Un libro racconta il culto della Madonna della Lettera, patrona di Messina
1 Giugno 2021
Il volume scritto dallo storico e docente Marco Grassi, ripercorre la storia della devozione, dalle origini alla diffusione oltre il territorio peloritano
di Ruggero AltavillaSono entrate nel vivo a Messina le celebrazioni per la Madonna della Lettera, patrona della città. Tra le iniziative che le confraternite propongo alla Diocesi, martedì 1 giugno alle 19, nella Basilica Cattedrale sarà presentato un volume scritto dallo storico e docente Marco Grassi dal titolo “La devozione a Maria Santissima della Sacra Lettera”, realizzato dal Cid, il Centro Interconfraternale Diocesano. Interverranno Franz Riccobono e Sergio Todesco.
Il libro di quasi 200 pagine, ripercorre la storia del culto della Madonna tra i messinesi, dalle origini alla diffusione oltre il territorio peloritano. “La città di Messina e la sua arcidiocesi – scrive Grassi, che affronta da anni ricerche di ambito multidisciplinare occupandosi di iconografia sacra, tradizioni popolari, storie di famiglia e araldica – vanta una devozione particolare alla Vergine Maria testimoniato ancora oggi da tanti santuari, luoghi di culto, opere d’arte e particolari titoli mariani. Questo stretto legame alla Madre di Cristo si fonda su una antica tradizione, un particolare primato che la città dello Stretto ha sempre vantato: la lettera che Maria avrebbe scritto ai messinesi il 3 giugno del 42 dopo Cristo. Una particolare prerogativa che lega Messina alla Vergine e che indubbiamente ha dato la forza e l’impulso per risorgere sempre con coraggio dalle proprie rovine, causate dalle tante distruzioni naturali ed umane, come la mitica Fenice rinasce dalle proprie ceneri”.Questa pubblicazione, voluta dal Centro Interconfraternale Diocesano, offre un contributo per approfondire e riflettere sul culto alla Madonna della Lettera, che non è un dono solo per Messina. “Esempio significativo – prosegue lo storico – è la singolare commissione di un quadro alla Madonna della Lettera da parte di uno dei più celebri messinesi, l’architetto Filippo Juvarra. Egli, trasferitosi definitivamente in Piemonte, presso la corte di Emanuele Filiberto di Savoia, decise di far realizzare in una chiesa di Torino un grande tela raffigurante la Vergine Maria per mantenere un legame con la sua città natale e la sua patrona”.”Innumerevoli i dipinti sparsi nelle principali città della Sicilia o d’Italia, tutti posti ove erano presenti comunità peloritane, – precisa ancora Grassi – come il dipinto realizzato a Roma dal Pomarancio, ancora oggi venerato dalla comunità messinese della capitale presso la basilica di San Pietro in Montorio. Molti di questi dipinti venivano donati dal senato di Messina per sancire una alleanza, infatti, soprattutto nel Settecento, da Messina furono inviate numerose fedeli riproduzioni dell’immagine venerata nel duomo a città sorelle come Trapani, Palermo, Siracusa e Catania. Un viaggio nel culto e nella devozione per testimoniare l’eccezionale diffusione di un titolo mariano prettamente localistico che paradossalmente diventa universale”.