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Al via a Trapani il progetto “Itinerari di comunità”
Promosso dall’Ufficio locale di esecuzione penale esterna, diretto da Rosanna Provenzano, in partenariato con il Comune e la Fondazione Le Vie dei Tesori di Palermo, prevede eventi, visite guidate ed escursioni nei territori del Trapanese. Si comincia al Chiostro di San Domenico con la presentazione del libro “Punizione” di Giovanni Fiandaca
di Redazione
27 Giugno 2024
Ricreare legami e favorire la vita comunitaria attraverso un percorso formativo di sensibilizzazione sulla legalità e allo spirito di comunità. Questo l’obiettivo del progetto “Itinerari di comunità”, promosso dall’Ufficio locale di esecuzione penale esterna (Ulepe) di Trapani, diretto da Rosanna Provenzano, in partenariato con il Comune di Trapani, con il Distretto Socio Sanitario D50 di cui Trapani è capofila ela Fondazione Le Vie dei Tesori di Palermo.
La prima tappa del progetto è fissata per lunedì 8 luglio alle 18, con la presentazione del libro “Punizione” (edito da Il Mulino) scritto da Giovanni Fiandaca, professore emerito di diritto penale, che avrà luogo al Chiostro di San Domenico a Trapani. Il progetto “Itinerari di comunità” è rivolto sia agli utenti in carico dell’Ulepe, che alla comunità locale, con eventi, visite guidate ed escursioni nei territori del trapanese. A presentare il progetto sarà Laura Anello, presidente della Fondazione Le Vie dei Tesori.
È proprio con l’emblematica dicotomia “punizione-rieducazione” che il progetto intende prendere avvio: “Punizione” è una parola drammatica che ogni fase storica tenta di riscrivere sulla base dei propri principi. Un tema controverso e dibattuto che, oggi come allora, è attraversato da forti dubbi e contraddizioni. Può avere ancora efficacia la punizione a fronte di un reato? Se negli ultimi decenni ha prevalso una tendenza antiautoritaria e antirepressiva, incline a contestare l’utilità della punizione anche in campo educativo, la ricerca di risposte sbrigative ha alimentato pulsioni collettive, favorevoli a una concezione emotiva della punizione intesa come vendetta pubblica. Ciò in totale contraddizione con quella “crisi della pena” che i giuristi non si stancano di denunciare e con quella finalità rieducativa che ne connota la visione costituzionale.
L’opera di Fiandaca trasmette al lettore l’urgenza di ripensare modelli non punitivi di risposta ai fatti socialmente dannosi, evidenziando gli aspetti contraddittori e paradossali di uno dei nodi più drammatici del vivere morale e civile. Discuteranno con l’autore Bernardo Petralia, magistrato in pensione già capo dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria; Emanuele Ricifari, dirigente generale di Pubblica sicurezza e presidente Anfp, Associazione nazionale funzionari di Polizia; Paola Maggio, docente di procedura penale; Aldo Schiavello, docente di filosofia del diritto.