissi.