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Apre il palazzo-fortezza del duca Avarna nascosto sui Peloritani

A Borgo Sicaminò si visitano alcuni ambienti della dimora appartenuta all’eccentrico intellettuale e poeta, dove è stata allestita una mostra fotografica permanente, curata dall’associazione Ascosi Lasciti e dedicata ai più bei luoghi abbandonati in Sicilia

di Ruggero Altavilla

14 Dicembre 2023

Era il cuore del regno degli Avarna, una delle più influenti famiglie nobiliari siciliane. Un palazzo-fortezza risalente all’epoca di Federico II, poi ristrutturato e adattato a residenza nel corso dei secoli, attorno a cui ruota il piccolissimo Borgo Sicaminò, frazione del Comune di Gualtieri Sicaminò, un ex villaggio rurale arrampicato sui Peloritani, in attesa di trasformarsi in albergo diffuso.

Il prospetto di Palazzo Avarna

Adesso il palazzo appartenuto all’eccentrico duca Giuseppe Avarna, intellettuale e poeta, apre le sue porte per una visita speciale, condotta dagli attuali proprietari, insieme al collettivo Ascosi Lasciti, associazione culturale che da anni si dedica all’urbex, esplorazione urbana di luoghi abbandonati. Sabato 16 e domenica 17 dicembre, dalle 9,30 alle 14, si visitano alcuni ambienti del palazzo, resi fruibili per l’occasione, dove è stata allestita una mostra fotografica permanente dedicata ai più bei luoghi abbandonati in Sicilia.

La cappella

“Dopo anni, un piccolo sogno si sta realizzando. Stiamo cercando di creare una rete di soggetti interessati affinché si possano creare eventi culturali per rivivere il luogo – spiega Cristiano La Mantia, presidente di Ascosi Lasciti – . Noi lo abbiamo scoperto alla fine del 2019 e da quel momento, la possibilità di rivalutarlo è stato un chiodo fisso. Conosciuti i proprietari, in questi ultimi anni, abbiamo immaginato a cosa poter creare per fare rivivere questo luogo e per cercare di preservarlo ed eccoci qui a installare una mostra fotografica permanente e a immaginarne il recupero proponendo progetti culturali che partono dal basso, oltre alla ricerca di altri soggetti interessati a creare un movimento culturale finalizzato alla rivalutazione del luogo”.

Una delle sale del palazzo

Torna a vivere, così, almeno per un weekend, la dimora del duca Avarna, figura leggendaria, morto nel 1999 durante un incendio divampato nella sua abitazione adiacente al palazzo. Amante del bel mondo, tra i fondatori nel 1945 del movimento per l’autonomia della Sicilia, fu protagonista di una storia che finì su giornali e rotocalchi degli anni ’80. Il duca abbandonò moglie, figli e possedimenti, folgorato dalla passione per Tava Daetz, 33 anni più giovane, allora assistente di volo della Pan Am. Dopo aver chiesto il divorzio alla moglie, Magda Persichetti, nobildonna di una famiglia di costruttori romani imparentata con Claretta Petacci, non gli era stato più concesso di risiedere nella dimora di famiglia.

Interno della capella

Così il duca, insieme alla sua nuova compagna, si era trasferito nella sagrestia della cappella sconsacrata, vicino al palazzo: è proprio lì – secondo le cronache del tempo – avrebbe voluto celebrare il trionfo dell’amore con la giovane hostess, suonando le campane della chiesa dopo ogni amplesso amoroso, certo che il “messaggio” arrivasse alla prima consorte che abitava nel palazzo. La cosiddetta “campana dell’amore” finì per essere al centro di una battaglia giudiziaria che diede ragione al duca e la storia fece il giro del mondo. Ma cosa ci fosse realmente alla base di quel gesto provocatorio, non fu mai del tutto chiarito dal duca e dalla sua compagna.

Borgo Sicaminò

Oggi quella “campana d’amore” è stata trafugata, insieme ad altri oggetti e arredi che si trovavano all’interno del palazzo. Atti di vandalismo più volte denunciati dagli attuali proprietari, Maria Grazia e Alessandro D’Amico, dopo che loro padre acquistò il palazzo da uno dei figli del duca, all’inizio del 2000. “Ci impegneremo affinché il palazzo venga sempre più aperto al pubblico – conclude Cristiano La Mantia – e si conseguenza sorvegliato, così da preservarne il riconosciuto interesse storico”.

(Foto Ascosi Lasciti-Liotrum)