◉ MESSINA
Un tempio contemporaneo nella città fantasma ricostruita in 3d
A Gioiosa Guardia, antico insediamento affacciato sul Tirreno, si inaugura un’opera di land art realizzata dall’associazione SicilyLab, diretta dall’architetto Antonino Saggio. Grazie a un’installazione immersiva si può esplorare il vecchio centro abitato abbandonato dopo il terremoto del 1783
di Marco Russo
28 Agosto 2024
È una città fantasma, arroccata a quasi mille metri sul Tirreno e abbandonata dopo l’ennesimo terremoto nel 1783. Gioiosa Guardia, antichissimo centro indigeno ellenizzato scoperto negli anni ’80 del secolo scorso, è da anni al centro delle ricerche dell’associazione SicilyLab, diretta dall’architetto Antonino Saggio, ordinario all’università La Sapienza di Roma. Grazie a un’installazione immersiva sviluppata da un team multidisciplinare, che lavora da quindici anni al progetto, l’antica città che domina il tratto di costa dove oggi si trova Gioiosa Marea, è stata ricostruita digitalmente, ricreando alcuni degli isolati originari, in un insieme di conoscenze che combinano archeologia, arte, architettura e nuove tecnologie.
Quest’anno, all’interno della rassegna “Il Sorriso degli Dei”, organizzata dal Parco Archeologico di Tindari, diretto dall’architetto Domenico Targia, per la direzione artistica di Anna Ricciardi, sabato 31 agosto a partire dalle 16,30, si potrà esplorare, ricostruito con visori 3d, l’antico insediamento sulle pendici del monte Meliuso, battezzato per l’occasione “Hellas Gioiosa”, in onore della madrepatria greca. Ma in programma c’è anche un happening che avrà come fulcro un tempio circolare realizzato SicilyLab, dedicato alle donne di scienza di ieri e di oggi. Un’opera di “land art” a ridosso dello scavo archeologico, tra l’insediamento siculo-greco e la rocca. Intorno alle 18,30, poco prima del tramonto, andrà in scena la lettura interpretata “Hestia, la figlia del Tempo”, con Cinzia Maccagnano ed Elio Crifò (Antonio Putzu ai flauti), a cura del Parco Archeologico di Tindari.
In un’area della Sicilia, storicamente considerata marginale, l’antico insediamento posto su un alto terrazzamento del monte Meliuso, oggetto di scavi fin dagli anni 80 del secolo scorso, rappresenta un esempio emblematico dei contatti che si svilupparono a partire dal Settimo secolo avanti Cristo tra greci e popolazioni locali. La sua importanza consiste proprio nelle nuove prospettive di ricerca che il suo studio apre sulla “ellenizzazione” come categoria storica e sui cosiddetti “indigeni”. L’antico insediamento si inserisce in una rete di centri di altura collegati da percorsi di crinale che punteggiano il sistema collinare parallelo alla costa tirrenica. Ad oggi si conoscono solo alcuni dei nomi di questi centri abitati (Abakainon, Agatirnon, Alontion, Apollonia).
“Da una parte il Sicily Lab – scrive Antonino Saggio in un articolo pubblicato su On/Off Magazine – costruirà tridimensionalmente l’insediamento greco siculo ippodameo e naturalmente lo farà con il massimo delle conoscenze attuali, e utilizzando tutti i contributi scientifici interni, sia naturalmente di studiosi esterni provenienti tanto dalla comunità scientifica che da nuovi rilevamenti che il Sicily lab anche quest’anno sta compiendo. La ricostruzione tridimensionale naturalmente offrirà ai visitatori dell’evento la possibilità di apprezzare in modalità immersiva lo spazio della città com’era e che noi abbiamo chiamato Hellas, immaginando appunto una memoria greca”.
“Una chiave dell’installazione – prosegue l’architetto – sarà il rapporto tra l’insediamento abitato greco-siculo e l’acropoli in alto. A segnare questa relazione, correranno lungo le falde del monte una serie di segnali di impatto visivo ed emotivo sull’ambiente: saranno lunghi teli bianchi ondeggianti al vento che mostrano il percorso che legava l’abitato all’acropoli. Naturalmente in cima all’acropoli nei pressi della torre di avvistamento Federiciana in cui ancora esistono i ruderi della chiesa del monastero, ci sarà – e come non potrebbe non esserci? – un tempio. Un tempio naturalmente circolare (ricordo del Thòlos di Delfi dedicata a Athena o di quello di Vesta a Tivoli) a ricordare i movimenti degli astri o i circuiti del divenire, a segnare il tempo e le stagioni e gli orientamenti ma anche un tempio contemporaneo”.
“Lo pensiamo vissuto da delle vestali contemporanee e che a chi lo visita manderanno dei messaggi, parleranno suoneranno canteranno forse nella loro lingua madre. E così – conclude Saggio – il visitatore compirà un viaggio che parte dal basso dalla ricostruzione dell’antica città di Hellas Gioiosa e percorrendo le falde arriverà al punto di massima concentrazione simbolica e informativa del mondo: il tempio, un tempio moderno”.
All’evento interverrà anche Antonio Presti, presidente della Fondazione Fiumara d’arte. Per SicilyLab hanno contribuito alla realizzazione di “Hellas Gioiosa”, oltra all’architetto Saggio, l’archeologo Michele Fasolo, gli architetti Davide Motta, Patrizio Puppo e Federica Mercuri, i laureandi in architettura Andrea Di Salvo, Aureliano Pizzini, Enrica Donati, Chiara Corsetti e Martina Cristaudo. Prezioso, inoltre, il contributo di Valerio Perna e Michela Falcone (architetti), Gaetano De Francesco (ricercatore architetto) e Alessandra Antonini (fotografa). La manifestazione gode del patrocinio dell’Ordine e la Fondazione degli Architetti delle provincie di Messina e Palermo, nonché del Comune di Gioiosa Marea, con il sindaco Giusi La Galia e l’assessore alla Cultura Teodoro La Monica.
Ingresso libero, servizio bus navetta dalla piazzetta di San Leonardo (andata a partire dalle 16, ritorno a partire dalle 19,30). Si accede attraverso percorso pedonale di facile percorribilità dal parcheggio.